PRISTINA. Il tour politico-diplomatico del segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg ha fatto tappa anche in Kosovo.
Qui ha incontrato il Presidente della Repubblica kosovara, Vjosa Osmani.
Ed anche in questa occasione, come fatto a Belgrado nell’incontro con il Presidente serbo Aleksandar Vučić (https://www.reportdifesa.it/nato-il-segretario-generale-jens-stoltenberg-in-visita-a-belgrado-apertura-ad-una-maggiore-cooperazione-politico-militare-nei-balcani-tra-serbia-e-alleanza-atlantica/) , ha ricordato che a settembre scorso c’è stata “una grave esplosione di violenza nel Nord del Kosovo che ha fatto aumentare le preoccupazioni che un conflitto diffuso possa tornare nei Balcani occidentali. E a maggio, le truppe della KFOR sono state attaccate, lasciando 93 soldati della NATO feriti, alcuni gravemente. Tali attacchi violenti sono inaccettabili e i responsabili devono essere ritenuti responsabili”.
Per questo l’Alleanza atlantica ha risposto schierando mille peacekeepers in più.
Al Presidente del Kosovo, Stoltenberg ha ribadito che “la stabilità nella regione dipende da tutte le parti che scelgono la diplomazia rispetto alla violenza”. E che qualsiasi “dispiegamento della Forza di sicurezza del Kosovo nel Nord” richiede una partecipazione di KFOR.
“Ci aspettiamo – ha ribadito – consultazioni tempestive su qualsiasi azione della Forza di sicurezza o della Polizia del Kosovo che potrebbe avere un impatto sulla sicurezza regionale. Decenni di pace duramente conquistata non devono essere messi a repentaglio”.
Inoltre, la NATO sostiene con forza il dialogo facilitato dall’Unione Europea tra Belgrado e Pristina. Ma entrambe le parti devono impegnarsi.
Il segretario generale dell’Alleanza atlantica ha poi evidenziato di accogliere “con favore le ultime proposte per l’istituzione dell’Associazione dei Comuni serbi a maggioranza municipale in Kosovo. Questo sarebbe un passo fondamentale verso la normalizzazione delle relazioni. E verso una pace duratura e prosperità”.
Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, infine, ha ribadito che “un’adesione al partenariato per la pace richiede una decisione unanime di tutti gli alleati della NATO”.
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