Roma. L’economia dell’area mediterranea sta subendo profondi cambiamenti grazie alla presenza ed a ruolo sempre più attivo di nuovi soggetti pubblici e privati. Questi soggetti stanno determinando nuove condizioni per la competizione ed il futuro sviluppo economico e sociale di tutta l’area.
Lo evidenzia un rapporto dell’Eurispes intitolato “Processi di internazionalizzazione del Mediterraneo. Il ruolo dei BRICS nei cambiamenti economici e sociali. Rapporto di analisi e valutazione per la Unità di Analisi, Programmazione, Statistica e Documentazione Storica, UAP – SDS MAEC”.
I ricercatori evidenziano che questa inedita situazione è in gran parte riconducibile al ruolo attivo svolto in modo sempre più incisivo ed intenso dal coordinamento dei BRICS (Brasile, Cina, India, Russia, Sudafrica), alle loro missioni istituzionali, agli accordi intergovernativi bilaterali e multilaterali, alle iniziative di scambi commerciali e di investimenti finanziari e produttivi delle loro imprese, ai patti di cooperazione scientifica, culturale sociale.

I cinque leader dei Paesi BRICS
Come sappiamo il Mare Nostrum vive conflitti, drammi, tragedie, scontri politici, flussi migratori ma vive anche processi imprevisti di internazionalizzazione dei suoi sistemi economici, produttivi e sociali, che a fianco dei tradizionali operatori pubblici e privati appartenenti all’Unione Europa, coinvolgono sempre più dei nuovi soggetti extra-europei, provenienti da altri continenti.
Il rapporto ha inteso valutare attentamente questi processi di internazionalizzazione economica, sociale e culturale dell’area mediterranea e del ruolo assunto dagli attori più attivi, tra cui i BRICS. I quali può aiutare a comprendere come il Mediterraneo, con la molteplicità dei suoi Stati sia coinvolto e può partecipare della costruzione di nuovi equilibri geo-economici, nuove politiche e nuovi sistemi di governance perseguiti a livello globale, in particolare dalle Nazioni Unite con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e nei vertici G20.
Ed ancora viene esaminato con quali termini e con quali iniziative la Unione Europea e l’Italia, come Stato membro, possono verificare e rimodulare eventualmente le rispettive politiche di cooperazione nell’area, al fine di renderle più idonee ad operare nel quadro delle nuove condizioni che si sono create nel Mediterraneo. Ed ancora quale nuovo contributo di indirizzi ed orientamenti può essere offerto dalle istituzioni pubbliche, europee e nazionali, agli operatori privati – imprese, sindacati, fondazioni. associazioni – per i quali stanno profondamente cambiando le situazioni di competitività, partenariato, co-sviluppo.
In questo senso, la sfida dei nuovi competitors internazionali extra-europei che si stanno affermando nel Mediterraneo costituisce per tutti un grande banco di prova.
Nel 2017, il testimone della presidenza del coordinamento dei BRICS è passato alla Cina (nel 2016 la presidenza è stata dell’India e nel 2015 della Russia).
L’auspicio, viene ancora analizzato dal rapporto Eurispes, è che l’agenda dei BRICS, nella linea di continuità dell’impegno a rafforzare il coordinamento, possa arricchirsi di una proposta complessiva, organica, per l’intera area mediterranea.
Da parte italiana ed europea deve emergere una risposta adeguata per promuovere un positivo confronto ed una collaborazione Italia-Unione Europea-BRICS che faccia del Mediterraneo un luogo di sviluppo condiviso.
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