Napoli, il controllo del territorio dei Carabinieri. Tra lotta ai clan camorristici e microcriminalità

Napoli. Verde, rosso e blu. Sono questi i tre colori che distinguono i settori di intervento dei Carabinieri del Nucleo Radiomobile e dei poliziotti della Squadra Volanti della Questura di Napoli. Un terzo dei settori è controllato dall’Arma e due terzi dalla Polizia. Tecnicamente viene definito Piano di controllo coordinato del territorio (PCCT) ed è deciso d’intesa tra le due Forze dell’Ordine.

Una pattuglia dei Carabinieri impegnata nel controllo del territorio

In questo Piano rientra anche la Polizia municipale per gli interventi di sua pertinenza, quali incidenti stradali e  gestione del traffico. Tutte le Sale operative sono in collegamento continuo per la gestione delle emergenze.

Abbiamo trascorso qualche ora a bordo di una Gazzella dei Carabinieri per le vie del capoluogo partenopeo e della sua immensa periferia, per avere modo di conoscere l’impegno dei militari nel controllo del territorio.

Partiamo da Ponticelli, un quartiere ad est di Napoli. Nel 1983 salì all’onore delle cronache dei giornali dell’epoca per il caso di omicidio di due bambine, Barbara Sellini di 7 anni e Nunzia Munizzi di 10. Si tratta di una realtà difficile, fatta spesso di degrado sociale ed umano. Dove la criminalità, ogni giorno, da anni naviga come un pesce nella sua acqua.

E di fatti da raccontare ce ne sono tanti. il 20 giugno 2016 i Carabinieri del Comando provinciale di Napoli arrestarono, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale partenopeo su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli 89 persone. Di queste 75 furono condotte in carcere e 14 andarono agli arresti domiciliari. L’accusa era di associazione di tipo mafioso, traffico di droga, omicidio, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco, con l’aggravante della finalità mafiose.

Una Gazzella dei Carabinieri a Ponticelli

Il grande lavoro portato avanti dai Carabinieri di Cercola (Napoli) riuscì ad accertare l’esistenza e l’operatività di un’organizzazione di stampo camorristico che operava oltre che a Ponticelli anche nella stessa Cercola.

Secondo la magistratura la famiglia D’Amico “fraulella”, insediata nel parco Conocal di Ponticelli, in vari anni a partire dal 2009, dopo la cessazione del dominio del clan Sarno, si era affermata come gruppo autonomo. Si era alleata e si era scontrata con altre organizzazioni criminali che, visto il momentaneo vuoto di potere, stavano recuperando spazi.

Una scritta inneggia al Parco Conocal di Ponticelli

Grazie alle intercettazioni ambientali all’interno dell’abitazione di Nunziata D’Amico, detta “a passulona”, a quelle telefoniche ed alle immagini delle telecamere installate nel parco Conocal i Carabinieri sono riusciti ad  di accertare l’operatività di ben 11 piazze di spaccio di marijuana e cocaina a Ponticelli.

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20.06.2016 – Operazione Ponticelli

Le quali erano organizzate con meccanismi di turni fissi e cambi sul posto. Non solo, le indagini hanno evidenziato che il clan gestiva gli immobili popolari controllando il territorio con l’assegnazione, a titolo oneroso, di appartamenti a persone vicine ai clan stessi ed allontanando con la forza quelle ritenute indesiderate, come ad esempio le famiglie dei collaboratori di giustizia.

Sono state anche ricostruite le alleanze criminali con altri clan camorristici come quelle con il clan Sarno, attivo a Ponticelli ed il clan Ricci presente nei Quartieri Spagnoli di Napoli.

CARTELLO DELENDA

Un altro quartiere a rischio, sul quale i Carabinieri insistono nel controllo del territorio, è quello del Rione Traiano.

Sono sempre numerosi gli interventi per smantellare le piazze di spaccio di hashish, marijuana, cocaina, crack. Le indagini hanno evidenziato come sia documentato il coinvolgimento di interi nuclei familiari ed il contributo che le donne hanno fornito e forniscono all’approvvigionamento e allo smistamento della droga.

Sequestro di armi e droga al Rione Traiano

Ognuno, nelle piazze di spaccio, ha un preciso compito.

Ci sono i capi piazza ed i cassieri che si occupano di custodire i guadagni dalla vendita della droga. I custodi sono invece incaricati di sovrintendere alla sicurezza dei nascondigli o dei depositi degli stupefacenti.

Il compito delle vedette è quello di posizionarsi sui balconi o sui tetti degli edifici per sorvegliare le piazze di spaccio dall’alto o sulla strada. Transitano sempre in sella ad uno scooter sulle principali vie di accesso del Rione Traiano. Devono identificare ed indirizzare gli acquirenti verso i luoghi di vendita, oltre ad avvertire i consociati dell’arrivo delle Forze dell’Ordine.

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Gli spacciatori turnisti si devono occupare di confezionare e vendere materialmente gli stupefacenti. Sono suddivisi in squadre e ricoprono turni di 10-12 ore giornaliere. Operano all’interno di veri e propri piccoli bunker, videosorvegliati e con porte blindate, realizzati in modo abusivo sotto le scale dei palazzi.

I pusher mobili vengono usati dall’organizzazione criminale per consegnare a domicilio la droga ad una clientela considerata “selezionata”.

Nel passato i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Bagnoli, quartiere periferico di Napoli, e del Reggimento Campania hanno effettuato un blitz ripristinando i sigilli a 6 “bunker” in locali che erano stati sottoposti a sequestro perché usati come basi di spaccio nel corso di un’operazione che aveva portato a quasi 100 arresti. Hanno smontato e sequestrato 2 sistemi di videosorveglianza e cancellate di ferro che, ancora una volta, erano stati installati abusivamente a protezione dei “bunker”. Sono stati denunciati 17 pregiudicati ritenuti responsabili di spaccio di droga e violazione di sigilli. Denunciate anche due vedette che all’arrivo dei Carabinieri avevano cominciato a urlare “Mario”, la parola convenzionale per avvisare i complici della presenza delle Forze dell’Ordine.

Al Rione Traiano non gira solo tanta droga ma girano anche tante armi e relative cartucce. Per i Carabinieri è sempre un botta e risposta con la criminalità. La quale cerca di rimettere in funzione le piazze di spaccio chiamando così i militari a creare un argine al fenomeno. Controllano i nuovi “focolai”, si accertano che  nessuno rimetta piede nelle cantine e nei locali sequestrati, violando i sigilli.

Telecamere al Rione Traiano

Gli scantinati custodiscono un vero e proprio supermarket della droga, con gli annessi strumenti per confezionare le dosi come cellophane, buste tagliuzzate, forbici e bilancini.

Invece, le cabine elettriche spesso vengono usate per nascondere armi. Per occultare armi e droga si usano anche altri sistemi quali intercapedini di muri, aiuole e passaruote delle auto parcheggiate tra le palazzine.

Una volta il Rione Traiano era, come detto, un grande supermarket degli stupefacenti, oggi si è tornati all’antico: al dettaglio. Ma i controlli continui delle Forze dell’Ordine hanno prodotto numerosi arresti e sequestri.

Il nostro giro prosegue nel centro di Napoli nei luoghi della movida, dove i controlli antidroga dei Carabinieri hanno consentito di scoprire come la criminalità affidi a ragazzi gambiani lo spaccio di hashish e di marijuana (l’eroina sembra ormai uscita dal mercato). Mentre gli italiani si sono presi un mercato più “privilegiato”, dove c’è maggiore presenza di connazionali. Gli stessi acquirenti, in molti casi, sono anche spacciatori, un modo per ripagarsi la dose. In questo contesto, spiegano i Carabinieri, non sono emersi legami con la camorra, la quale punta ad affari di droga più redditizi.

Chiudiamo con un passaggio nelle strade intorno alla stazione centrale di Napoli. Dove si assiste a fatti legati alla microcriminalità. Come ad esempio quello che ha visto protagonista un giovane senegalese di 29 anni, in Italia senza fissa dimora, che a bordo di un autobus urbano in transito nella zona della stazione ferroviaria ha sottratto con destrezza il portafoglio ad un turista fiorentino di 70 anni, appropriandosi di poco più di 100 euro e dei suoi documenti. Il derubato si è accorto del furto e ha trattenuto il senegalese, chiamando subito il 112 per farlo arrestare.

O ancora quanto accaduto in Piazza Garibaldi, sempre nella zona ferroviaria, dove un 37enne originario dello Sri Lanka è stato arrestato dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Napoli per violenza sessuale. L’uomo, infatti, aveva bloccato e cominciato a palpeggiare una 24enne napoletana cercando di “convincerla” ad un rapporto sessuale. La giovane ha iniziato ad urlare e la scena è stata notata da militari del Reggimento Cavalleggeri Guide di Salerno in servizio per l’Operazione “Strade sicure” che hanno subito chiamato i Carabinieri. I militari del Nucleo Radiomobile e del Reggimento Campania sono intervenuti subito ed hanno arrestato il 37enne.

Il controllo dei Carabinieri alla stazione centrale di Napoli

Un altro episodio ha visto protagonista un 17enne del Gambia, in Italia senza fissa dimora. I carabinieri della Compagnia Stella e del Reggimento Campania insieme ai soldati impiegati nel servizio “Strade sicure” hanno lo hanno arrestato per tentata rapina aggravata. I militari lo avevano notato che, dopo avere aggredito a calci e pugni una nigeriana 21enne , incinta, stava tentando di rapinarla usando una pistola (solo dopo si è capito che era una semiautomatica a salve privata del tappo rosso).

Il nostro tour si conclude qui. Il controllo del territorio continua. E dopo Milano e Napoli, ReportDifesa sarà presto a Roma.

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