Migranti, vertice di Berlino: il canto del cigno dell’Europa? L’unica che ha le idee chiare è solo l’Italia

Di Pierpaolo Piras

Berlino. Il mini-vertice di ieri a Berlino  ha fatto emergere un’ipocrisia in quantità industriale. Sorpresa, furbizia da quattro soldi ed inconcludenza hanno caratterizzato l’incontro dei sedici capi di Stato e di Governo, convocato a Berlino dalla cancelliera tedesca, Angela Merkel.

Le preoccupazioni della cancelliera tedesca

I quattro del Patto di Visegrad – Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria – sono stati, come già si sapeva, assenti e, comunque, aspramente dissenzienti sul tema “migranti”. Riuniti a Budapest giovedì scorso, i rappresentanti di questi quattro Paesi hanno contestato la legittimità dell’incontro, riservando la loro presenza al Consiglio europeo  del 28 giugno prossimo.

Il Primo Ministro ungherese Viktor Orban leader del gruppo di Visegrad

La loro posizione è più che nota: respingono categoricamente il cosiddetto progetto di “meccanismo di solidarietà efficace”, che imporrebbe una distribuzione obbligatoria dei migranti tra tutti gli Stati membri. La politica delle quote che Bruxelles ha cercato invano di imporre loro per più di due anni, ha, invece, rafforzato la loro linea sulla questione della migrazione. Dopo essere stati criticati per l’atteggiamento ostile nei confronti dell’immigrazione da parte di Berlino e dei suoi alleati, ora vogliono rovesciare le carte, ribaltare la situazione e imporre la propria visione della questione migratoria ai Paesi dell’Europa occidentale.

Lungi dal calmarsi, la ribellione sembra crescere ogni giorno. Sarebbero questi gli europeisti? Prontissimi ad incassare miliardi di euro dalla UE per svecchiare decenni di disastrosa dittatura comunista ed avviare un moderno processo industriale, ma altrettanto veloci a svignarsela di fronte alle scelte comuni.

Il vertice è vergognosamente fallito. La guerra mediatica è iniziata qualche giorno fa. Poi un crescendo nel quale i maggiori esponenti europei hanno dato davvero il peggio di se, dimostrando di non avere alcuna prospettiva strategica sul tema globale delle migrazioni. Sono stati interessati solamente al proprio limitato orticello di casa. Come se si potesse curare la febbre spezzando il termometro!

Ma, c’è di peggio. il Presidente francese Emmanuel Macron afferma  “n’a de lecons à recevoir de personne “ (Non abbiamo lezioni da ricevere da nessuno). Intanto, al contrario, ne ha imparato una dall’ Italia, l’unica che ha presentato proposte valide ovvero un progetto articolato e convincente.

Macron, che disprezza arrogantemente tutto ciò che non approva, accusa l’Italia di fare una politica anti-europea e nega che in Italia esista una crisi mondiale relativa alle migrazioni. Auspica che i partner UE che non collaborano siano puniti finanziariamente. Insieme allo spagnolo Pedro Sanchez, propongono che i migranti siano accolti nei Paesi di primo sbarco (l’Italia), in appositi “centri chiusi” protetti e finanziati dalla UE.

In altre parole deliberano motu proprio che sbarchino in porti altrui e siano sempre altri (ancora l’Italia) a custodirli e valutare la legittimità della richiesta d’asilo.  Sorprende ed indigna davvero la faccia tosta di chi considera  i popoli come gli italiani, i greci ed i maltesi ancora con l’osso al naso e gonnellino di bambù a copertura delle terga.

Ipocritamente, Macron e Sanchez non hanno citato il loro violento comportamento verso i migranti in sosta a Ventimiglia e quelli alla frontiera spagnola di Ceuta e Melilla.

Angela Merkel, pressata dai suoi alleati bavaresi della CSU, è la più chiara. Non spera più in una “soluzione completa” sulla gestione dei migranti al vertice europeo. Troppo arduo, se non impossibile, raggiungere il consenso comune fra tutti gli Stati membri. Al contrario, prospetta la frammentazione. “Ci saranno accordi bilaterali e trilaterali per aiutarsi a vicenda  senza aspettare il resto dei 28 Stati”, dice.

Emergono tre strappi. Uno è la rottura di quella sorta di “asse alpino” per quale l’Italia avrebbe dovuto, secondo il bavarese Seehofer, accogliere i migranti espulsi dalla Germania. Il secondo è  sui movimenti “secondari” dei migranti all’interno della UE.  La terza linea di frattura riguarda la scelta della località dove collocare i Centri migranti, se in Africa o, come dice Macron, sempre lui, in Italia. Mai, e poi mai, sul suolo francese.

Insomma, tra il vuoto d’idee e la fastidiosa quanto inutile esibizione dello sciovinismo francese , l’unica proposta concreta è provenuta dal presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte il quale ha presentato la sua innovativa “European Multilevel Strategy for Migration”, articolata in sei premesse e dieci obiettivi, tutti plausibili e coerenti, di cui vedremo gli sviluppi il 28 prossimo.

il capo del Governo italiano, Conte con il Presidente francese Macron

La delusione è il sentimento negativo e conclusivo che si prova di questo vertice berlinese nel quale di veramente preoccupante è emersa la mediocre statura personale e culturale della gran parte dei leader europei.

E poi ci lamentiamo dei nostri…!?

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