Mali: lo schieramento della Task Force “Takuba” al comando di un Generale dell’Aeronautica francese. Guerini: “La nostra presenza si sviluppa su più direttrici, affiancando la dimensione bilaterale agli ambiti multilaterali”

Parigi. La Task Force “Takuba” in Mali che vedrà operative le Forze Armate di Francia, Estonia, Repubblica Ceca, Svezia, Italia, Belgio, Paesi Bassi e Portogallo presto raggiungerà la piena capacità operativa totale.

Milizie jihadiste in Mali

Al comando un Generale di Brigata dell’Aeronautica Militare francese, Philippe Landicheff.

Il Generale di Brigata aerea francese Philippe Landicheff

Nelle scorse settimane il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini aveva detto: “Non c’è solo il Mali.  Dai pattugliamenti antipirateria nel Golfo di Guinea alla missione in Somalia, guardo alle nostre attività in Africa come a un unicum”.

Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini

“Le Forze Armate – aveva aggiunto – sono impegnate per migliorare le capacità militari locali in Mali, in Niger e nel prossimo futuro nel Burkina Faso. Siamo in Niger dal 2018 e stiamo per realizzare una nostra base logistica in collaborazione con le autorità nigerine. In Mali il primo nucleo di militari è arrivato pochi giorni fa e schiereremo uno squadrone di elicotteri da evacuazione medica. Anche qui però credo che per ottenere risultati ancora più solidi è necessario far convergere gli sforzi attuali verso una visione più sistematica sotto l’egida dell’Unione europea”.

Nel Sahel, aveva evidenziato “oggi la UE può mettere in campo le sue capacità globali e dare un grande contributo alla stabilizzazione e allo sviluppo”.

Missione contro il terrorismo nel Sahel

E rispondendo, oggi, ad un’interrogazione alla Camera dei Deputati  il ministro ha evidenziato come “l’architettura di impiego delle nostre Forze Armate nel continente africano” risponda alle precipue esigenze “di salvaguardia della sicurezza e di protezioni di quegli interessi nazionali che, da regioni geografiche apparentemente lontane e non immediatamente contigue al continente europeo, sono direttamente minacciati dai fenomeni di instabilità che attraversano, in particolare, la fascia sub-sahariana”.

“La nostra presenza nella regione – ha spiegato il ministro – si sviluppa quindi su più direttrici, affiancando la dimensione bilaterale agli ambiti multilaterali, in una lettura dei fenomeni di instabilità e delle minacce alla pace ed alla sicurezza che vede le crisi che attraversano l’Africa quali un unicum definibile, geograficamente, da un triangolo ai cui vertici abbiamo il Corno d’Africa, il Golfo di Guinea – passando ovviamente per il Sahel – ed infine, a poche centinaia di miglia dalle nostre coste, la Libia”.

“La presenza della Difesa italiana in Sahel – ha proseguito – non è una novità e la partecipazione del nostro contingente in Takuba, espressione operativa dell’Alleanza per il Sahel nella lotta al terrorismo (un impegno che certamente condividiamo con Parigi) rappresenta una chiara volontà di rafforzarla. Come noto, in passato abbiamo contribuito all’onusiana MINUSMA in Mali e siamo presenti nelle missioni di training e di sviluppo di capacità dell’UE, sia in Mali che in Niger”.

A Niamey è presente dal 2018 una nostra missione bilaterale “MISIN” finalizzata a supportare le Forze Armate nigerine ed il loro sviluppo, un contributo essenziale e decisivo per la stabilità della regione per rafforzare quotidianamente la presenza dell’Italia nel Paese e nell’intera regione saheliana.

Il tutto deve essere messo a sistema con la nostra esigenza di stabilizzazione della Libia, paese fortemente influenzato dai fenomeni che si sviluppano nell’area saheliana e da cui derivano numerose criticità che, proprio attraverso la Libia, si riverberano sul Mediterraneo.

Per Guerini “si tratta di un approccio esteso all’intero Fianco Sud, in cui è evidente chiaramente la stretta interconnessione dei fenomeni che lo caratterizzano dal punto di vista politico, economico e militare, e per il quale ritengo essenziale che un salto di qualità dell’impegno dell’intera Europa. Ho avuto di recente l’opportunità di confrontarmi su questi temi con l’Alto Rappresentante Borrell  e con la collega tedesca Kramp-Karrenbauer ed a breve lo farò anche con la collega francese Parly e ho colto l’occasione per sottolineare la necessità di rafforzare le missioni UE in Africa, anche attraverso la ricerca di sinergie tra le attività bilaterali dei paesi europei e le iniziative multilaterali in atto, questo non solo nella dimensione militare ma anche nel campo dello sviluppo delle istituzioni e dell’economia, al fine di contribuire allo sviluppo di capacità autonome da parte dei nostri partner nella regione in modo da supportare una stabilizzazione duratura di quest’area, che risponde ad un preciso interesse nazionale”.

Secondo fonti della stampa francese e belga, la maggior parte della Task Force sarà schierata a Ménaka.

Qui sarà collocato il Quartier Generale della Forza con ufficiali di 8 Paesi: Francia, Estonia, Repubblica Ceca, Svezia, Italia, Belgio, Paesi Bassi, Portogallo.

Ed ancora una Forza congiunta formata da militari francesi e cechi che lavoreranno a stretto contatto con i maliani e una Forza di Reazione rapida svedese con veicoli, elicotteri e personale.

I francesi sempre a Ménaka schiereranno militari che saranno impiegati in attività di Close Protection.

Gli svedesi invece metteranno a disposizione della missione una struttura sanitaria di chirurgia e di rianimazione.

A Gao sarà operativo un gruppo franco-estone.

Infine a Niamey, sempre la Svezia schiererà un suo C-130, incaricato dell’evacuazione medica strategica o di trasporto.

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