Napoli. La storia della Marina unisce il capoluogo campano al resto del Paese. L’attuale Marina Militare nasce dalla fusione di quella borbonica con la sarda.
Ed a Napoli ha sede il Comando Logistico della Marina, comandato dall’Ammiraglio di Squadra, Eduardo Serra.

L’Ammiraglio di Squadra, Eduardo Serra
Report Difesa lo ha intervistato.
Il Comando Logistico, per ogni Forza Armata, è un punto fondamentale nell’impiego in Patria e nelle missioni all’estero. La Marina come opera in tal senso?
La funzione logistica è di per sé complessa, e lo è ancora di più nel settore navale. Basti pensare alla nostra missione: assicurare il supporto manutentivo e logistico allo strumento marittimo in qualsiasi Teatro debba operare.
In campo nazionale abbiamo realizzato nel tempo una organizzazione piuttosto articolata, con arsenali, stabilimenti di lavoro, depositi, magazzini, centri di sperimentazione distribuiti in tutto il territorio, principalmente dove sono ubicate le basi navali, in modo da garantire costantemente il necessario supporto alle Unità quando in porto. Il problema è ovviamente più complesso quando dobbiamo supportare le unità in attività lontano dalle basi, in aree di operazioni sia all’interno che fuori del bacino del Mediterraneo, talvolta senza poter interrompere la missione con soste operative in porti per i necessari rifornimenti.

Si deve assicurare il supporto manutentivo e logistico allo strumento marittimo in qualsiasi Teatro debba operare
In questo caso, come operate?
Nel pianificare le operazioni, in relazione alla tipologia della missione e alla sua durata, insieme al Comando in Capo della Squadra Navale (CINCNAV) vengono affrontati gli aspetti logistici specifici, in modo da avere una forza “mission oriented” e “tasks organized”. In funzione delle Unità partecipanti e delle loro caratteristiche si cerca quindi di ottimizzare le capacità logistiche presenti a bordo, integrando/completando le normali dotazioni e prevedendo, ove necessario, anche la presenza di Unità di supporto logistico. Successivamente, in relazione alla durata della missione e all’area dove si opera, si definiscono le modalità per garantire la continuità delle operazioni. In caso di permanenza prolungata nell’area di operazioni può essere necessario costituire un Nucleo di Supporto avanzato a terra dove far affluire i materiali che non è possibile reperire “in loco”. All’occorrenza, si può fare anche ricorso a corrieri internazionali. Tendenzialmente, tuttavia, cerchiamo di gestire il supporto in forma autonoma, valorizzando prima di tutto le capacità delle nostre unità navali e della nostra organizzazione logistica.
Non sono rare, infatti, anche in contesti internazionali, esercitazioni volte a verificare la capacità nazionale di partecipare ad operazioni prolungate lontano dai porti nazionali, potendo contare soltanto un minimo supporto dallo Stato che ospitava l’esercitazione.
Ammiraglio, facciamo un esempio. Una “nave grigia” che deve partire per una missione, deve imbarcare molto materiale?
Ogni “nave grigia”, in base alle caratteristiche costruttive, ha delle capacità logistiche che ne determinano l’autonomia durante le operazioni, sia per ciò che riguarda i rifornimenti di materiale soggetto a consumo (ad esempio combustibile, lubrificanti, munizioni, viveri) sia per ciò che riguarda il mantenimento in efficienza degli apparati e impianti di bordo (condotta delle manutenzioni preventive e correttive). Ove possibile/necessario, prima della partenza le normali dotazioni di bordo vengono integrate/completate con adeguamenti mirati, sia di materiali, ottimizzando gli spazi disponibili, che di personale tecnico. Sempre prima della partenza, in funzione della missione e della sua durata, si pianificano le attività necessarie per assicurare i rifornimenti e il mantenimento in efficienza. A seconda delle situazioni, si valuta l’utilizzo in area di operazioni di unità logistiche, o la costituzione di un Nucleo di Supporto logistico avanzato a terra, in uno dei porti normalmente utilizzato in area d’operazioni, per la gestione “in loco” delle eventuali esigenze.
Comunque, operazione durante, la nave è costantemente monitorata attraverso il continuo flusso di informazioni verso il Comando Logistico e il Comando in Capo della Squadra Navale, in modo da essere in grado di valutare tempestivamente gli interventi necessari per garantire il necessario supporto e assicurare il regolare svolgimento della missione.

La portaerei italiana Cavour
In caso di una riparazione dell’unità, interviene l’equipaggio?
Su una nave la complessità delle manutenzioni può essere diversa. L’equipaggio, in base alla strumentazione che ha in dotazione, è in grado di fare alcuni interventi. Se non fossero sufficienti il personale e le attrezzature presenti a bordo, si possono impiegare in area di operazione le navi logistiche con personale ed attrezzature che consentono manutenzioni più complesse. E, se anche questi interventi non fossero adeguati, per garantire la continuità della missione c’è la possibilità di fare arrivare personale ed attrezzature specifiche dove dovesse servire.
Quali sono le figure professionali che lavorano nel settore logistico della Forza Armata?
Vista la complessità delle attività che si svolgono nel settore logistico, sono diverse le professionalità presenti nella Marina Militare che contribuiscono alla definizione del supporto. La nostra attività inizia già nella fase di definizione dei contratti di acquisizione delle navi che dovranno essere costruite. Il personale del Comando Logistico, con l’ausilio della nostra banca dati, partecipa alla definizione del supporto iniziale e dei cicli di manutenzione che devono essere messi a contratto per le unità di nuova costruzione. Continuiamo a seguire lo sviluppo del progetto per poter correttamente pianificare sia i cicli di manutenzione successivi che i flussi di acquisizione dei materiali. Di fatto, tutti gli ufficiali di tutti i Corpi e specializzazioni, i sottufficiali, il personale civile della Difesa apportano il loro contributo professionale.
Tutto questo viene reso possibile tramite corsi specialistici quali info logistica, support management, life cycle cost, finalizzati all’ottimizzazione della nostra attività.
Il personale civile che mansioni svolge?
Abbiamo personale civile impiegato sia in ruoli esecutivi, come operai e tecnici negli arsenali, che nei ruolo quadro-direttivi che operano negli uffici tecnici, nei centri di specializzazione, nei vari stabilimenti. Stiamo parlando di personale che per la logistica è molto importante sia per la qualificata competenza, sia per l’esperienza maturata nel settore. Per noi rappresentano un valore aggiunto. In molti casi proprio la loro esperienza e competenza ci hanno consentito di risolvere situazioni complesse.
A proposito delle manutenzioni fatte a bordo delle navi, ci può descrivere cosa accade per gli Arsenali e gli IP?
Le nostre manutenzioni sono di massima suddivise su quattro livelli secondo una scala crescente di complessità. Il primo livello corrisponde a quelle più elementari, che vengono svolte dal personale di bordo (manutenzioni preventive e correttive). Anche le manutenzioni di secondo livello, lievemente più complesse, prevedono l’intervento del personale di bordo con il supporto però di tecnici dei Servizi Efficienza Naviglio della Squadra Navale, che operano presso le Stazioni navali e che si avvalgono, quando necessario, del contributo di ditte esterne.
Le manutenzioni di terzo livello sono più complesse e richiedono particolari attrezzature e competenze. Vengono, generalmente, svolte negli Arsenali militari in occasione di soste lavori programmate, e prevedono l’intervento sia delle maestranze arsenalizie che del personale di ditte esterne. Tali soste vengono pianificate dal Comando Logistico, da cui dipendono i tre Arsenali Militari, in collaborazione con il Comando della Squadra Navale. Normalmente viene stilato un programma triennale che viene aggiornato annualmente in funzione delle disponibilità finanziarie.
Infine, le manutenzioni di quarto livello, di elevata complessità, sono quelle che richiedono l’intervento specialistico dei tecnici della ditta costruttrice che opera con proprie attrezzature a bordo delle navi in sosta lavori negli stessi Arsenali della Forza Armata o presso la propria sede.
Ammiraglio, quale sarà il ruolo del logista futuro per la Marina Militare?
Sarà quello di un professionista nella logistica di “supporto di aderenza marittima”, di un marinaio esperto di operazioni navali e delle correlate esigenze di supporto, in grado di valorizzare questa sua competenza e conoscenza, integrata con cicli di formazione mirati, in tutte le fasi che compongono la vita di una nave. Deve essere in grado di ricevere e utilizzare al meglio tutte le informazioni per avere costantemente un quadro di situazione chiaro in modo da poter indirizzare tutte le attività per raggiungere la massima efficienza operativa con i minori costi per la Forza Armata e nel minore tempo possibile. E’ senza dubbio una grande sfida che richiede molto impegno. Ci stiamo lavorando e stiamo già ottenendo buoni risultati.
Le nuove navi che sono arrivate, in questi ultimi anni, vi aiutano a svolgere meglio il vostro lavoro?
L’entrata in servizio di nuove unità navali è sempre una nuova sfida che richiede grande impegno e attenzione perché le scelte che vengono fatte nelle fasi iniziali si riverberano sull’intera vita operativa della nave.
Peraltro le nuove unità sono state acquisite con dei contratti che comprendono già una forma di supporto iniziale, ossia una parte delle attività manutentive è contemplata direttamente nel contratto di costruzione.
In questo modo vengono supportate le navi per i primi anni della loro vita operativa. Solo una parte limitata del supporto logistico deve essere organizzato dalla stessa Forza Armata. Va comunque considerato che le nuove navi sono dotate di apparecchiature innovative e questo significa che i nostri Arsenali devono essere ammodernati per gestire le manutenzioni o disporre di fondi in bilancio per potersi avvalere delle aziende dell’indotto che consentono queste lavorazioni.
Oggi, rispetto al passato, c’è bisogno di un’attività di coordinamento molto complessa. Possiamo dire che la Marina Militare cresce con le sue nuove navi.

Nave Luigi Rizzo in navigazione
Dal 1911 il Servizio dei Fari e del Segnalamento Marittimo è stato affidato alla Forza Armata. Ci può spiegare il suo impiego?
Si tratta di gestire 154 fari ed oltre 700 boe e segnalamenti luminosi in tutto il territorio nazionale. La Marina si occupa della definizione, dell’esercizio e del mantenimento in efficienza di queste strutture che sono fondamentali per la sicurezza della navigazione. Lo facciamo contando su un organico di circa 350 uomini e donne tra personale militare e civile.
Anche in questo settore l’evoluzione tecnologica sta cambiando la figura classica del farista, piuttosto romantica nell’immaginario collettivo. Il servizio è oggetto di un costante e continuo aggiornamento ed ammodernamento. Ciò è dovuto anche all’età media piuttosto alta dei faristi che, in molti casi, vanno in pensione senza poter essere sostituiti a causa del blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione. Si deve pertanto ricorrere alla sostituzione del personale con sistemi automatici di controllo che telematicamente segnalano in tempo reale eventuali anomalie, mentre il ripristino efficienza è assicurato dall’intervento di nuclei manutentivi dotati di elevata mobilità.
E’ senza dubbio un’attività molto importante per la navigazione. E come Forza Armata abbiamo raggiunto livelli di efficienza superiori a quelli stabiliti dagli standard internazionali.
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