OPERAZIONE BABYLONIA, CARABINIERI E GUARDIA DI FINANZA SEQUESTRANO SOCIETÀ PER 6,5 MILIONi DI EURO

Roma.. Operazione congiunta dei militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza e di quello dei Carabinieri di Roma che stanno eseguendo un decreto di sequestro di beni emesso dal locale Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia capitolina. GdF ed Arma hanno messo i sigilli a dieci società di capitali, per un valore complessivo di circa 6,5 milioni di euro.

Operazione congiunta Carabinieri e Guardia di Finanza

Le attività di sequestro sono stati eseguiti a Roma e provincia, Terni, Pescara e Caserta, nonché nelle province di L’Aquila e Latina.

A pochi giorni dall’esecuzione del provvedimento che aveva disposto il sequestro di 4 imprese, per un valore di circa 7,5 milioni di euro, Guardia di Finanza e Carabinieri, operando in sinergia, hanno così assestato un nuovo colpo ai due sodalizi criminali, con base a Roma e Monterotondo (Roma).

L’intervento si inquadra nella nota Operazione “Babylonia”, le cui indagini, eseguite dal Reparto Operativo – Nucleo Investigativo Carabinieri di Roma ed affiancate da mirati accertamenti patrimoniali del G.I.C.O. del locale Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria delle Fiamme Gialle, hanno condotto, nel 2017, all’esecuzione di 23 ordinanze di custodia cautelare, emesse dal GIP di Roma, su richiesta della D.D.A..

Sono stati arrestati appartenenti a due distinte associazioni per delinquere, dedite all’estorsione, all’usura, al riciclaggio, al reimpiego di denaro e beni di provenienza illecita, al fraudolento trasferimento di beni e valori, con l’aggravante del metodo mafioso.

In quel contesto, oltre ai destinatari della misura cautelare, erano stati indagati a piede libero altre 26 persone, tra cui un notaio, tre commercialisti ed alcuni infedeli dipendenti di banca.

Per aggredire i patrimoni illecitamente accumulati dai capi dell’organizzazione, sussistendo una netta sproporzione tra i redditi dichiarati e le ricchezze possedute, la Procura della Repubblica di Roma aveva richiesto e ottenuto l’applicazione di una misura di prevenzione patrimoniale, a carico di tre indagati per circa 280 milioni di euro. Tra i beni sequestrati molti locali, alcuni anche molto conosciuti nella Capitale.

Le indagini hanno anche evidenziato che una decina di società di capitali erano riconducibili agli indagati. Si tratta di aziende attive nel settore della ristorazione, nei giochi e scommesse, un’immobiliare ed una esercente l’attività di società di partecipazione. Pur in assenza di un reddito definito, avevano acquisito partecipazioni societarie , anche del valore di alcuni milioni di euro, nonché movimentato ingenti somme sui conti correnti personali e societari.

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