Di Fabrizio Scarinci
PARIGI. L’attacco su vasta scala lanciato lo scorso anno dal Cremlino nei confronti dell’Ucraina ha probabilmente segnato il definitivo passaggio dalla cosiddetta era “unipolare” seguita al crollo del muro di Berlino ad una nuova fase della Storia caratterizzata da un deciso re-intensificarsi della competizione tra potenze.
Per i Paesi europei, tale situazione ha ovviamente comportato dei mutamenti piuttosto radicali in fatto di politica strategica e in materia di spese militari, che molti dei loro governi hanno già deciso di portare ad almeno il 2% del prodotto interno lordo nel corso dei prossimi anni.
Chiaramente, tali mutamenti non mancheranno di avere un forte impatto anche sul comparto industriale, nell’ambito del quale i Paesi del “Vecchio Continente” (e, in particolare i suoi attori di maggior rilievo) hanno, già da diverso tempo, intensificato la propria cooperazione al fine di mantenere un certo livello di sovranità tecnologica e (volendo) di indipendenza strategica.
La tematica in questione è stata approfonditamente trattata proprio ieri a Parigi nel corso della conferenza stampa annuale di MBDA, dove il CEO del Gruppo Eric Béranger ha, non a caso, ricordato come solo collaborando tra loro i principali Stati europei possano conseguire la “massa critica” industriale, umana e finanziaria necessaria per lo sviluppo di progetti dall’elevato impatto strategico di tipo simile a quelli portati avanti da potenze quali Cina, Russia e Stati Uniti.
Controllata da Airbus (al 37,5%), da BAE Systems (presente anch’essa con il 37,5%) e da Leonardo (con una quota del 25%), proprio MBDA, attiva sin dal 2001 nel campo dei sistemi missilistici, costituisce uno degli esempi di maggior successo di tale spirito cooperativo.
Presente con oltre 14.000 dipendenti e diversi siti produttivi e di ricerca e sviluppo in Paesi quali Regno Unito, Francia, Italia, Germania e Spagna, il Gruppo si è infatti rivelato in grado, nel corso degli anni, di sviluppare strumenti particolarmente avanzati nell’ambito di tutti i domini.
Solo per citarne alcuni, tra essi figurano, ad esempio, i sistemi superficie-aria a medio-lungo raggio basati sui missili Aster (come quello di tipo navale di tipo PAAMS, sviluppato per Regno Unito, Francia e Italia, e quello terrestre di tipo SAMP-T, sviluppato da Italia e Francia e in procinto di essere fornito dai governi di Roma e Parigi anche alle Forze Armate di Kiev) e i cruise aviolanciabili di tipo Storm Shadow/SCALP (sviluppato da Regno Unito, Francia) e Taurus KEPD-350 (prodotto in Germania).
Attualmente il Gruppo è impegnato soprattutto con lo sviluppo del sistema SAMP-T NG, evoluzione del SAMP-T che sarà consegnata a Italia e Francia entro il 2025 e resa disponibile per l’export nel 2026, con l’avvio della produzione dei sistemi antiaerei a corto e medio-corto raggio CAMM-ER per il nostro Esercito e la nostra Aeronautica Militare, e con la messa a punto dello Sky Walden, un sistema modulare e scalabile progettato per integrare e controllare diversi sensori ed effettori allo scopo di affrontare minacce quali piccoli aerei e droni di dimensioni molto ridotte come quelli utilizzati nell’ambito del conflitto ucraino.
Nell’ambito del deep strike e dei sistemi anti-nave pesanti, invece, il 2022 ha visto il lancio della fase successiva del Future Cruise/Anti-Ship Weapon (FC/ASW) tra Francia e Regno Unito, incentrata sullo sviluppo coordinato del programma.
Particolarmente rilevante anche il settore del “Future Air Combat”, in cui MBDA risulta coinvolta in due grandi programmi: quello franco-tedesco-spagnolo del FCAS (Future Combat Air System), per il quale il Gruppo è responsabile di nuovi effettori denominati Remote Carrier, portando la propria esperienza nel combattimento collaborativo connesso, e quello del Global Combat Air Programme (GCAP) sostenuto da Regno Unito, Italia e Giappone, per il quale MBDA sarà leader nel dominio degli effettori.
Infine, sempre nel corso del 2022 l’azienda ha compiuto importantissimi passi in avanti anche con riferimento al settore delle armi ad energia laser diretta con l’acquisizione di Cilas in Francia, con i positivi test del sistema Dragonfire nel Regno Unito e con lo sviluppo della nuova tecnologia di tracciamento per laser ad alta energia (HEL) in Germania.
Stando alle parole pronunciate da Eric Béranger durante la conferenza stampa, nel corso del 2022 i ricavi di MBDA hanno raggiunto quota 4,2 miliardi di euro (più o meno in linea con il livello record del 2021), mentre l’acquisizione degli ordini ha raggiunto il nuovo record di 9 miliardi, portando il portafoglio ordini del Gruppo a circa 22,3 miliardi.
Buona parte di essi è ovviamente dovuta ai mercati domestici, ma anche le esportazioni hanno giocato un ruolo piuttosto importante; si pensi al contratto per i missili CAMM in Polonia e ai pacchetti di armamento per i nuovi caccia multiruolo Rafale acquistati da India, Emirati Arabi Uniti, Egitto e Grecia (che ha, tra l’altro, scelto MBDA anche per le sue nuove fregate).
Tutti questi risultati costituiscono un’importate conferma non solo dell’elevato livello tecnologico dei prodotti sviluppati dal Gruppo, ma anche delle enormi capacità che i Paesi europei sono in grado di conseguire attraverso la cooperazione; cosa che lascia certamente ben sperare con riferimento alle non facili sfide del prossimo futuro, che, tuttavia, dovranno necessariamente essere affrontate (tanto a livello governativo quanto a livello aziendale) sia ponendo la dovuta attenzione all’evolversi delle potenziali minacce (tra cui, ad esempio, droni, loitering munitions e, ovviamente, missili ipersonici), sia attraverso la ricerca di soluzioni che possano essere più rapide e più sicure dal punto di vista della supply chain, dato che nella nuova fase caratterizzata da forti tensioni tra attori di tipo statuale il fattore tempo e l’ottenimento di un maggiore livello di indipendenza in fatto di disponibilità di materiali e sottosistemi acquisiranno un’importanza decisamente maggiore rispetto al passato.
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