Di Fabrizio Scarinci
BRUXELLES. Nella giornata di oggi, presso il Quartier Generale della NATO di Bruxelles, il Segretario Generale Jens Stoltenberg ha incontrato il Presidente del Kosovo Vjosa Osmani.
Durante la conferenza stampa tenutasi a fine incontro, il leader dell’Alleanza ha spiegato di aver trattato con la sua ospite diverse tematiche inerenti la situazione interna al suo Paese, focalizzandosi, in modo particolare, sulle gravi tensioni registratesi nella scorsa primavera in seguito alla decisione di Pristina di nominare quattro sindaci di etnia albanese eletti in altrettante città della parte settentrionale del Kosovo a causa del boicottaggio elettorale posto in essere dalla popolazione di etnia serba.

Un momento della conferenza stampa di fine incontro
Come ricordato da Stoltenberg, a causa delle sommosse avutesi in quei giorni sarebbero rimasti feriti ben 93 militari della NATO, un fatto oggettivamente increscioso che ha spinto l’Alleanza a rinforzare la propria presenza in loco con alcune centinaia di truppe aggiuntive.
Sempre a proposito dell’accaduto, il Segretario Generale ha, poi, rimarcato come, al fine di mantenere la sicurezza all’interno del Paese, si renda necessario il rispetto di tutti impegni sottoscritti dalle parti in causa nel corso degli ultimi anni, tra cui, ovviamente, anche quello con cui, nel 2013, il governo di Pristina ha accettato di coinvolgere la KFOR prima di ogni decisione inerente il rischieramento delle sue forze nelle aree a maggioranza serba.
Soffermandosi, invece, sugli obiettivi della presenza dalla NATO nel Paese, Stoltenberg ha ancora una volta ricordato la natura imparziale della missione KFOR, ribadendo come l’Alleanza stia sostenendo il dialogo tra le parti non solo sul campo, dove i suoi comandanti mantengono contatti costanti sia con le forze di sicurezza serbe che con quelle kosovare, ma anche a livello più generale, con il pieno sostegno al piano di dialogo facilitato tra Belgrado e Pristina promosso dall’UE.
Concludendo, il Segretario Generale si è, quindi, augurato la prosecuzione di tutte le iniziative politiche e diplomatiche miranti al riavvicinamento delle due comunità; un obiettivo che richiederà certamente molta pazienza e inclinazione al compromesso ma che potrà costituire, anche per lo stesso governo di Pristina, un importante banco di prova per dimostrare di essere un attore responsabile capace di lavorare in modo costruttivo per la pace e la sicurezza della regione euro-mediterranea.
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