Migranti: a Lampedusa si attendono altri barconi. I Paesi del Mediterraneo si devono unire contro il traffico di esseri umani

LAMPEDUSA (AGRIGENTO) – dal nostro inviato. E il turismo sull’isola delle Pelagie va.

Lampedusa, anche in questi ultimi caldi giorni di settembre, conserva la sua forte vocazione alle vacanze degli italiani ma anche degli stranieri.

Un’immagine del mare di Lampedusa

L’hotspot di Contrada Imbriacola, gestito dallo scorso fine maggio dalla Croce Rossa italiana, che ieri sera è stato svuotato dagli ultimi 100 minori non accompagnati diretti su una nave commerciale a Porto Empedocle (Agrigento) è lontano e soprattutto è off-limits.

Carabinieri e Polizia vigilano nel piccolo slargo di fronte al cancello di ferro. Tre ragazze (due straniere e una italiana) improvvisamente hanno percorso, questo pomeriggio, il lungo viale che porta alla struttura, per “dare uno sguardo” ma sono state allontanate.

Intanto, viste le condizioni meteo-marine che sono migliorate si pensa che altri barconi appariranno presto all’orizzonte carichi di migranti.

Sul numero degli arrivi si registrano opinioni varie che danno dati in rialzo rispetto a quelli dello scorso 13 settembre quando ne arrivarono, in 24 ore, 8 mila. Molti di più della stessa popolazione che vive qui.

Immigrati ammassati su un barcone fatiscente

Se così fosse sarebbe per l’isola la gestione di un’altra emergenza.

I cittadini lampedusani ritengono che, nel caso questa forte emergenza, si dovesse appalesare le autorità dovrebbero agire diversamente, ma non installando una tendopoli.

Dal punto di vista gestionale, infatti, delle identificazioni e dei fotosegnalamenti dei migranti posizionare tende in un’altra parte dell’isola e poi portare all’hotspot gli stranieri per il disbrigo di queste pratiche sarebbe una perdita di tempo e nello stesso tempo inciderebbe sul turismo.

Per questo, si chiede che nel caso queste tende dovrebbero essere installate vicino all’hotspot, dove la Polizia di Stato potrebbe procedere allo svolgimento delle pratiche sopra citate e poi i migranti potrebbero essere fatti entrare nella struttura che, ricordiamo, è certificata per ospitare solo 400 persone.

In supporto potrebbero essere utilizzate navi militari dove poter svolgere le attività nel corso della navigazione e i migranti potrebbero essere portati a Porto Empedocle.

Nel pomeriggio di oggi, intanto una delegazione composta da una cinquantina di parlamentari europei del gruppo Identità e Democrazia ha visitato l’hotspot lampedusano.

Erano presenti deputati europei di Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Repubblica Ceca, Italia.

La delegazione dei parlamentari europei all’hotspot di Lampedusa

Marco Campomenosi, in qualità di capo delegazione della Lega, interpellato da Report Difesa, ha detto che è necessario che i Paesi del Mediterraneo si uniscano per combattere contro il traffico di esseri umani.

La Spagna, ha aggiunto, con Governi di sinistra ha agito “in maniera bilaterale con il Marocco che ha un Governo stabile e che su questi temi collabora. La Francia come sappiamo, nel passato, ha voluto destabilizzare per ragioni economiche la situazione in Libia. E tutti oggi sanno quanto sia importante lavorare affinché il Mediterraneo non solo sia pacificato e stabilizzato ma anche un luogo dove il commercio internazionale sia sviluppato e non dipenda più solo dalla Cina”.

Ma Bruxelles non crede allo sviluppo del Mediterraneo.

Spetta a Italia, Spagna, Grecia e a quella Francia che non intende più seguire le politiche di Emmanuel Macron farlo capire. Ma soprattutto agire nel più breve tempo possibile.

Il Presidente francese, Emmanuel Macron

Perché il fenomeno non si fermerà se non si interverrà rapidamente. Sì alla diplomazia, senza dubbio, ma con un occhio alla sicurezza nazionale e internazionale.

Perché se è vero che non si vogliono più migranti morti è altrettanto vero che la lotta agli scafisti, deve essere continua, fatta in collaborazione si con l’Unione Europea ma se questa continuasse a non muoversi, l’Italia dovrebbe prendere in mano la guida e coinvolgere quegli Stati che si affacciano sul Mare Nostrum ad un intervento.

 

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