Minaccia guerra nucleare: è rincorsa alla costruzione di rifugi antiatomici nelle proprietà private

Di Valeria Fraquelli 

ROMA. La Russia ha compiuto oggi un’esercitazione che comprendeva “un attacco nucleare massiccio” delle sue forze strategiche in risposta ad un eventuale “attacco nucleare del nemico”.

Lo ha detto il ministro della Difesa Serghei Shoigu, citato dall’Agenzia Tass. “Tutti i missili hanno raggiunto i loro obiettivi”, si legge in un comunicato sul sito del Cremlino.

Il ministro della Difesa russo,, Generale Serghei Shoigu

Questa notizia riapre, così, di fatto la paura di una minaccia nucleare.

Ecco perchè, anche in Italia, c’è chi sull’onda di questa paura sta pensando di farsi costruire un rifugio. più o meno grande, anti atomico.

Nel nostro Paese, come si sa, non esistono centrali nucleari perchè un referendum ha detto no. Quindi nel pensare comune la paura viene rivoto ad un attacco esterno.

Tra coloro interessati ad un rifugio antiatomico, ci sono coloro che vorrebbero riadattare le proprie cantine o i propri seminterrati al fine di renderli più sicuri in caso di bisogno, mentre altri sembrerebbero optare per la costruzione di rifugi ex novo sotto il giardino o l’orto.

Vengono vagliate opzioni di ogni genere; da quelle più grandi a quelle meno grandi, da quelle più accessoriate e quelle meno accessoriate.

Tuttavia, come spiegano i vari esperti, per soddisfare tutte le richieste servirebbero diversi mesi.

Esiste un protocollo molto rigido da seguire in caso di incidente o di atto bellico, e tra le misure protettive urgenti rientrano l’evacuazione, il riparo al chiuso o la iodioprofilassi con apposite pastiglie.

Per incidenti molto gravi, evidenzia l’Agenzia di stampa DIRE, in suo servizio, “nelle centrali che si trovano a meno di 200 chilometri dal confine è previsto nel piano un riparo al chiuso e la iodoprofilassi anche a distanze maggiori. In caso di incidente grave, la popolazione che vive oltre i 200 chilometri potrebbe venire interessata dalle conseguenze dell’incidente attraverso una maggiore attenzione per l’alimentazione, in quanto la radioattività rilasciata potrebbe contaminare il territorio ed entrare nella catena alimentare”.

L’entrata di un rifugio antiatomico

Il problema per chi vuole un rifugio antiatomico è trovare i materiali necessari e non è cosa da poco. Non è facile trovare tutto, anche i professionisti sono in difficoltà.

Se si considera che, già da qualche tempo, per le abitazioni o gli uffici trovare materiale e oggettistica da costruzione è difficile, per un rifugio antiatomico che richiede un ricambio d’aria interno, un impianto per l’acqua e porte che sigillano per non fare entrare le eventuali radiazioni è praticamente impossibile e la grande richiesta non aiuta.

Infatti, visto che il pericolo nucleare ha cominciato a serpeggiare, tanti cittadini preoccupati si sono affollati a chiamare le agenzie specializzate perlomeno per avere almeno un primo preventivo e un’idea di cosa vuole dire avere un bunker antiatomico in caso di necessità. E i prezzi non sono certo popolari, anzi.

E poi costruire un rifugio antiatomico deve seguire tutta una serie di normative molto severe. Prima di tutto va richiesto un apposito permesso sia se il bunker sia sotto terra sia sia se è al livello del suolo.

Un cittadino, infatti, non può decidere di costruire il suo bunker privato in autonomia e vengono richiesti documenti specifici, è obbligatorio fornire una progettazione accurata, in linea con tutte le norme vigenti in materia.

Nel caso in cui si decida di realizzare il bunker sotto terra, esiste un limite su quanto si possa scavare.

È possibile, infatti, costruire fino a un massimo di tre metri di profondità. E bisogna controllare se il terreno sia posto in zona sismica oppure no.

Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina è diventato virale un simulatore che misura i danni di una bomba atomica a seconda del luogo dell’esplosione.

Si chiama Nukemap. Ha appena compiuto 10 anni, essendo nato nel 2012.

Il creatore è Alex Wellerstein,  docente allo Stevens Institute of Technology specializzato in armi nucleari e ovviamente il simulatore è nato per mostrare la differenza degli impatti delle varie bombe, distinguendo tra quelle a fissione e quelle a fusione.

Si può vedere quali effetti potrebbe avere un’arma nucleare sul proprio territorio.

La paura c’è e per sentirsi protetti in tanti sono disposti a pagare, e anche tanto.

 

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