Di Valeria Fraquelli
Parigi. Si sta preparando una grande operazione militare congiunta tra Francia e Germania in Mali ed è stata anche creata una brigata mista franco-tedesca per arginare il fenomeno del radicalismo islamico che è molto diffuso nel Paese africano.
La presenza di gruppi terroristici legati ad organizzazioni come Al Qaeda o il sedicente Stato islamico negli ultimi tempi è aumentata in maniera esponenziale e si sono registrati attentati contro alcune importanti basi della missione ONU a guida francese che sta aiutando le autorità locali e contro alberghi frequentati da cittadini stranieri. La situazione del Mali nell’ultimo periodo si è aggravata ed i gruppi jihadisti hanno conquistato molte città importanti soprattutto nel nord del Paese; la crisi politica e l’instabilità del governo hanno permesso agli islamisti di creare zone franche in cui organizzano attentati e lucrano con i traffici di armi ed esseri umani.
Non è un caso se la prima visita in Africa di Emmanuel Macron da Presidente francese sia stata proprio in Mali, alla base in cui vivono e si addestrano i militari francesi; da qui partono le missioni contro i miliziani jihadisti e vengono organizzate e coordinate le azioni delle forze di sicurezza maliane. Questa base è anche il quartier generale della missione delle Nazioni Unite nel Sahel e in passato è stata più volte presa di mira dai terroristi e ci sono state perdite sia tra i francesi, sia tra i maliani.
La presenza militare francese in Mali dura ormai da anni, dal 2013 per l’esattezza, e la Francia ha lanciato l’operazione chiamata Barkhane il cui scopo è proprio liberare i territori occupati dagli jihadisti e riconsegnarli ai legittimi governi opportunamente rafforzati e dotati di mezzi e competenze migliori per garantire la sicurezza.
La regione del Sahel è altamente instabile e gli Stati che la compongono sono in preda a carestie e guerre, inoltre i governi sono molto deboli e corrotti e non riescono a frenare l’avanzata dei gruppi fondamentalisti che occupano ogni giorno nuovi territori. Le Nazioni Unite hanno espresso molta preoccupazione per la drammatica situazione di questa regione africana perché temono che l’instabilità si possa allargare a macchia d’olio anche ad altri Paesi e che si possa creare un vero e proprio corridoio per i terroristi che vogliono compiere attentati non solo nella stessa Africa ma anche in Occidente.
Macron durante la sua visita in Mali ha rassicurato le autorità del Paese africano dicendo loro che metterà a disposizione nuovi fondi per lo sviluppo e per la modernizzazione; due temi di fondamentale importanza nel mondo moderno e globalizzato. Senza sviluppo il terrorismo non potrà mai essere sconfitto, perché nasce dall’ignoranza e dalla mancanza di prospettive per un futuro migliore, ed è per questo che, secondo il Presidente francese, insieme alle operazioni militari devono essere fatti grossi investimenti per la costruzione di scuole sicure, ospedali e tutte le altre infrastrutture di base.
Coinvolgere maggiormente la Germania, che è giù presente in Mali, significa rafforzare il legame tra i due Paesi e renderà possibile la messa in sicurezza di alcune aree ancora sotto il controllo degli jihadisti. “La Germania è molto presente nelle operazioni di back-up “, ha detto il capo di Stato francese. “Voglio rafforzare tale partenariato e fare in modo che questo impegno tedesco, che è già presente, può essere intensificato. La Germania sa ciò che è in gioco qui (e) è anche parte della sicurezza dell’Europa e il nostro futuro. Né la Francia né la Germania sono isole fuori dal mondo”.
Parigi e Berlino, dunque, si impegneranno insieme nella stabilizzazione e pacificazione della tormentata regione del Sahel e sta per iniziare una grossa operazione militare che andrà a colpire i covi dei terroristi e dei loro simpatizzanti allo scopo di troncare il traffico di foreign fighters che potrebbero organizzare nuovi attacchi in Europa e anche i traffici di armi ed esseri umani che la fanno da padroni in quest’area.
La lotta al terrorismo sarà prioritaria perché sia il governo francese che quello tedesco riconoscono che per stroncare il fenomeno jihadista bisogna andare dove tutto questo ha inizio, in Africa, in quei Paesi come il Mali in cui il governo centrale ha pochissimo controllo sulla situazione del Paese ed è troppo debole per arginare da solo il traffico di foregin fighters e terroristi.
Aiutare le autorità maliane a recuperare il pieno controllo del territorio significa stabilizzare quel Paese e metterlo sulla strada dello sviluppo e identificare i potenziali terroristi prima che possano compiere attacchi in Occidente.