Guardia di Finanza: a Roma scoperto un sistema corruttivo che garantiva allacci alla rete idrica azzerandone i consumi. Denunciato il “dottore dell’acqua” e altri 42 soggetti

Di Alessandro Margottini                        

ROMA. Il “dottore dell’acqua”, era questo il titolo con il quale si appellava un soggetto ritenuto il principale responsabile di un collaudatissimo sistema fraudolento smascherato dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma – Compagnia di Nettuno, i quali hanno complessivamente denunciato – a vario titolo – 43 soggetti indagati per i reati di peculato, corruzione, furto aggravato e truffa ai danni dello Stato, a cui si aggiunge quello di assenteismo per 5 dipendenti di “Acqualatina S.p.A.”, soggetto a prevalente capitale pubblico e gestore del servizio idrico integrato nell’Ambito Territoriale Ottimale 4 – “Lazio Meridionale”.

I finanzieri della Compagnia di Nettuno durante le indagini

Quello scoperto dai finanzieri nettunesi, più nello specifico, è un insidioso sistema di corruzione avvenuto nella gestione dei servizi idrici e fognari nel litorale romano.

Un “sistema” nel quale hanno preso parte alcuni dipendenti della citata società pubblica ed al cui vertice era posto un loro stesso collega.

Il “sistema” proposto si sostanziava infatti nel pagamento di una “parcella” oscillante tra i 200 e i 1.500 euro (in base ai “servizi” resi) e consentiva a non pochi utenti – perlopiù residenti tra le località di Anzio, Nettuno e Aprilia – l’allaccio diretto alla rete idrica o in fogna (ma con l’azzeramento dei consumi del contatore), oppure anche l’intervento di un mezzo autospurgo presso le loro abitazioni (a totale carico del soggetto pubblico).

Tra i “servizi” proposti – in questo caso dallo stesso dominus dell’organizzazione – c’era altresì quello di far realizzare i lavori idrici tramite un’impresa a lui riconducibile e della quale faceva parte anche il figlio (a sua volta dipendente della stessa “Acqualatina S.p.A.”) piuttosto che dalle maestranze di quest’ultima, come invece avrebbe dovuto essere in virtù del rapporto di dipendenza.

L’uomo era solito presentarsi in orario di lavoro presso i cantieri in cui operava la sua impresa; cantieri nei quali, spesso e volentieri, venivano impiegati anche materiali e strumenti della suddetta società pubblica.

Sempre stando a quanto rapportato agli inquirenti dai finanzieri, lo stesso “imprenditore” – forte della sua funzione d’incaricato per i sopralluoghi – ne andava a certificare la regolarità ricorrendo a falsi verbali, ai quali allegava in maniera artificiosa fotografie parziali e/o scattate in luoghi diversi rispetto a quelli effettivamente interessati dai lavori, potendo al riguardo contare anche dell’appoggio fornitogli dal funzionario di una società fornitrice di “Acqualatina s.p.a.” oltre che di un dirigente di quest’ultima.

Nel corso delle investigazioni – che hanno permesso di documentare ben 28 casi di corruzione – è altresì emerso come alcuni dipendenti di “Acqualatina S.p.A.” e alcuni noti imprenditori della zona si fossero abusivamente allacciati alla rete idrica pubblica; individuando 22 casi di contatori mai installati, bloccati, by-passati o che venivano ad essere ciclicamente azzerati.

A completamento di tale quadro costituito da diffusi quanto remunerativi illeciti, lo stesso “dottore dell’acqua” e il figlio erano peraltro soliti comprovare la regolare presenza sul luogo di lavoro facendo strisciare i propri badge dal congiunto negli appositi dispositivi marcatempo, coprendosi in tal modo le rispettive assenze per oltre la metà delle giornate annuali di lavoro.

Resta in ogni caso opportuno precisare che per le persone coinvolte (la cui maggioranza è già stata rinviata a giudizio) vale la presunzione di non colpevolezza, che rimarrà imprescritta sino a sentenza di condanna definitiva eventualmente pronunciata nei loro confronti.

La società danneggiata, che ha fornito piena collaborazione agli investigatori delle Fiamme Gialle, sta invece provvedendo alla sospensione o al licenziamento dei dipendenti infedeli in ragione della gravità dei comportamenti fraudolenti da loro tenuti e che, com’è facile immaginare, ha comportato un danno finanziario di non poca entità.

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