LAMPEDUSA (AGRIGENTO). Ogni giorno sull’isola siciliana si registrano numerosi sbarchi di migranti.
Addirittura, negli ultimi giorni, anche nelle varie calette.
I Carabinieri lampedusani hanno rintracciato a Cala Pisana 8 uomini, 2 donne e 2 minori accompagnati che a bordo di un gommone di 6 metri (poi andaato alla deriva) erano partiti, ieri, da Monastir (Tunisia)
Provenivano da Tunisia e Marocco. Il viaggio è costato sui 600 euro.
La notte scorsa la Guardia di Finanza ha rintracciato 46 uomini, 2 donne e altrettanti minori accompagnati provienti da Siria, Marocco, Nigeria ed Egitto. Erano partiti da Zuara (Libia) imartedì notte su una barca di legno di 10 metri al costo di 4 mila dollari USA.
Sempre le Fiamme Gialle, all’alba, hanno rintracciato 40 uomini, 2 donne e 6 minori accompagnatl. Provenivano da Bangladesh, Eritrea, Marocco, Sudan, Egitto e Somalia.
Partiti da Zuara (Libia) martedì sera su una barca in vetroresina di 10 metri al costo di 3 mila dollari USA.
Altri 40 siriani sono stati rintracciati alle 5,00 di oggi sempre da un’unità della Finanza.
Anche loro erano partiti sempre da Zuara, martedì, su una barca in vetroresina di metri (poi sequestrata) pagando 4 mila dollari USA.
La GDF ha intercettato in mattinata 12 uomini, 3 donne e 2 minori (tutti tunisini) provenienti da Djerba (Tunisia).
Erano partiti martedi sera su una barca in legno di 5 metri al costo di circa 1500 euro.
La barca è stata trascinata fino al porto e sequestrata.
La Guardia Costiera ha intercettato, alle 4.55 di oggi, 19 uomini e 2 minori tra tunisini e libici.
Erano partiti da Zarzis (Tunisia) martedì sera su una barca in vetroresina di 4 metri che è poi andata alla deriva.
Attualmente, all’hotsport di Lampedusa, gestito dalla Croce Rossa italiana, sono presenti 256 migranti di cui 44 minori non accompagnati.
Secondo quanto riportato da un’anticipazione del Dossier Statistico Immigrazione 2023, a cura di IDOS, in collaborazione con Centro Studi Confronti e Istituto di Studi Politici “S. Pio V”, nel 2022, su oltre 500 mila stranieri stimati in condizione di soggiorno irregolare in Italia (un decimo rispetto ai poco più di 5 milioni regolarmente residenti) soltanto a 36.770 è stata intimata l’espulsione, circa 1 ogni 14 (inclusi 2.804 afghani e 2.221 siriani, che pure fuggono da Paesi in guerra e da gravi pericoli per la propria persona).
Di questi, solo 4.304 (11,7%) sono stati effettivamente rimpatriati.
Si tratta, secondo i ricercatori, di una quota estremamente bassa e inferiore a quelle registrate perfino negli anni dell’emergenza sanitaria (15,1% nel 2021 e 13,7% nel 2020) caratterizzati da forti restrizioni nella mobilità internazionale.
Per l’identificazione e l’effettivo rimpatrio dei migranti irregolari l’Italia, ormai dal 1998, ha istituito i CPR.
Nel 2022 vi sono transitati 6.383 migranti (68,7% in più rispetto al 2021 quando erano 4.387).
Solo la metà dei trattenuti (49,4%) si legge nel dossier ne è uscita per rientrare nel Paese d’origine (3.154).
Secondo la ricerca si tratta di un’incidenza in linea con quella degli anni precedenti (50,9% nel 2022 e 49,0% nel 2021), ad evidenziare che la scarsa efficacia non è contingente ma intrinseca al sistema.
È anche dimostrato che il tasso di efficacia non migliora prolungando i tempi del trattenimento, periodicamente oscillati, dal 1998 ad oggi, tra i 30 giorni e i 18 mesi.
Tra il 2019 (48,5%) e il 2020 (50,8%), per esempio, quando il tetto era di 6 mesi (a fronte degli attuali 3, che il Governo Meloni ha prolungato a 18), i livelli restano analoghi.
Lo stesso vale per la moltiplicazione delle strutture: nel 2016-2017 si era arrivati ad averne 14 (1.400 posti).
Il prolungamento del trattenimento e l’aumento dei CPR (o di strutture analoghe) comportano, spiegano sempre i ricercatori, maggiori costi economici, oltreché umani.
La legge di bilancio di fine 2022 ha previsto una spesa, per il triennio 2023-2025, di 42,5 milioni di euro per rafforzare il sistema dei CPR con 206 nuovi posti. E ulteriori risorse dovranno essere stanziate per averne uno per regione.
Tra il 2021 e il 2023 sono stati spesi 56 milioni di euro per affidare a soggetti privati la gestione dei CPR, cifra che per gli autori del dossier, non include i costi del personale di Polizia e di manutenzione delle strutture.
© RIPRODUZIONE RISERVATA