di Lia Pasqualina Stani
Roma. Centocinquanta anni fa nasceva ufficialmente la Rivista Marittima: era il 1° aprile 1868. Le sue linee programmatiche possono essere ricondotte ad una circolare ministeriale apparse sul “Giornale ufficiale della Marina” del 15 marzo dello stesso anno e firmate da Augusto Riboty, allora Ministro della Marina. Nella sala gremita della Biblioteca storica di Palazzo Marina è stato celebrato il 150° anniversario della fondazione della Rivista Marittima con un convegno sulla “Geopolitica del Mare” per discutere dell’importanza dello spazio marittimo, degli aspetti politico-economici e geo-strategici della marittimità per gli interessi nazionali in un contesto globale, con gli autori dell’omonimo libro edito da Mursia: Germano Dottori, Matteo Bressan, Costantino Moretti e altri presenti in sala.
Come un’assemblea in coperta, a condurre il viaggio a bordo dell’evento celebrativo di un secolo e mezzo della fondazione della Rivista Marittima, alla presenza del Capo di Stato Maggiore, Ammiraglio di Squadra Valter Girardelli, rappresentanti di tutte le altre Forze armate, dell’emerito Capo di Stato Maggiore Ammiraglio di Squadra Paolo La Rosa, di autorità militari e civili, è stato il Capo Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione (UPICOM), Contrammiraglio Fabio Agostini.

Il Capo Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione (UPICOM) Contraaamiraglio Fabio Agostini
La Rivista Marittima è il mensile della Marina Militare dal 1868. Con i suoi 150 anni è la più antica rivista in campo navale e marittimo d’Italia. È una delle più antiche del mondo. Promuove e diffonde, fin dalle sue origini la cultura ed il pensiero marittimo e navale all’interno ed all’esterno della Marina Militare. Obiettivo principale della Rivista è sensibilizzare il Paese all’importanza della marittimità per garantire lo sviluppo di una appropriata e condivisa politica navale e marittima. Nel corso del tempo la Rivista Marittima si è infatti avvalsa di significative collaborazioni, non solo uomini della Marina ma illustri autori del mondo scientifico, accademico, diplomatico ed istituzionale, rivelandosi un’attenta testimone dell’evoluzione dell’ambiente marittimo e non solo. Da Guglielmo Marconi a Matilde Serao, a Giovanni Pascoli fino a Francesco Crispi che affidò alla Rivista Marittima il suo testamento spirituale. È un prodotto editoriale che ogni anno stampa undici numeri e da qualche anno ha ripreso con grande successo la produzione di tre o quattro supplementi l’anno, trattando temi riguardanti la marittimità del Paese e la strategia marittima.
Nel solco di una tradizione consolidata nel tempo continua la missione dell’Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione della Marina che dirige il Contrammiraglio Fabio Agostini, in cui la Rivista Marittima si innesca per la diffusione della tradizione e della cultura marittima nazionale. Innovative e prestigiose sono state molte collaborazioni tra cui quella con il Circolo Studi Diplomatici con cui è stata avviata all’interno della Rivista una speciale rubrica denominata “Focus Diplomatici”. Altro prodotto editoriale completamente in inglese è stato realizzato in occasione dell’11° Simposio di Venezia in collaborazione con una rivista di settore, “testimone” durante la discussione del Simposio che ha visto la partecipazione di cinquanta Marine del Mondo. E con la sinergica e proficua collaborazione con la casa editrice Mursia, è stato realizzato il libro “Geopolitica del Mare”.

Il Capo di Stato Maggiore della Marina Ammirglio di Squadra Valter Girardelli
<<Una ricorrenza centocinquantaennale – ha dichiarato il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare (Ca.S.M.M.), Ammiraglio di Squadra Valter Girardelli – che cade in un anno importante per l’Italia, il 2018, che ha segnato il centenario della fine della vittoria della Grande Guerra combattuta su terra e su mare […] Eventi epocali che devono rappresentare un momento di riflessione, che assumono un aspetto importante, irrinunciabile per ricordare, riflettere e realizzare. Ricordare la matura consapevolezza della nostra memoria, della nostra tradizione, della nostra storia e gli insegnamenti traenti da questi eventi devono portarci a riflettere per poter immaginare il futuro. Quel futuro da realizzare con grande forza interiore, con maggiore coscienza e anche con maggiore fiducia ed ottimismo, senza però illuderci mai che la pace, la stabilità, il progresso e la giustizia siano frutti a tutti i livelli gratuitamente elargiti>>.
Il Capo di Stato Maggiore della Marina Girardelli ha ricordato come nel febbraio del 1868, la sconfitta di Lissa fu vissuta dal Paese come un’umiliante disfatta e l’allora Ministro della Marina, Augusto Antonio Riboty pose con determinazione e coraggio le basi per lo sviluppo di una politica marittima degna di un Paese a vocazione marinara come l’Italia. <<Parlare di mare e marittimità – ha detto ancora il Capo di Stato Maggiore– è stato l’obiettivo per cui da 150 anni la Rivista Marittima esiste. È stata fondata con lo scopo di costruire un forum di pensiero navale e marittimo […]. Fondata come strumento per avvicinare ed educare gli Ufficiali di Marina e la classe dirigente alle tematiche marittime. La Rivista Marittima con il tempo è diventata un osservatorio privilegiato sul mare e sul futuro, come se fossimo a bordo del ponte di comando di una nave, a bordo della quale possono imbarcare tutti coloro che vedono nella dimensione marittima una vera opportunità di sviluppo, di crescita e di progresso. […] Nel celebrare i 150 anni della Rivista Marittima vogliamo rinnovare e confermare insieme il nostro spazio marittimo proiettato in avanti e in anticipo rispetto al mondo e al futuro […]. Il Ca.S.M.M. Girardelli ha sottolineato come analizzando gli accadimenti passati e le nuove dinamiche, siamo in un sistema instabile in cui l’acuirsi di frizioni tra comunità diverse, che pensavamo superate, investono direttamente anche il Mediterraneo. Un mare che per l’Italia, l’Europa e per tutta la comunità internazionale è un mare geograficamente chiuso ma geopoliticamente aperto. L’area geopolitica di interesse marittimo nazionale necessaria per gli interessi primari del Paese parte proprio dal Mediterraneo, che racchiude la nostra storia e in cui cresce lo sviluppo economico dell’Italia.
A dialogare con gli autori del libro “Geopolitica del Mare” edito da Mursia, moderare il dibattito del convegno per approfondire le tematiche di alcuni dei dieci capitoli, è stata la Dottoressa Domitilla Savignoni, giornalista professionista.

Nella Biblioteca di Palazzo Marina durante il Convegno Geopolitica del Mare per celebrare i 150 anni della Rivista Marittima: Professor Germano Dottori, la Dottoressa Domitilla Savignoni, Dottor Matteo Bressan, Dottor Costantino Moretti
Economia, energia, alimentazione, sicurezza: tutti gli interessi nazionali in questi settori e non solo, passano dal mare. La globalizzazione ha modificato il concetto di distanza e di spazi geografici ed il mare assume un ruolo di elemento di unione per le economie nazionali e per l’interdipendenza tra le nazioni. Dopo i recenti cambiamenti geopolitici, per il futuro dell’Italia è fondamentale definire gli interessi nazionali e sviluppare strategie marittime e di controllo del mare, inquadrandoli in un contesto marittimo di attualità Il libro raccoglie dieci interventi di alcuni tra i più importanti esperti e studiosi del settore, analizzando sotto diversi punti di vista, proprio la relazione esistente tra interessi nazionali e il mare.
L’analisi del testo si concentra sul mar Mediterraneo e sulle aree vicine, ed in modo particolare sull’interesse per la sicurezza e la stabilità mondiale.
L’autore del primo capitolo, il Professor Germano Dottori, dottore in Scienze politiche presso la Luiss-Guido Carli, consigliere scientifico di Limes, rivista italiana di geopolitica, ha delineato l’attuale scenario geopolitico di riferimento. Il sistema bipolare della Guerra Fredda che attraverso un equilibrio di forze, per quasi cinquant’anni è riuscito ad evitare conflitti mondiali e l’emergere di potenze regionali che potevano entrare in conflitto con gli interessi di un Paese appartenente all’altro blocco, non esiste più. Nel mar Mediterraneo si affacciano nuovi attori con limitata marittimità nell’area per la distanza territoriale, mirano comunque alla centralità globale oltrepassando il canale di Suez e lo stretto di Gibilterra. Questo nuovo scenario non è dovuto ad un indebolimento degli Stati Uniti, né è conseguenza dell’avvento di Trump alla Casa Bianca: quanto alla continua e minore propensione – maturata con le elezioni presidenziali americane degli ultimi anni – ad intervenire militarmente nei teatri di crisi poco rilevanti per gli interessi nazionali americani. La questione americana coinvolge gli alleati degli Stati Uniti che devono affrontare maggiori responsabilità di fronte al progetto della Via della Seta, su cui i cinesi puntano per imporsi come nuova superpotenza economica e politica. Anche l’Italia può affrontare questa sfida cinese con delle istituzioni e un tipo di cultura più idonee. <<Bisogna ripensare – ha detto il Professor Dottori – anche al modo in cui educhiamo i nostri ragazzi, far conoscere la storia del Risorgimento Italiano. Perché se i nostri ragazzi non conoscono la storia e la geografia, è difficile spiegare ai giovani la politica di sicurezza nazionale, le ragioni per cui bisogna comprare, ad esempio, una nave in più, un aereo o un carro armato in più etc. […]. Ci sono delle conseguenze anche per le nostre Forze armate. Per la necessità di programmare per lungo tempo i propri investimenti, per progettare, costruire e mettere in linea una nave ci vogliono decenni, la Marina Militare comunque in questo momento è l’unica Forza armata di cui il Paese dispone per operare se necessario da sola in maniera immediata per tutelare gli interessi del Paese>>.
Il Dottor Matteo Bressan, analista e componente del Comitato Scientifico della NATO Defense College Foundation, collaboratore anche della Rivista Marittima, ha ampliamente illustrato i punti fondamentali su cui verte il suo capitolo che introduce alla conoscenza della nuova Via della Seta cinese, ai progetti in corso, ai programmi futuri, alle opportunità e alle ripercussioni sull’Italia e sull’Europa. Uno degli eventi più significativi, ha ricordato il Dottor Bressan degli ultimi anni, è stata l’esercitazione Navale Russo-Cinese del 2015 nel Mediterraneo, la “Joint Sea 2015”: flotte navali della Repubblica Popolare Cinese e della Russia per l prima volta erano arrivate nelle acque del Mare Nostrum.
L’Italia può affrontare in modo significativo la sfida cinese giocando un ruolo di primo piano, traendone anche dei notevoli vantaggi economici. La maggior parte delle merci che transita dalla Cina verso il canale di Suez raggiunge i porti del Mediterraneo per poi raggiungere l’Europa. Come sottolineato dal premier Gentiloni nel corso del Forum della Via della Seta, l’Italia non compete con il porto greco del Pireo, in quanto il nostro Paese può puntare anche sulle potenzialità dei porti dell’Alto Adriatico e dell’Alto Tirreno come Trieste, Genova e Savona. Trieste è stata riconosciuta come porto franco internazionale unico in Europa. Potrebbe essere uno dei porti ad assumere un ruolo di primaria importanza per il progetto della Via della Seta. Come lo stesso Bressan ha dichiarato nuove sfide per l’Italia possono essere anche tante opportunità per il nostro Paese.
Il Dottor Costantino Moretti, analista internazionale ed esperto economico-finanziario presso il Ministero degli Affari Esteri, ha dichiarato durante il dibattito che l’Italia è anche un Paese importatore di materie prime energetiche. A novembre dello scorso anno il Ministero dello Sviluppo Economico con il Ministero dell’Ambiente, hanno avviato una strategia energetica nazionale che mira a raggiungere tre obiettivi principali: allineamento dei prezzi energetici italiani con quelli dei Paesi dell’UE ed in particolare con quelli dei Paesi del Nord Europa; la decarbonizzazione del Sistema Energetico Italiano e migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico. Il concetto di sicurezza è legato a quello della dipendenza energetica: l’Italia importa gas naturale con gasdotti e tramite rigassificatori trasformano il gas liquido per poi distribuirlo sul territorio nazionale. Le forniture di Russia e d in particolare quella con l’Algeria possono far aumentare i costi d’importazione, per via anche dell’industrializzazione di quest’ultima. Proprio con l’Algeria il rapporto di fornitura sarà rinnovato l’anno prossimo.

Durante il convegno Geopolitica del Mare nella Biblioteca di Palazo Marina, l’Ambasciatore Paolo Casardi
L’ambasciatore Paolo Casardi si è soffermato sul sistema economico italiano e sugli interessi nazionali che dipendono dalla centralità del mare ovvero dall’impatto del mare sul sistema economico nazionale. Per l’Italia è fondamentale soprattutto, il rapporto con le organizzazioni internazionali come la NATO per la tutela della sicurezza e della difesa.

L’Ammiraglio Fabio Caffio e il Capo Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione (UPICOM) Contrammiraglio Fabio Agostini
Anche l’Ammiraglio Fabio Caffio, esperto di diritto marittimo, è uno degli autori del libro in cui definisce l’Italia e gli spazi marittimi. Durante il convegno ha spiegato l’importanza del libero uso del mare come bene “comune”. L’Italia non ha ancora una zona economica esclusiva proprio perché crede fermamente nella libertà di navigazione. Circa il 70% del Mediterraneo è coperto da zone a giurisdizione nazionale: c’è libertà di navigazione “commerciale”. È necessario però, garantire la libertà di navigazione delle flotte navali, affermare il ruolo delle Marine e il mantenimento del libero uso del mare senza che ci siano pretese dagli Stati costieri. Occorre garantire la sicurezza di navigazione soprattutto, contro i nemici del libero uso del mare come la pirateria marittima in primis, il terrorismo marittimo, il traffico di migranti ed il traffico di droga e di petrolio.

Daniele Scalea Cultore di Geopolitica
Nel loro saggio Daniele Scalea, Cultore di Geopolitica e Chiara Ginesti, ricercatrice associata, hanno sperimentato senza pretese di scientificità, il calcolo dell’Indice Geografico di Marittimità mettendo in rapporto tra loro la costa con la superficie, le coste ed i confini terrestri e le popolazioni che vivono nelle aree costiere. Il senso dell’Indice (IGM) consiste nel capire quanto i vari Paesi investono in rapporto alla loro marittimità geografica. I Paesi che hanno più problemi sul Continente rispetto a quelli che hanno problemi sul mare investono di più nelle spese militari. I Paesi che si possono catalogare come “Grandi Potenze” investono in maniera massiccia sulla Forza Marittima. L’Italia pur essendo un Paese a forte vocazione marittima investe meno in rapporto agli altri Paesi eppure con il lavoro e l’impegno costante e assiduo della Marina Militare riveste un ruolo di primo piano sulla scena internazionale.

Il Direttore Responsabile della Rivista Marittima Capitano di Vascello Daniele Sapienza
Per l’occasione è stato realizzato un volume celebrativo sulla storia della Rivista Marittima nei suoi 150 anni ed è stato presentato dal direttore responsabile, il Capitano di Vascello, Daniele Sapienza. La copertina del volume è blu, più intenso del colore del mare. <<Questo libro- ha detto il direttore responsabile, capitano di Vascello Daniele Sapienza- è un viaggio per mare: corrisponde ad un diario di bordo di un viaggio la cui data di partenza è il 1°aprole 1868. Siamo a bordo della nave della Rivista Marittima>>. La prima copertina era celeste e raffigura come fregio il bottone della divisa da Ufficiale. Il direttore responsabile, il C.V ha descritto un percorso storico della Rivista Marittima attraverso anche le due Guerre Mondiali, in cui nonostante le difficoltà non sono mai cessate le pubblicazioni. Cambiando il formato editoriale aprendosi anche alla geopolitica, la Rivista Marittima è stata sempre testimone attraverso gli eventi del pensiero marittimo, strategico e navale italiano.

Contrammiraglio Enzo Ferrante, autore del Libro celebativo dei 150 anni della Rivista Marittima e il Capo Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione Contrammiraglio Fabio Agostini
Al termine dell’evento il Capo Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione, Ammiraglio Fabio Agostini ha ricordato i due decani della Rivista Marittima: il Professor Piergiorgio Giorgerini, docente delle Dottrine e Strategie Navali all’Università di Genova e Milano, medaglia d’argento al Merito di Marina per il contributo dato agli studi navali e al prestigio delle Forze armate; e il decano, Professor Mariano Gabrieli, docente di Storia Contemporanea e Storia Politica Navale all’Università di Roma, Presidente onorario della Società Italiana di Storia Militare.
All’autore del libro commemorativo dei 150 anni di storia della Rivista Marittima, con cui collabora dal 1980, Contrammiraglio Enzo Ferrante, il Capo di Stato Maggiore della Marina, Ammiraglio di Squadra Valter Girardelli ha donato un ricordo. << La Rivista Marittima – ha detto Ferrante– come ha ben sottolineato il Capo di Stato Maggiore, Ammiraglio di Squadra Girardelli, è una palestra intellettuale che si apre soprattutto ai giovani […] e il mare porterà a ciascuno di noi nuove speranze come il sonno porta i sogni>>.
(Foto dell’Autrice)
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