Di Chiara Cavalieri
TRIPOLI. La Libia compie un passo significativo verso la stabilizzazione della propria industria petrolifera con la ripresa della produzione nel giacimento di Al-Sabah, interrotta da 10 anni a causa di atti di sabotaggio.
La Zueitina Oil Company, in collaborazione con la National Oil Corporation (NOC), ha annunciato la riattivazione del primo pozzo produttivo, segnando un’importante ripartenza per il settore energetico del Paese.

Ripresa della produzione e obiettivi
Il pozzo “G18” è il primo a essere riattivato, con una capacità produttiva di circa 600 barili di petrolio al giorno.
Il greggio estratto viene trasportato mediante petroliere mobili fino al campo di Zillah, situato a circa 90 chilometri di distanza.
La prima spedizione di petrolio è prevista per domenica, segnando la prima esportazione dal giacimento dal 2015.
La produzione di Al-Sabah si era fermata a causa di sabotaggi e instabilità politica.
Situato a Sud dei porti di Sidra e Ras Lanuf, nei pressi dell’oasi di Zella, il campo è parte di un’area ricca di risorse, che include anche i giacimenti di Fida, Hakim e “29C”.
Attualmente, l’area produce mediamente 19.000 barili di petrolio al giorno.
Per garantire un ritorno alla piena operatività, la Zueitina Oil Company ha sviluppato un piano di ripristino articolato in due fasi.
Nella prima saranno riattivati due pozzi con una capacità combinata di 1.200 barili al giorno.
La seconda fase prevede l’installazione di un impianto di produzione precoce, che permetterà l’estrazione di petrolio da 17 pozzi, con un incremento della produzione fino a 4.000 barili al giorno entro l’ultimo trimestre del 2025. L’obiettivo finale è raggiungere una capacità produttiva di 5.000 barili al giorno.
Il contesto petrolifero libico
L’industria petrolifera libica ha subito notevoli fluttuazioni a seguito del rovesciamento dell’ex leader Muammar Gheddafi nel 2011, evento che ha lasciato il Paese in una situazione di instabilità politica.

La divisione tra il governo riconosciuto a livello internazionale con sede a Tripoli e il Parlamento rivale a Est, sostenuto dal Generale Khalifa Haftar, ha aggravato la situazione, portando a interruzioni frequenti della produzione.

Negli ultimi mesi, tuttavia, la produzione petrolifera ha mostrato segni di ripresa.
Alla fine del 2024, la National Oil Corporation ha dichiarato che la produzione giornaliera del Paese aveva raggiunto circa 1,4 milioni di barili di petrolio e 52.600 barili di condensati, nonostante i ritardi nei finanziamenti pubblici destinati al settore.
Prospettive future e investimenti stranieri
Il recente incremento della produzione rappresenta un’opportunità per la Libia di attrarre nuovi investimenti stranieri.
Negli ultimi anni, l’instabilità politica ha limitato il flusso di capitali nel settore petrolifero, compromettendo il mantenimento e lo sviluppo delle infrastrutture.
La riapertura di Al-Sabah e di altri giacimenti, come quello di Sharara riattivato nell’ottobre scorso dopo mesi di chiusura, è un segnale positivo per il futuro dell’industria petrolifera libica.
L’obiettivo principale della National Oil Corporation è garantire una produzione stabile e sostenibile, riducendo il rischio di nuove interruzioni e promuovendo la modernizzazione delle infrastrutture.
La stabilizzazione del settore petrolifero sarà cruciale per il rilancio economico della Libia e per il rafforzamento delle relazioni con i partner internazionali.
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