Di Gerardo Severino*
BUENOS AIRES. Orlando Orlandini, il protagonista di questa bella vicenda di emigrazione, nacque a Sinalunga, una pittoresca località della provincia di Siena che si erge sulle colline che separano la Val di Chiana da quella dell’Ombrone, l’11 luglio del fatidico 1848, l’anno delle rivoluzioni e della 1° guerra per l’indipendenza italiana, terzogenito del possidente e nobile Senese Francesco, classe 1821 e di Rosanna Bruschi, sua moglie.
Come ci ricorda la modesta biografia che gli verrà dedicata nel 1899 da un celebre Dizionario pubblicato a Buenos Aires, il giovane Orlando visse a Sinalunga la propria fanciullezza, frequentandovi le Regie Scuole Elementari[1]. Successivamente, nel corso del 1866, appena diciottenne e a pochi mesi dalla morte prematura del padre, Orlando pensò di arruolarsi volontario nell’Arma dei Carabinieri Reali, volendo contribuire al sostentamento della famiglia, composta, oltre che dalla madre, da altri tre fratelli e una sorella.
L’Arma, presente a Sinalunga con un Comando di Luogotenenza (nel settembre del 1867 diverrà celebre per via dell’arresto del Generale Garibaldi, dopo i noti “Fatti di Mentana”), era, allora, ancora fortemente impegnata nella lotta al brigantaggio post unitario nel Mezzogiorno d’Italia, e fu proprio in quell’area geografica che il neo Carabiniere fu destinato di primo acchito.
In seguito, girovagando per le varie Stazioni, il giovane Orlandini seppe onorare la gloriosa uniforme dell’Arma, che avrebbe indossato per ben 13 anni, quindi sino al 1879, anno in cui, volendo coronare il proprio sogno d’amore, decise di lasciarla prematuramente.
In quello stesso anno, Orlando convolò a nozze con una sua compaesana, Maddalena Ramondetta, classe 1857, dalla quale, nel corso del 1880, avrebbe avuto la primogenita, Lucia, seguita poi dalla nascita di Isabella, nel 1881 e, quindi, di Giuseppina, nel 1882. A Sinalunga, la famiglia Orlandini, per quanto aiutata dai propri congiunti, non se la passava certo bene, nonostante un tempo essa si fosse distinta sia per Nobiltà che per ricchezza.
Fu a quel punto che l’ex Carabiniere, che nella stessa città di nascita aveva intrapreso il mestiere di operaio, decise di seguire l’esempio del fratello più piccolo, Luigi (Sinalunga, 25 settembre 1850), che da Medico chirurgo aveva lasciato Firenze alla volta dell’Argentina.
Luigi giunse a Buenos Aires già nel corso del 1876, divenendo ben presto uno studioso di Scienze Naturali, ma soprattutto affermato Professore presso vari Istituti e Collegi di Buenos Aires (come quello nazionale di Catamarca, ove insegnò Igiene e Scienze Naturali), prima – ma anche dopo – essere entrato a far parte, in qualità di Medico Militare, del Corpo Sanitario dell’Esercito e della citata Armada.
Fu così che, nell’ottobre del 1882, salutata la famigliola, rimasta a vivere con i nonni paterni nella stessa Sinalunga, Orlando si recò a Genova, ove nella prima quindicina di quello stesso mese prese imbarco sul piroscafo “Le France”, stracolmo di emigranti diretti in Argentina o comunque negli altri Paesi dell’America Latina, quali Brasile e Uruguay.
Il trentaquattrenne emigrante Senese sbarcò a Buenos Aires l’11 novembre dello stesso ‘82, accolto a braccia aperte dal fratello Luigi e dalla cognata, Rafaela Alvarez de Orlandini, i quali lo avrebbero ospitato, per qualche mese, nella loro capiente casa porteña, in Calle Liniers, n. 4.
Non abbiamo assolutamente idea di cosa abbia fatto l’ex Carabiniere nei primi mesi che visse a Buenos Aires, tenendo peraltro presente che proprio in quel frangente storico, il fratello Luis aveva cessato di far parte del Corpo di Spedizione, capeggiato dal Colonnello Edoardo Racedo, impegnato nella nota spedizione militare e scientifica lungo il Rio Negro, in Patagonia[2] (la nota “Campagna del Deserto”, iniziata nel 1879), tornando così ad operare presso lo Stato Maggiore della Marina, sempre come chirurgo militare[3].
Il 25 febbraio del 1883, tre mesi dopo il marito, giunse a Buenos Aires, a bordo del piroscafo “Kepier”, partito da Genova una ventina di giorni prima, Maddalena Ramondetta, con le figlie più grandi, Lucia e Isabella, mentre la piccola Giuseppina fu lasciata ancora per qualche anno a Sinalunga.
Al servizio della “Comisaria General de Marina” (1883 – 1909)
Ricomposta finalmente e parzialmente la famiglia, Orlando Orlandini prese in affitto un appartamento in località Tigre, oggi ridente cittadina ubicata sul margine meridionale del delta del fiume Paranà, lungo le rive dei fiumi Lujan e Reconquista, a circa 28 chilometri a Nord di Buenos Aires.
Ma la vera svolta nella vita dell’ex Carabiniere Senese si sarebbe verificata di lì a qualche mese, esattamente il 6 di novembre, allorquando, molto probabilmente dietro interessamento del Capitano medico Luis Orlandini, il fratello Orlando fu assunto presso il Ministero di “Guerra y Marina”, in qualità di impiegato civile e, di conseguenza, assegnato come “Archivista” presso la “Comisaria General de Marina” (“Commissariato Generale di Marina”), Dipartimento dipendente direttamente dal c.. “Estado General de la Armada”, vale a dire la Marina Militare Argentina, allora ubicato in Buenos Aires, Calle Balcarce, n. 168[4].
Nel nuovo e prestigioso incarico d’ufficio, Orlando avrebbe profuso tutte le sue energie, ma soprattutto la notevole esperienza che aveva maturato in Italia, durante i 13 anni di servizio prestati nell’Arma dei Carabinieri Reali. Grazie alla nuova professione di Orlando, la famiglia si sarebbe ingrandita ulteriormente, con la nascita di Paolina, venuta al mondo il 30 agosto del 1884, ma non ebbe ancora la possibilità di affittare una casa capiente nella stessa Buenos Aires, tanto è vero che ancora nel 1886, l’indirizzo dell’Archivista di Marina Orlano Orlandini viene segnalato in “En el Tigre”[5].
Fu solo una decina d’anni dopo che venne alla luce il piccolo Orlando Francisco, il tanto sospirato machietto, nato a Buenos Aires il 23 novembre del 1894, quando ormai la famiglia si poteva finalmente permettere una casa nella stessa Capitale Federale, esattamente in Calle Corrientes, n. 2500, non molto distante dalla bellissima Chiesa di Nostra Signora di Balvanera, ove il 3 febbraio del 1896 fu battezzato l’ultimo nato, il citato Orlando Federico, i cui padrini furono gli zii Luis e Rafaela, tornati definitivamente da Córdoba, ove Luis si era recato per lavoro nel corso del 1885. Nel 1899, allorquando – come già ricordato in precedenza – Orlando Orlandini fu ricompreso assieme al fratello Luis nel “Dizionario Biografico degli Italiani del Plata”, l’uomo era già considerato un’esponente importante della Comunità italiana stanziata in Buenos Aires, tanto è vero che la striminzita biografia si concluse con la seguente frase, di per sé molto eloquente e veritiera: <<É lavoratore ed attivo, attende alle sue incombenze facendosi meritatamente stimare dai superiori per l’esattezza nell’adempimento dei suoi doveri>>[6].
L’Archivista ed ex Carabiniere Orlando Orlandini non ebbe, tuttavia, la possibilità di godersi appieno i sacrifici di una vita. Andato in pensione agli inizi del Novecento, si sarebbe purtroppo spento, a soli 61 anni, il 7 settembre del 1909, compianto dalla sua famiglia e da suo fratello Luis, che nel frattempo aveva smesso l’uniforme di Ufficiale di Marina per tornare a fare il medico a tempo pieno.
Luis Orlandini morì anche lui abbastanza giovane, a 67 anni, spegnendosi, sempre a Buenos Aires, il 25 giugno 1917, in piena “Grande Guerra”, allorquando anche l’Argentina aveva visto partire non pochi volontari, desiderosi di difendere la Patria lontana, la lontanissima Italia, che pur non avendo conosciuto in precedenza avevano imparato ad amare, grazie ai discorsi e all’esempio di genitori come Luigi e Orlando Orlandini, emigranti come tanti e che come tanti onorarono il nostro Paese lungo le rive del Rio de la Plata.
NOTE
[1]Cfr. Dizionario Biografico degli Italiani al Plata, Buenos Aires, Argos – Barossi, Baldassini e Cia, 1899, p. 250.
[2]Cfr. Antonio Alberto Guerrino, La Medicina en la conquista del desierto, Buenos Aires, 1984, p. 64.
[3]Cfr. Dizionario Biografico degli Italiani al Plata, op. cit., p. 249. Vgs. anche Dionisio Petriella e Sara Sosa Miatello, Diccionario Biografico Italo-Argentino, Buenos Aires, Associación Dante Alighieri, 1976, p. 499.
[4]Cfr. “Registro Naval – 1883” in <<Registro Nacional de la Repubblica Argentina que comprende los documentos espedidos desde 1810 – 1890, Tomo Novero – 1882/1884>>, Buenos Aires, Taller Tipografico de la Penitenciaria Nacional, 1896, p. 660.
[5]Cfr. Gran Guya de la Ciudad de Buenos Aires – 1886, Buenos Aires, Hugo Kruiz y Cia, 1886, p. 194.
[6]Cfr. Dizionario Biografico degli Italiani al Plata, op. cit., p. 250.
*Col. (Aus) G. di F. – Storico Militare
© RIPRODUZIONE RISERVATA