Marina Militare, breve storia dello sminamento navale

Napoli. Era il 1778 e si combatteva la Guerra d’indipendenza americana, quando gli statunitensi pensarono bene di contrastare la manovra delle navi inglesi posizionando nelle acque del fiume Delaware alcuni barilotti artigianali, pieni di esplosivi a “contatto”. In questo modo le unità inglesi, all’ancora davanti a Filadelfia, poterono essere danneggiate.

Dopo meno di secolo si scoprì che le mine potevano essere utilizzate nelle operazioni navali e così le Marine Militari dell’epoca iniziano a dotarsi di dragamine e, poi, di cacciamine.

Con lo scoppio della Grande Guerra, la Regia Marina italiana acquisì 47 pescherecci oceanici a vapore che furono modificati e poi impiegati come dragamine.

Tra i primi anni del conflitto (1914) ed il 1927 furono messi in servizio 105 dragamine. In questa tipologia d’impiego, l’Unità passa sul campo minato con evidente rischio per l’equipaggio.

Il 30 giugno 1943, in piena II Guerra Mondiale, fu istituito il Comando del Dragaggio e, successivamente, il Comando delle Forze di Contromisure Mine (MARICODRAG).

Negli anni ‘80, la Forza Armata ricevette due navi, Lerici e Sapri che nel rivoluzionare il concetto di impiego, si rivelarono utilissime nel progetto e nell’utilizzo.

Nave Lerici

La Marina fece così un passo in avanti molto lungo per questa componente della Forza Armata. Nel 2014, nell’ambito di un processo di razionalizzazione dello strumento aeronavale, entrarono a far parte del Comando anche le Navi Idrografiche e Navi esperienza.

Oggi, MARICODRAG è articolato su due squadriglie ed ha alle sue dipendenze 17 unità navali (10 cacciamine, 5 idrografiche e 2 Navi esperienza).

Nave Alghero, una cacciamine

Le mine navali sono cambiate nel tempo. Si possono definire come ordigni che possono essere utilizzati impiegando tecniche rudimentali, in modo che esplodano urtando gli scafi delle navi nel momento del loro passaggio. Ci sono poi quelle che vengono attivate con sistemi computerizzati, i quali sfruttano tutto quello che è utile per individuare un bersaglio e colpirlo, quali le emissioni acustiche, variazioni elettromagnetiche, bariche ed altro ancora.

DAL DRAGAMINE AL CACCIAMINE

Se prima questi lavori di disinnesco di ordigni ritrovati sott’acqua era compito dei dragamine, oggi queste stesse attività vengono svolti, per lo più, dai cacciamine e da sistemi robotizzati (con veicoli autonomi subacquei e di superficie).

Ma qual è la differenza tra i due tipi di unità navali? Il dragamine è dotato di sistemi tecnologici considerati relativamente semplici per l’attivazione e la successiva esplosione inoffensiva di mine a bassa tecnologia.

Mentre il cacciamine è in grado di scoprire, identificare, neutralizzare ordigni molto più sofisticati. Utilizza, infatti, sistemi moderni e performanti. Viene garantito un alto tasso di sicurezza per gli operatori che restano, il più possibile, fuori dall’area delle esplosioni.

I Cacciamine della classe Lerici, di produzione italiana, hanno avuto un grande successo sul mercato tanto che il progetto è stato venduto anche a molte Marine estere fra le quali quella Usa ed australiana, per circa 40 esemplari.

LE ATTIVITA’ DI MARICODRAG

Sono tutte connesse, per la componente di Contromisure Mine (CMM) alla localizzazione, identificazione e neutralizzazione e rimozione di mine navali, residuati bellici o altri ordigni giacenti sul fondo del mare.

La CMM si occupa di addestrare nel campo specialistico di unità e di assetti dipendenti; di fare ricerche in mare di varia tipologia nell’ambito di attività per l’Autorità Giudiziaria o di altri Enti ed organizzazioni dello Stato; di fare attività “dual use” e collaborare, a vario titolo, con altri Ministeri, Enti di ricerca ed Atenei, grazie a specifici accordi stipulati con la Marina Militare.

Un operatore impegnato a mettere in acqua un sistema di controllo subacqueo

Si occupa anche di fare consulenze specialistiche per altri Comandi ed Enti della Forza Armata, di condurre sperimentazioni su nuovi mezzi, sistemi ed apparecchiature.

MARICODRAG verifica anche il livello di addestramento, l’efficienza bellica e la certificazione degli assetto della Contromisure Mine nazionali da aggregare alle Forze Permanenti della NATO e dell’Unione Europea e di assetti della stessa specialità di Marine estere.

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