Medio Oriente: l’Iran starebbe pianificando di lanciare un nuovo attacco contro Israele a partire dal territorio iracheno

Di Fabrizio Scarinci

TEHERAN. Secondo quanto riportato da numerose agenzie di stampa e testate giornalistiche, l’Ayatollah Ali Khamenei, Guida Suprema della Repubblica Islamica dell’Iran, avrebbe ordinato la preparazione di un nuovo raid contro Israele.

A diffondere l’informazione sarebbero state fonti anonime dello stesso apparato miliare e di intelligence di Tel Aviv, secondo cui l’attacco di Teheran potrebbe essere lanciato anche prima delle elezioni presidenziali statunitensi (il che vuol dire entro il 5 novembre prossimo).

L’Ayatollah Ali khamenei, Guida Suprema della Repubblica Islamica dell’Iran

Si tratta, per certi versi, di una notizia non del tutto attesa, anche perché, all’indomani della risposta israeliana all’attaco iraniano del primo ottobre scorso, si aveva la sensazione che, anche in virtù delle pressioni esercitate da Washington, Tel Aviv avesse, alla fine, scelto di attaccare solo determinate tipologie di obiettivi militari ed industriali con l’obiettivo di “impartire una lezione” alla Repubblica Islamica e, almeno per qualche tempo, “chiuderla lì”.

Nondimeno, come emerso nel corso dell’ultima settimana, il raid avrebbe comunque ottenuto effetti strategici di vastissima portata.

Secondo diverse fonti, infatti, esso avrebbe sia lasciato Teheran molto più sguarnita sul piano della difesa antiaerea (cosa che sarebbe dovuta alla distruzione di numerosi sistemi superficie-aria, anche di tipo S-300, nonché di vari radar di allerta precoce), sia compromesso gran parte della capacità del regime iraniano di produrre sistemi missilistici avanzati (nello specifico, si segnala la notizia secondo cui, nelle località di Khojir e Parchin, gli attacchi di precisione dell’IDF avrebbero distrutto alcuni importantissimi impianti di miscelazione associati alla fabbricazione di missili a propellente solido che la Repubblica Islamica avrebbe acquistato in Europa e che ora sarebbe costretta a ricomprare o dalla Russia o dalla Repubblica Popolare Cinese).

F-16 dell’aviazione israeliana in volo

Secondo quanto riportato, sarebbe stata proprio l’entità dei danneggiamenti a far maturare alla leadership iraniana l’idea di non accettare il “pareggio” (che, nei fatti, non sarebbe comunque tale, considerando la maggiore efficacia degli attacchi di Tel Aviv) e di progettare una nuova azione contro Israele.

Un’azione che, stando a quanto trapelato, dovrebbe essere lanciata dal territorio iracheno, presumibilmente delle milizie alleate di Teheran.

Le ragioni di questa decisione sono, al momento, ancora oscure, anche se la cosa più facile da immaginare è che il regime degli Ayatollah voglia, da un lato, punire Tel Aviv per i danni subìti e, dall’altro, cercare di riportare lo scontro su una dimensione un po’ più indiretta, nella speranza di evitare nuovi e più pesanti raid sul proprio territorio da parte israeliana.

In ogni caso, per ora non vi sarebbe ancora nulla di certo.

Nelle prossime ore, così come nei prossimi giorni, Report Difesa seguirà con attenzione l’evolversi della situazione.

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