Maldive, da Paradiso delle vacanze ad Inferno? In corso una grave crisi istituzionale

Di Valeria Fraquelli

Malè. Le isole Maldive sono conosciute da tutti per la loro natura in certi punti ancora incontaminata, per le loro acque cristalline e per la loro vocazione turistica. In tanti ogni anno le visitano e soggiornano nei tanti hotel e resort che offrono trattamenti di lusso e possibilità di escursioni.

Purtroppo negli ultimi tempi il Paradiso delle vacanze si è trasformato in un inferno; scontri e manifestazioni stanno interessando tutte le isole, anche quelle minori, ed è diventato molto pericoloso per i turisti visitare le cittadine tipiche e partecipare alle escursioni.

Sono state registrate sacche di radicalizzazione e molti di questi musulmani estremisti sono partiti per le zone di guerra di Iraq e Siria per unirsi al sedicente Stato islamico; ora che il Califfato è quasi sconfitto militarmente, molti di questi foreign fighters sono ritornati nel loro Paese di origine ed alcuni di loro hanno creato problemi perché divulgavano l’odio contro tutti i non musulmani, giudicati infedeli.

Le autorità maldiviane hanno effettuato numerosi arresti di ex combattenti islamisti ma l’instabilità politica che regna sulle isole e la corruzione dilagante spesso fanno sì che molti radicalizzati siano liberi di fare proselitismo ed organizzare disordini nella capitale Malè e nelle altre principali cittadine maldiviane.

Il Governo locale è da tempo appeso ad un filo sottile, tra defezioni interne ed una maggioranza che non riesce a governare, senza contare che i rapporti tra maggioranza ed opposizione sono sempre più tesi e ci sono state manifestazioni anche molto violente di sostenitori dell’una o dell’altra parte.

Repressione contro i manifestanti alle Maldive

I leader oppositori del governo, inclusi l’ex Presidente Mohamed Nasheed e l’ex vicepresidente Ahmed Adeeb, sono stati deposti con la forza tra le proteste dell’opposizione contro la corruzione ed i due ormai ex leader sono stati arrestati ed incarcerati senza processo, senza avere la possibilità di spiegare la loro versione. Il nuovo Presidente Abdulla Yameen è stato anch’esso travolto dalle proteste dei sostenitori di Nasheed che lo hanno accusato di avere varato leggi liberticide e di avere messo a tacere ogni forma di dissenso. È stato così proclamato lo stato di emergenza che prevede tra le altre cose controlli delle forze di polizia più severi e coprifuoco notturno.

Ieri, anche il Presidente ed un giudice della Corte Suprema sono stati arrestati e questo se possibile ha aggravato ancora di più la situazione caotica che sta vivendo il Paese; si sono registrate nuove manifestazioni e nuovi scontri violenti su tutte le isole maldiviane.

Il nostro Ministero degli Esteri sul sito http://www.viaggiaresicuri.it/paesi/dettaglio/maldive.html?no_cache=1

e sui social ha segnalato le Maldive come luogo pericoloso e sono attualmente sconsigliati i viaggi nel Paese. L’Unione Europea ha condannato la dura repressione messa in atto dall’attuale Governo.

L’Unione europea si aspetta che lo stato d’emergenza sia revocato senza ritardo. “La decisione di arrestare due giudici della Corte suprema, incluso il Presidente – spiegano fonti ufficiali – mostra un chiaro disprezzo della magistratura, fondamentale in ogni democrazia, così come l’arresto dell’ex Presidente è un ulteriore colpo alle libertà fondamentali previste dalla Costituzione. Alla luce del grave deterioramento della situazione, è essenziale che tutti nel Paese, in particolare le autorità delle forze dell’ordine, agiscano con moderazione. Diritti e libertà fondamentali della popolazione devono esser tutelati, soprattutto la libertà d’espressione e di dimostrazione pacifica. Il ritorno immediato alla normalità costituzionale è imperativo per ridurre l’attuale tensione”.

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