Terrorismo, Operazione contro i foreign fighters di Guardia di Finanza

Brescia.  Dieci ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Giudice delle indagini preliminari (GIP) contro altrettante cittadini siriani che sono stati accusati di far parte di un’associazione a delinquere aggravata, a carattere transnazionale (Svezia, Turchia ed Ungheria) dedita ai reati di riciclaggio, auto riciclaggio, abusiva attività di prestazione di servizi di pagamento.

Le indagini sono state dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Brescia. Oggi, i Finanzieri del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (SCICO) di Roma e del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Brescia della Guardia di Finanza hanno eseguito dieci ordinanze di custodia,

Un Finanziere dello SCICO

Sono state anche individuate prove certe che l’associazione di malavitosi finanziasse alcuni gruppi terroristici di matrice islamica.

In sintesi, era stata creata una consolidata rete di money transfer illegali, attraverso i quali veniva garantito un canale sicuro per il riciclaggio del denaro, che derivava da diverse attività illecite, in diversi Paesi dell’Unione Europea ed extraeuropei, nonché per raccogliere fondi destinati ad alimentare organizzazioni terroristiche operanti in Medio Oriente.
L’operazione, di conseguenza, ha di fatto disarticolato un’organizzazione criminale di matrice siriana che si era radicata in Italia, ma godeva di ramificazioni diversi Paesi ed era in grado di creare una rete di connivenze, assicurando la capacità di garantire lo spostamento di ingenti importi in contanti, completamente al di fuori dei canali legali, che sono soggetti alla vigilanza antiriciclaggio.

Poiché tra i promotori ed organizzatori di tale rete illecita di Hawaladar si erano infiltrati personaggi organici ad associazioni di matrice terroristica siriana, il sistema inevitabilmente è stato utilizzato anche per il trasferimento di soldi finalizzati a sostentare e finanziare tali organizzazioni, come emerso dalle indagini grazie anche alla sempre più fattiva collaborazione tra Guardia di Finanza ed organismi d’Intelligence, proprio nello specifico settore del contrasto alle attività di finanziamento al terrorismo.

Le indagini delle Fiamme Gialle, avviate già nel 2015, hanno preso spunto da una preliminare attività di analisi sui flussi finanziari intercorsi attraverso il circuito dei money transfer con i cosiddetti Paesi “a rischio”, a quali avrebbero partecipato anche altre persone segnalate dal CASA (Comitato Analisi Strategica Antiterrorismo) come possibili foreign fighters, infiltrati nella comunità siriana stabilitasi tra le province di Como e di Lecco.
Sin da subito, l’attività investigativa ha consentito di delineare, accanto all’esistenza di una struttura criminale di origine islamica stanziata in Brianza ed attiva nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in Europa, un’incessante attività di raccolta e di trasferimento di denaro – anche attraverso il canale non convenzionale “Hawala” – organizzata in maniera stabile attraverso numerosi “contatti” presenti nei Paesi interessati alle movimentazioni.
Il vorticoso flusso di denaro, hanno scoperto i Finanzieri, riconducibile alle movimentazioni “Hawala”, registrato nel corso delle indagini come superiore ai 2.000.000 di euro, veniva utilizzato anche per attività di riciclaggio oltre che per finanziare gruppi terroristici vicini alla organizzazione “Al-Nusra”.

In effetti in alcune conversazioni telefoniche intercettate, sono emerse circostanze relative alla presenza di “uomini” dell’organizzazione nelle zone “calde” della Siria per effettuare i trasferimenti di denaro richiesti a favore di ribelli antigovernativi contigui ad ambienti terroristici.
Personaggio di spicco dell’organizzazione, secondo l’inchiesta, è Anwar Daadoue alias “Abou Murad”, residente in Svezia nella città di Norrköping, il quale, come emerso anche nell’ambito di una specifica rogatoria internazionale attivata con il Regno di Svezia, gestiva l’attività di trasferimento – al di fuori del sistema bancario – di ingenti somme di denaro contante.

Daadoue, sempre secondo le indagini, era coadiuvato da Subhi Chdid detto “Abou Alì” – domiciliato in Turchia – insieme al fratello Hamoud ed ad Abdulrahman Abou Daher.

Perquisizioni in alcuni money transfer illegali.

Ulteriori trasferimenti di denaro. hanno scoperto gli inquirenti, erano realizzati anche da un diverso gruppo criminale che faceva capo al cittadino siriano Salmo Bazzka alias “Abou Mahmoud”, residente in Ungheria, con la collaborazione di Alaa Bazkka, Ahmed Hakim e Rabi Haidara, in contatto con gli altri arrestati grazie alla collaborazione di Mouayad Said Ahmad alias “Abou Hamze”, considerato un uomo di fiducia di Subhi Chdid ed in contatto con vari personaggi in Siria tra cui il fratello impegnato personalmente nel conflitto civile.

Il Servizio Centrale SCICO ha inoltre avviato un’operazione speciale “sotto copertura”, in collaborazione con i Servizi di Sicurezza nazionali (AISI) che ha permesso di avvicinare un importante membro dell’organizzazione criminale, Ayoub Chadad acquisendone la fiducia e consentendo di impossessarsi di importanti notizie relative al suo ruolo di addetto, per conto dell’organizzazione sotto indagine, alla raccolta del denaro ed alla sua “movimentazione”, per le attività di finanziamento al terrorismo internazionale, provando anche i suoi trascorsi di foreign fighter ed i suoi collegamenti con combattenti attualmente impegnati nel conflitto siriano tra le schiere di fazioni islamiste antigovernative.

Un contributo determinante è stato fornito dallAISI (Agenzia di Informazioni sulla Sicurezza Interna), che ha permesso di comprendere a fondo le metodologie utilizzate dagli indagati per effettuare i trasferimenti di danaro a beneficio delle fazioni terroristiche cui risultavano legati.

 

 

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