Di Valeria Fraquelli
Bruxelles. Missione ATALANTA e World Food Program (WFP) collaborano per portare stabilità e sicurezza nello Yemen.

Un peschereccio attaccato dai pirati nello Yemen
Solo pochi giorni fa l’EU NAVFOR Somalia ha fornito sostegno alle navi del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (PAM) che trasportavano personale delle ONG e delle Nazioni Unite attraverso il Golfo di Aden.
Il WFP ha chiesto il sostegno dell’EU NAVFOR Somalia a seguito di un ulteriore deterioramento della situazione della sicurezza nello Yemen, in particolare vicino ad Aden.
Vista tale richiesta, l’EU NAVFOR Somalia disposto l’impiego della Fregata italiana “Antonio Marceglia”, per scortare le navi del WFP a Gibuti.

La Fregata “Antonio Marceglia” in navigazione
Lo Yemen è in situazione molto delicata tra guerra civile e terrorismo ed è per questo che i pochi aiuti che riescono a passare per il Golfo di Aden devono essere scortati fino in porto.
Per un periodo, gli aiuti allo Yemen sono stati bloccati perché c’era il forte rischio che finissero nelle mani sbagliate e finanziassero solo traffici illegali. Ma adesso, seppur lentamente, riprendendo.
L’operazione ATALANTA è molto importante per la sopravvivenza della Somalia perché porta al Paese un aiuto concreto; attraverso il Programma Alimentare Mondiale arrivano a chi ne ha bisogno cibi di vario genere e medicinali per i malati.
Lo scopo della missione è di scortare le navi che portano i preziosi aiuti umanitari per non farle cadere nelle mani dei pirati che affamano la popolazione e aggravano una situazione che già di per sé è drammatica.
Anni di guerra e terrorismo hanno reso la Somalia uno Stato fallito in preda a capi carismatici e signori della guerra che rapiscono bambini e bambine per farli diventare soldati o schiavi sessuali e non c’è pietà per nessuno.
Spesso le consegne del World Food Program sono le uniche che possono dare un po’ di speranza e di sollievo agli abitanti di questa terra bella ma devastata.

Un dispositivo antipirateria
L’Unione Europea da sempre è decisa a lottare contro gli effetti della pirateria somala e delle rapine a mano armata in mare al largo del Corno d’Africa e nell’Oceano Indiano occidentale.
La pirateria somala è caratterizzata dal fatto che i criminali prendono il controllo delle navi che transitano per l’area più ad alto rischio della regione e poi estorcono denaro per rilasciare l’equipaggio, la nave e il carico; questo comporta tutte i rischi ed i pericoli della criminalità organizzata.
Gli equipaggi tenuti in ostaggio dai pirati spesso devono affrontare un periodo prolungato di prigionia. La media è di 5 mesi, anche se alcuni sono stati tenuti in ostaggio per quasi tre anni.
Inoltre, la pirateria incide sul commercio internazionale e sulla sicurezza marittima, nonché sulle attività economiche e sulla sicurezza dei paesi della regione.
Di conseguenza, e nell’ambito del suo approccio integrato alla Somalia, l’Unione Europea ha lanciato la forza navale dell’Unione ATALANTA (EU NAVFOR) nel dicembre 2008 nel quadro della politica europea di sicurezza e di difesa comune (PSDC) e conformemente alle relative risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (UNSCR) e al diritto internazionale.

Un gruppo di pirati somali
Ai sensi dell’azione comune 851 del Consiglio dell’Unione Europea, basata su varie risoluzioni delle Nazioni Unite, l’operazione ATALANTA ha i seguenti compiti:
– dissuadere, impedire e reprimere la pirateria e la rapina a mano armata in mare;
– monitorare le attività di pesca al largo della Somalia;
– sostenere altre missioni dell’Unione Europea e di altre organizzazioni internazionali che operano per rafforzare la sicurezza e la capacità marittima nella regione.
– proteggere le navi del Programma Alimentare Mondiale (PAM), della Missione dell’Unione Africana in Somalia (AMISOM) e di altre navi vulnerabili.
Il 30 luglio 2018 il Consiglio dell’Unione Europea ha prorogato il mandato dell’operazione ATALANTA fino al dicembre 2020.
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