Marina Militare, l’Open Day per la “Giornata Mondiale dell’Idrografia”. Il 7 luglio parte la campagna High North 18

Di Lia Pasqualina Stani

Genova. Forte San Giorgio è una roccaforte nata sulle macerie di uno dei 19 bastioni inglobati nelle mura cinquecentesche di Genova alle spalle del porto. Si nasconde dietro le strutture della città, cresciutagli attorno.

 

Il Capitato di Fregata Giovanni Battista Magnaghi, primo dirigente dell’Idrografico della Marina Militare

Nel 1872 l’Istituto Idrografico della Marina Militare fu collocato presso l’edificio San Giorgio, già sede dell’Osservatorio astronomico. A dirigerlo fu chiamato il Capitano di Fregata, Giovanni Battista Magnaghi.

Come ogni 21 giugno, giorno del solstizio d’estate, ha aperto le porte per celebrare la Giornata Mondiale dell’Idrografia, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con una risoluzione del 2005  che l’ha riconosciuta come scienza applicata al mare.

Dal “Seafuture 2018” la manifestazione dedicata al mare, dopo essere stato a bordo della nave scuola Amerigo Vespucci, per la presentazione della Campagna di Istruzione 2018, a far visita all’istituto anche il Capo di Stato Maggiore della Marina, Ammiraglio Valter Girardelli. Alla presenza del Direttore dell’Istituto, Contrammiraglio Luigi Sinapi si è recato nei vari settori del Forte.

L’Organizzazione Idrografica Internazionale definisce l’idrografia come la branca delle scienze applicate. Si occupa della misurazione e della descrizione delle caratteristiche fisiche di oceani, mari aree costiere, luoghi e corsi d’acqua nonché ne prevede l’evoluzione nel tempo, con lo scopo primario di supportare la sicurezza della navigazione ed altre attività marittime quali lo sviluppo economico, la difesa, la ricerca scientifica e la protezione dell’ambiente.

Conoscere la profondità e la forma dei fondali è essenziale per la sicurezza della navigazione ma anche per l’ambiente e per tutte le attività che riguardano il mare, il turismo, la pesca, l’acquacoltura, le centrali eoliche, le piattaforme offshore, la posa di cavi e di condotte ed altro ancora.

In Italia, è l’Istituto idrografico della Marina Militare a gestire tutte le attività inerenti. E’ un ente della Difesa, organo cartografico dello Stato che produce la documentazione nautica ufficiale nazionale. E’ responsabile della mappatura dei fondali marini fin dalla sua fondazione. Valorizza e controlla i dati raccolti per organizzarli e finalizzarli alla produzione della cartografia.

Il processo inizia con il rilievo sistematico dei mari italiani avvalendosi sia delle navi idro-oceanografiche della Marina Militare sia di proprie spedizioni. Il nostro Paese ha oltre 7.800 chilometri di coste ed oltre 500 mila chilometri quadrati di aree marine.

L’idrografico tappresenta l’Italia nell’Organizzazione Idrografica Internazionale (IHO) per coordinare le attività dei servizi idrografici nazionali, curare la standardizzazione dei documenti nautici e promuovere la cooperazione internazionale.

Il nostro percorso di visita è iniziato dalla Sezione Cartografica, qui dove “nascono” le carte nautiche”.

La documentazione nautica prodotta è di tipo “tradizionale” ed in formato elettronico. Per barche di dimensioni ridotte, si realizzano anche, le CNK ovvero le Carte nautiche in Kit, più piccole, resistenti all’acqua, maneggevoli ed altrettanto affidabili rispetto alle tradizionali.

Per consentire una gestione più rapida ed efficace dei dati di navigazione, sfruttando la tecnologia, si producono le ENC (electronic navigational chart) ossia le carte elettroniche.

L’Open Day presso Forte San Giorgio per la Giornata dell’Idrografia è stata un’occasione per far conoscere il lavoro che svolge sia il personale civile che quello militare all’interno dell’Istituto, coinvolgendo la comunità marittima nazionale ed internazionale nelle attività avviate.

L’Istituto dispone, di tre navi idro-oceanografiche attrezzate e costantemente aggiornate. Sono le cosiddette “Navi Bianche” per il colore dello scafo. Nave Ammiraglio Magnaghi, progettata e costruita interamente in Italia per la Marina Militare, Nave Aretusa e Nave Galatea. Destinate a scopi ausiliari ma non meno importanti rispetto alle “navi grigie”.

Mareografo Tipo Thompson

Abbiamo fatto un passo nel passato visitando il locale dell’Officina Meccanica, dove sono stati esposti alcuni strumenti utilizzati per il  rilevamento dei dati del fondale marino. In questa sala si trova il mareometro, un misuratore delle variazioni delle maree.

Le misurazioni della marea a Genova, iniziate dal 1884, dal 1954 sono il punto di riferimento fondamentale per l’altimetria di tutto il territorio italiano. L’altitudine di monti, colline e rilievi marini è definita in relazione al mare genovese e più precisamente allo specchio acqueo del porto del capoluogo ligure.

L’itinerario conoscitivo è continuato nel locale della “Conservazione del Tempo” da dove fino alla prima metà del secolo scorso, veniva trasmessa l’ora esatta a tutta la città di Genova. Il tempo veniva segnalato con lo sparo a salve di un colpo di cannone sistemato a Castellaccio e comandato elettricamente grazie ad un segnale inviato da uno dei “pendoli campione”.

Lo stesso pendolo si usava per l’accensione di un faro elettrico di notevole potenza sistemato sul semaforo di San Benigno e visibile a gran distanza. Il faro si accendeva ad ore fisse per 5 minuti esatti, dando la possibilità alle navi in banchina e ai cittadini di controllare i propri orologi.

Sala “Pendoli”

Il nostro percorso è terminato nella Biblioteca accanto all’Istituto. Qui è custodito un patrimonio letterario di portolani e di atlanti geografici meteorologici ed oceanografici che sono stati pubblicati tra la fine del ‘600 e il primo ‘900 da enti cartografici stranieri e preunitari. Sono conservate tra gli scaffali anche un migliaio di carte a stampa dei fiumi russi, molto rare, risalenti ai primi del ‘900.

Materiale presente presso la Biblioteca dell’Istituto Idrografico

Per quanto riguarda un passato più recente, ricordiamo che la campagna di Geofisica Marina High North 17, invece, proprio l’anno scorso, ha segnato il ritorno della Marina Militare e dell’Istituto Idrografico nell’ambito delle campagne scientifiche in Mar Artico. Ad 89 anni dall’impresa del Generale Umberto Nobile con il famosissimo dirigibile Italia.

Queste ricerche hanno evidenziato come la significativa riduzione della calotta polare sta rendendo l’Oceano Artico sempre più accessibile. Aree precedentemente non raggiungibili hanno iniziato ad essere utilizzate per scopi marittimi ed il prevedibile aumento di attività legate alo sfruttamento di giacimenti, alla pesca ed al turismo rischia di innescare cambiamenti radicali in questa regione che riveste un ruolo fondamentale quale “regolatore” del clima e del pianeta.

High North 17 con il suo approccio multidisciplinare e multi strumentale, coinvolgendo alcuni centri di ricerca nazionali ed internazionali, ha permesso di fotografare una piccola porzione di Oceano Artico, fornendo un’immagine completa del suo stato di salute. Lungo il percorso espositivo è stato allestita una mostra dedicata alla spedizione High North 17 svoltasi a sud delle Svalbard, con una serie di immagini scattate durante le operazioni che mostrano la vita quotidiana a bordo e le attività di ricerca.

Interessante anche l’esposizione di una benna di tipo Van Veen per il campionamento dei fondali.

Intanto, la campagna High North 18 partirà da Longyaearbyen il 7 luglio e si concluderà a Tromso il 26 luglio. L’obiettivo è raggiungere l’83° parallelo.

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