NATO, esercitazione “Trident Juncture 2018” importante esposizione dello strumento militare atlantico

Bruxelles. Manca circa una settimana all’inizio dell’esercitazione della NATO “Trident Juncture 2018” (25 ottobre-7 novembre). Sul terreno saranno schierati circa 50 mila partecipanti, provenienti da 31 Paesi alleati e da Stati partner. Si tratta del più grande impegno esercitativo dalla fine della Guerra Fredda.

Marines britannici

Saranno due le location. La principale è collocata in Norvegia con le sue acque nazionali e lo spazio aereo circostanti. Ma altre fasi esercitative si svolgeranno in Islanda. Così come saranno interessati gli spazi aerei della Svezia e della Finlandia.

Lo scenario prevede una minaccia di un immaginario nemico, proveniente dal fianco Nord Est dell’Alleanza atlantica.

Il motivo di tutta questa presenza militare è quello di testare le capacità della NATO di difendere e di rafforzare i suoi alleati, anche dall’altra parte dell’Atlantico. E qui entrano in campo due Paesi molto importanti: Canada e Stati Uniti. Militari provenienti da questi Stati si schiereranno a fianco degli alleati europei per dimostrare, ancora una volta, proprio quanto sia forte questo legame transatlantico.

Elicotteri americani e Marines sul terreno

Nelle due settimane di esercitazione verrà mostrata e sviluppata l’interoperabilità delle forze e delle capacità alleate. Lo strumento militare sarà esposto alla massima potenza. Saranno coinvolti assetti aerei, marittimi e terrestri che lavoreranno congiuntamente in uno scenario fittizio ma realistico. In campo circa 150 aerei, 65 navi e fino a 10 mila veicoli saranno schierati per l’esercitazione live.

Basta dare uno sguardo alla posizione geografica dell’esercitazione ed alle preoccupazioni sulla sicurezza condivisa per capire il ruolo giocato dai finlandesi e dagli svedesi. I quali sono tra i partner operativi più apprezzati della NATO. Essi parteciperanno, come detto, a tutte le attività live. Altri partner importanti dell’Alleanza parteciperanno da remoto, in attività via computer.

Soldati finlandesi

La NATO ha invitato i russi per fare da osservatori, dimostrando così l’impegno atlantico per la trasparenza ed il pieno rispetto degli obblighi di controllo degli armamenti e degli impegni previsti dal Documento di Vienna in merito a qualsiasi esercitazione che coinvolge più di 13 mila soldati (https://www.state.gov/t/avc/cca/c43837.htm) .

Documento di Vienna

Il fianco settentrionale dell’Alleanza era una volta una preoccupazione chiave per i pianificatori della Guerra Fredda. Ma, fino a poco tempo fa, ha visto poca attenzione della NATO nell’era post Guerra Fredda.

Negli ultimi due decenni, l’obiettivo principale della pianificazione operativa e delle esercitazioni è stata la gestione delle crisi, comprese le missioni di guerra nel mondo e le capacità in Medio Oriente ed in Asia centrale – o sul fianco meridionale dell’Alleanza. Ciò rifletteva le operazioni in corso degli alleati in Afghanistan ed altrove, nonché le preoccupazioni sull’instabilità in atto, lungo quasi tutto il fianco meridionale dell’Alleanza.

Un soldato russo

La Russia, sfidante tradizionale nel Nord Europa, era impantanata in difficoltà economiche e nelle prime fasi di un complicato processo di modernizzazione militare. Con questi fattori diminuiti o modificati, la grande strategia, la competizione statale e la geopolitica sono emerse ancora una volta come preoccupazione nel Vecchio Continente e nel Nord Atlantico. Pertanto, questo importante esercizio è uno sforzo tempestivo da parte della NATO per ristudiare alcune importanti lezioni di formazione del passato e prepararsi per le minacce attuali e future.

Non tutto è stato tranquillo nel Nord Europa, dopo la Guerra Fredda. Negli ultimi anni la Norvegia ha regolarmente ospitato esercitazioni minori della NATO, come “l’Arctic Challenge”, la “Cold Response” e la “Dynamic Mongoose”. Oltre a queste attività va segnalata l’Air Policing della NATO in Islanda (alla quale ha partecipato l’Aeronautica Militare italiana). Un’ attività che ha permesso ad alcune alleanze di familiarizzare con le operazioni nell’area del Nord Atlantico.

Un Eurofighter italiano partecipa all’Air Policing in Islanda

Negli ultimi anni, le mosse della Russia hanno cambiato il panorama della sicurezza in Europa e nel Nord Atlantico. Ricordiamo i numerosi messaggi di guerra che Mosca ha inviato all’Alleanza. E quindi il ruolo che i pianificatori NATO hanno oggi è molto importante per valutare ed addestrare le capacità dell’Alleanza nel dissuadere, contrastare e, se necessario, difendere la crescente capacità belligerante e militare russa.

Dobbiamo ricordare che la posizione difensiva della NATO è completamente diversa da quella che oltre 30 anni fa, al culmine della Guerra Fredda. All’epoca c’erano 350 militari americani di stanza in Europa rispetto ai 62 mila di oggi. Questa impronta statunitense, molto più leggera nelle basi europee, significa che la capacità di proiettare rapidamente ed in sicurezza i principali rinforzi americani attraverso l’Atlantico è essenziale per il ruolo di deterrenza della NATO che sia credibile contro la Russia.

La “Trident Juncture 2018” è, dunque, un altro tassello importante del puzzle geopolitico ed aumenta l’attenzione dell’Alleanza sulla pianificazione e sulla prontezza operativa delle sue truppe.

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