Di Valeria Fraquelli
Kidal (Mali). Oggi per i bambini e gli adolescenti della città di Kidal, in Mali, non è un giorno come gli altri. Dopo cinque anni di chiusura forzata a causa della guerra civile e degli orrori degli uomini in nero del sedicente Stato islamico le scuole hanno riaperto le loro porte per accogliere nuovamente i giovanissimi allievi a dare loro la possibilità di imparare, di socializzare con i loro coetanei e di dimenticare almeno un po’ le violenze subite.

Un giorno di lezione in una scuola di Kidal (Mali)
La scuola è il fulcro della comunità di Kidal. Ma, per cinque anni non è stato possibile garantire ai ragazzi ed alle ragazze della città maliana un’istruzione adeguata.
La guerra e gli attentati, le mine e tutte le altre trappole esplosive lasciate per le strade dai terroristi del sedicente Califfato, gli arruolamenti forzati ed i matrimoni combinati hanno prodotto gravi danni e gravi deficit educativi nelle giovani generazioni. Molte bambine e ragazzine sono state costretti a matrimoni forzati con uomini che le hanno sottoposte ad ogni genere di violenza, i ragazzi venivano reclutati come attentatori insospettabili dai predicatori di odio e molte famiglie sono dovute fuggire lontano, in campi profughi dove hanno vissuto in condizioni disumane.
Oggi l’istruzione ritorna ad essere l’occupazione fondamentale di questi giovani che possono così riappropriarsi della loro vita e pensare di nuovo al futuro con fiducia. Potranno avere l’occasione di continuare e finire gli studi e di imparare un mestiere che permetterà loro di essere indipendenti e di non dovere più chinare la testa ai violenti.
Il ministro dell’istruzione del Mali, Mohammed Ag Erlaf, ha inaugurato con una piccola festa il nuovo anno scolastico ed ha dichiarato: “I bambini devono stare a scuola, e non nell’Esercito e neppure per strada”.
A garantire la sicurezza delle scuole e di chi le frequenta, anche degli insegnanti e del personale amministrativo, ci sono le pattuglie delle Forze Armate francesi che partecipano all’Operazione Barkhane che stazionano davanti agli edifici scolastici e permettono ad insegnanti e studenti di studiare e lavorare in un ambiente finalmente sicuro.
I militari francesi sono presenti in Mali da molto tempo e stanno cercando in tutti i modi di fare sì che il martoriato Paese africano ritorni sicuro e che possa permettere alle giovani generazioni di sviluppare tutto il loro potenziale e di fare crescere l’economia del Paese.
Il fatto che bambini e ragazzi di Kidal possano tornare a studiare e socializzare tra loro come tutti i loro coetanei può essere considerato il primo segno di normalità dopo che la guerra civile e gli orrori del terrorismo internazionale avevano costretto le famiglie maliane a fuggire, a nascondersi anche se spesso questo non è bastato ad evitare le violenze.
La rinascita del Mali forse parte proprio oggi, con i giovani seduti in classe ad imparare e a formarsi culturalmente e professionalmente.
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