Migranti, Spagna e Portogallo impegnati nella collaborazione politico-militare

Madrid. La cooperazione militare tra Spagna e Portogallo va avanti. Sul piano politico, i ministri della Difesa dei due Paesi hanno coordinato le posizioni, le visite e le iniziative negli ultimi due anni nella NATO e nell’Unione europea (l’ultima risale al 6 febbraio 2016 ad Oporto con i ministri della Difesa francese e italiano).

Forte la cooperazione militare tra la Spagna ed il Portogallo

L’ultimo l’Accordo di Cooperazione del 2015 riveste il ruolo di trattato ed i capi di Stato Maggiore della Difesa dei due Paesi iberici si riuniscono regolarmente in summit peninsulari o nel Consiglio di Sicurezza e di Difesa previ i summit bilaterali.

Una buona sintonia ha permesso, nel passato, di avere una presenza militare congiunta nelle Operazioni della NATO nei Balcani, Afghanistan ed i Paesi baltici e con l’Unione europea in Africa, In Libano con le Nazioni Unite.

Le Forze armate dei due Paesi hanno partecipato ad unità multinazionali come Euromarfor ed Eurofor ed hanno preso parte, per sei volte fino al 2017, a rotazione, alle Forze della NATO (VJTF) e della UE (Battlegroups).

Soldati portoghesi

Ma tutte queste esperienze non si sono trasformate in nessuna unità permanente, leadership o iniziativa congiunta.

A leggere i documenti della Difesa e della Sicurezza nazionale di entrambi i Paesi emerge, con chiarezza che la situazione del Golfo di Guinea, del Corno d’Africa, del Sahel non è delle migliori. Tanto che Spagna e Portogallo dovranno rispondere alle minacce.

La principale è quella del controllo del flusso migratorio. Una situazione che obbligherà entrambi a rafforzare la cooperazione per prevenire eventuali afflussi massicci di migranti.

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