Operazione 30 days at sea: accertati da Europol, Frontex e Interpol 1.600 reati per l’inquinamento dei mari

Di Assunta Romano

L’Aja. Sono 1.600 i reati commessi inquinando i mari.

I dati dell’operazione “30 Days at Sea”

E’ questo il risultato reso noto da Europol, Frontex ed Interpol nell’ambito della 3^ edizione dell’operazione “30 Days at Sea” svoltasi  nelle scorse settimane con la partecipazione di 67 Paesi e di 300 agenzie internazionali.

Un’agente di Frontex

Realizzata  nell’ambito del programma EMPACT  (European Multidisciplinary Platform Against Criminal Threats) volto ad identificare e contrastare le attività della criminalità organizzata internazionale, l’operazione è stata svolta nel caso specifico contro i reati ambientali ( dallo scarico illegale al traffico di rifiuti oltre ad attività investigative nei confronti di migliaia di sospettati in tutto il mondo), grazie al coordinamento  a livello europeo di Europol e di Frontex e di Interpol su scala globale.

Fondamentale per il successo dell’operazione, è stato l’accesso al database dell’Interpol che ha consentito ai Paesi partecipanti di incrociare i dati relativi ai reati di inquinamento con quelli di frode, corruzione, evasione fiscale, riciclaggio di danaro sporco.

Cinque mesi di indagini e di attività di intelligence hanno consentito di portare a termine  l’operazione  con azioni svoltesi contemporaneamente in piu’ parti del mondo: 34 mila ispezioni in mare, su tratti navigabili interni, zone costiere e porti; 1.600 reati accertati contro l’inquinamento marino; 500 azioni illegali commesse in mare (scarico di petrolio, demolizione illegale di navi, emissioni di zolfo dalle imbarcazioni), 1.000 reati di inquinamento sulle zone costiere e nei fiumi, compreso lo scarico illegale di sostanze inquinanti; 130 attività di traffico di rifiuti accertate nei porti.

La Guardia Costiera scopre una montagna di rifiuti ferrosi e metallici 

Tra i vari  reati accertati, va segnalato  l’aumento degli sversamenti illeciti di dispositivi medici usati per l’emergenza sanitaria (guanti e mascherine) e del traffico di rifiuti plastici tra Europa e Asia.

Grazie alla collaborazione tra le autorità dei Paesi interessati, è stato possibile procedere all’arresto di 22 persone ed al blocco di migliaia di tonnellate di plastica destinate ad essere spedite illegalmente in Asia.

Lo smaltimento di rifiuti metallici contaminati dichiarati come ferraglia rappresenta un altro canale del traffico illecito di rifiuti.

Undicimila tonnellate di rottami metallici mischiati alla plastica, gomma, oli minerali ed altre sostanze inquinantisono stati intercettate dalla Guardia Costiera italiana mentre venivano caricati su navi rinfusiere dirette in Turchia.

Grazie alla sinergia tra le autorità  e le istituzioni internazionali, il numero delle indagini è più che raddoppiato dalla prima edizione  del “30 Days at Sea” a dimostrazione del fatto che combattere i crimini ambientali è diventata una priorità per molti Paesi .

“I crimini ambientali rappresentano una delle attività che la nostra Agenzia combatte per garantire la protezione dell’ambiente – ha spiegato il direttore generale di Frontex Fabrice Leggeri -. Sono fiero del fatto che nell’ambito della 3^ edizione dell’operazione 30 Days at Sea, i mezzi aerei e navali messi a disposizione da Frontex abbiano consentito il monitoraggio di circa 1.000 imbarcazioni”.

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