Di Fabrizio Scarinci
LIVORNO. Si è tenuta l’altro ieri a Livorno, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del ministro della Difesa Giudo Crosetto, dei vertici delle Forze Armate e di quelli dell’industria, la consegna alla Marina Militare della portaeromobili d’assalto anfibio “Trieste”, già varata nel 2019 presso il sito di Fincantieri di Castellammare di Stabia.

Nave “Trieste” al momento del varo
Concepita per ricoprire il ruolo di nave ammiraglia dell'”Amphibious Task Force Group”, con i suoi 245 metri di lunghezza complessiva, i suoi 30 metri di larghezza e il suo dislocamento a pieno carico di circa 38.000 tonnellate, questa nuova LHD si configura come la più grande unità militare mai costruita nel nostro Paese dalla fine del secondo conflitto mondiale.
Tra le sue più importanti caratteristiche tecnico-operative si segnala, in modo particolare, la presenza di sensori avanzati quali il radar AESA kronos Power Shield, sistema operante in banda L progettato da Leonardo per la scoperta e il tracciamento di bersagli aerei a grande distanza, il sistema IFF SIR-M-PA, progettato per fornire la capacità di distinguere in maniera accurata le piattaforme amiche da quelle nemiche, e il Combat Management System (CMS) SADOC 4, pensato per offrire un elevato livello di consapevolezza della situazione, nonché la capacità di rispondere alle potenziali minacce in maniera rapida ed efficace.
Quanto all’armamento, invece, esso risulta incentrato su tre cannoni multiruolo 76/62 Super Rapido, due lanciatori Sylver A50 in moduli da otto celle ciascuno compatibili con missili antiaerei di tipo Aster 15 e Aster 30, tre torrette Oto Malara 25/80 con cannoni Orelikon KBA da 25 x 135 mm a controllo remoto per la difesa ravvicinata e, non da ultimi, due lanciarazzi Leonardo ODLS-20 integrati con un sistema di contromisure.
Venendo, poi, alla componente aerea imbarcata, fattore chiave al fine di supportare le capacità operative della nuova unità, si segnala la possibilità di trasportare sul ponte di volo fino a 14-20 aeromobili ad ala fissa e rotante in diverse configurazioni, a cui vanno, ovviamente, aggiunti quelli presenti nell’hangar sottostante.
In particolare, tra i modelli di velivoli che opereranno sulla nave figurano i caccia multiruolo a decollo corto/atterraggio verticale F-35B, gli elicotteri multiruolo medio-pesanti AW 101 e gli elicotteri multiruolo medi NH90.

F 35B della Marina Militare
Diverse fonti hanno, inoltre, riportato la possibilità che della linea di volo dell’unità possa includere anche elicotteri d’attacco (cosa più che logica considerando il tipo di operazioni che essa sarà chiamata a svolgere).
Quanto alle capacità anfibie, ossia l’elemento attorno al quale la nave è stata progettata, si segnala, invece, la presenza di un bacino allagabile in grado di ospitare un consistente numero di mezzi da sbarco.
Nello specifico, si parla della possibilità di ospitare fino a quattro LCM da 23 metri capaci di trasportare diverse tipologie di veicoli da combattimento (inclusi gli MBT di tipo Ariete e le blindo corazzate di tipo Centauro) o, volendo, di un mezzo da sbarco di tipo LCAC.
Di particolare rilievo anche le capacità ospedaliere, che includono, tra le altre cose, la presenza di sale chirurgiche, laboratori di analisi e una zona degenza attrezzata per supportare fino a 27 pazienti in gravi condizioni.
In totale, la nave dispone di 1.064 posti letto, pensati per ospitare non solo l’equipaggio, costituito da 360 elementi, ma anche i circa 600 effettivi della componente da sbarco e gli oltre ottanta della componente di volo.
In generale siamo, dunque, in presenza di un’unità polivalente dall’elevatissimo valore strategico, in grado di supportare eventuali operazioni anfibie del Reggimento San Marco e/o dei Lagunari nell’ambito di contesti ad altissima intensità, di fungere da seconda portaerei nel caso in cui il Cavour risultasse non disponibile e, non da ultimo, di agire in maniera efficace nell’ambito di operazioni di tipo umanitario.
Un’unità che, senza dubbio, consentirà al Paese di potenziare le sue capacità di intervento e di proiezione di potenza nel sempre più complesso scacchiere del Mediterraneo “allargato” e non solo.
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