Marina Militare: cambio di comando all’Operazione “Mare Sicuro” tra il Contrammiraglio Lorenzano Di Renzo (cedente) e il Capitano di Vascello Luca Pasquale Esposito (subentrante)

Mar Mediterraneo. Ieri, il Contrammiraglio Lorenzano Di Renzo, Comandante della Prima Divisione Navale, ha lasciato il comando tattico dell’Operazione “Mare Sicuro” al Capitano di Vascello Luca Pasquale Esposito, Comandante della Quarta Divisione Navale, con il contemporaneo cambio di flagship in alto mare tra il Cacciatorpediniere “Durand de la Penne” e la Fregata “Martinengo”.

Nave “Durand de la Penne” in navigazione

“I risultati dell’Operazione sono molto significativi poiché la Marina ha salvaguardato i numerosi interessi nazionali nel Mediterraneo centrale e garantito la libertà di navigazione nell’area. La risposta è stata sempre pronta in ogni circostanza – ha detto il Comandante in Capo della Squadra navale, Ammiraglio di Squadra Aurelio De Carolis, in collegamento in videoconferenza con Nave De La Penne durante la cerimonia -. Questo mi aspetto dai comandanti in mare e dagli equipaggi: iniziativa, reattività e coraggio”.

L’Operazione  garantisce la sorveglianza e la sicurezza marittima di un’area di circa 160 mila chilometri quadrati di ampiezza, nella quale insistono numerose attività di grande interesse nazionale e dalle quali dipende la prosperità del nostro sistema economico, come ad esempio il trasporto delle materie prime e dei prodotti del Paese, la pesca e l’estrazione di importanti risorse energetiche.

Nave “Martinengo” nuova flagship dell”Operazione “Mare Sicuro”

Per poter mantenere aperte e fruibili le nostre linee di comunicazione marittima e garantire la sorveglianza delle nostre infrastrutture strategiche che risiedono in questa ampia porzione di mare (piattaforme petrolifere, gasdotti e cavi per le telecomunicazioni) il dispositivo aeronavale dell’Operazione può impiegare fino a 6 navi e sommergibili, avvalendosi anche dei velivoli da pattugliamento sia della Marina Militare che dell’Aeronautica Militare, in pieno spirito interforze.

“Le interazioni con le altre forze nazionali e le Marine dell’Alleanza Atlantica o partner ci ha consentito, negli ultimi mesi, di coprire con la presenza delle nostre navi tutte le aree di interesse nazionale, dall’Artico al Golfo di Guinea e all’Oceano Indiano passando per il Mediterraneo e il Mar Rosso, in quel contesto geopolitico e geostrategico denominato Mediterraneo Allargato – ha aggiunto l’Ammiraglio De Carolis -.A questo si aggiunge l’impiego di reparti della Brigata Marina San Marco, dell’Aviazione Navale e di altro personale della Marina al fianco delle altre Forze Armate nei teatri operativi terrestri”.

Sotto la guida del Contrammiraglio Di Renzo nei 51 giorni di pattugliamento condotti nelle acque antistanti la Tripolitania, la Cirenaica, lo Stretto di Sicilia e il Mar Ionio, l’Operazione “Mare Sicuro” ha contribuito efficacemente alla deterrenza e al contrasto delle attività illecite delle organizzazioni criminali che operano nell’area a piena tutela degli interessi nazionali.

Durante il suo discorso l’ammiraglio Di Renzo ha voluto evidenziare come “grazie al coinvolgimento e la rotazione di 12 unità navali abbiamo operato il controllo di 196 mercantili, la realizzazione di sinergie operative con le unità delle varie operazioni della NATO in Mediterraneo e la condotta di 1165 attività addestrative, organizzate con altre unità nazionali ed estere”.

L’OPERAZIONE “MARE SICURO”

L’Operazione “Mare Sicuro,” avviata il 12 marzo 2015, a seguito dell’evolversi della crisi libica, prevede il dispiegamento di un dispositivo aeronavale per garantire attività di presenza, sorveglianza e sicurezza marittima nel Mediterraneo centrale e nello Stretto di Sicilia, in applicazione della legislazione nazionale e degli accordi internazionali vigenti.

Sono assegnati all’Operazione fino a 6 mezzi navali, impiegati prevalentemente nelle attività di presenza e sorveglianza in Mediterraneo centrale, oltre ad un’Unità navale ausiliaria, impiegata per il supporto logistico alla Guardia Costiera e Marina Militare libiche.

Le unità d’altura incluse nel dispositivo aeronavale operano in un’area di mare di circa 160.000 km quadrati, situata nel Mediterraneo centrale, che si estende al di fuori delle acque territoriali di stati terzi ed è delimitata a sud dal limite delle acque territoriali libiche, mentre l’unità ausiliaria opera prevalentemente rimanendo all’ormeggio nel porto di Tripoli.

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