Di Fabrizio Scarinci
Parigi. Il 19 febbraio scorso, presso il DGA Techiniques Hydrodynamiques di Val de Reuil (Normandia), il Ministro francese delle Forze Armate, Florence Parly, ha ufficialmente annunciato l’avvio del programma SNLN 3G (Sous-Marin Nucléaire Lanceur d’Engines 3eme Génération), che prevede la costruzione di quattro nuovi sottomarini nucleari lanciamissili allo scopo di sostituire gli altrettanti battelli della classe “Le Triomphant” attualmente in servizio con la Marine Nationale. Tale iniziativa, che il Ministero delle Forze Armate porterà avanti con Naval Group e alcune delle altre maggiori aziende nazionali del settore, rappresenta sicuramente uno dei progetti militari-industriali più complessi e strategicamente significativi lanciati dal Paese nel corso degli ultimi decenni.
Da diverso tempo a questa parte, infatti, fatta eccezione per una sessantina di missili stand-off “pre-strategici” ASMP-A a disposizione di un ridotto numero di cacciabombardieri Rafale abilitati al loro utilizzo, il grosso del deterrente nucleare di Parigi risulta incentrato proprio sulla sua flotta di SSBN, il cui costante aggiornamento, specie in considerazione della loro portata globale e della loro capacità di intraprendere azioni di rappresaglia anche in caso di gravi danni al territorio nazionale, figura chiaramente tra gli elementi cardine della politica militare del Paese.

Il sottomarino Téméraire della classe Le Triomphant in navigazione
Le consegne dei quattro sottomarini (quantitativo minimo indispensabile al fine di mantenere la costante presenza in mare di almeno un’unità) dovrebbero iniziare nel 2035 per poi andare avanti, al ritmo di una ogni cinque anni, fino al 2050. Con una lunghezza di 150 metri e un dislocamento in immersione di circa 15.000 tonnellate, le dimensioni dei nuovi battelli supereranno di poco quelle dei loro predecessori, anche se, rispetto a questi, soprattutto grazie all’introduzione di sistemi automatizzati di nuova generazione, dovrebbero necessitare di un equipaggio numericamente più contenuto.
Altre differenze con i Le Triomphant consistono, poi, nell’impego di una variegata panoplia di tecniche e strumentazioni volte ad ottenere un maggiore livello di silenziosità e di invisibilità rispetto ai sensori avversari, tra cui figurano una copertura fonoassorbente, un sistema di propulsione “pump-jet” e un avanzato sistema per la riduzione dell’impronta magnetica, che dovrebbe aiutarli a sfuggire più facilmente all’individuazione da parte di velivoli ASW dotati MAD (Magnetic Anomaly Detector).
Per quanto riguarda, invece, i sistemi d’arma, essi dovrebbero essere, almeno in una prima fase, gli stessi in uso sugli attuali SSBN. In particolare, le capacità di combattimento e di autodifesa dovrebbero essere affidate ai siluri pesanti F 21 (verosimilmente affiancati da qualche versione avanzata del missile antinave sub-lanciato SM 39 Exocet), mentre quelle di attacco nucleare (la vera ragion d’essere di queste piattaforme) rimarranno affidate ai missili balistici intercontinentali sub-lanciati M 51 (nella più recente versione M 51.4), che dovrebbero essere 16 esattamente come quelli attualmente imbarcati sui Le Triomphant.
Tuttavia, considerando che la vita utile di questi battelli dovrebbe essere di circa 40 anni (e che, di conseguenza, l’ultimo di essi ad venire consegnato dovrebbe restare in servizio orientativamente fino al 2090), è molto probabile che, anche in ragione della notevole evoluzione della tecnologia militare che l’attuale clima di competizione tra potenze lascia già intravvedere, tanto i loro equipaggiamenti quanto i loro sistemi d’arma siano destinati a subire, nel corso del tempo, diversi cambiamenti.
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