Polizia di Stato: a Pavia operazione antidroga. Sei albanesi in manette

Pavia. La Polizia di Stato di Pavia ha eseguito 6 ordinanze di misure cautelari, di cui cinque di custodia in carcere, a carico di soggetti albanesi appartenenti ad un sodalizio criminale dedito alla coltivazione e successiva vendita di marijuana.

Una coltivazione di marijuana

Le misure sono state eseguite dai poliziotti della Squadra Mobile con l’ausilio del Reparto Prevenzione Crimine e dell’Unità Cinofili Antidroga di Milano, nonché del Reparto Volo di Malpensa.

Operazione antidroga della Polizia

Questi arresti, eseguiti in stretto raccordo tra il personale della Squadra Mobile di Pavia e i colleghi di altri uffici di Polizia dislocati sul territorio lombardo, hanno permesso di sequestrare oltre 10 chili di marijuana.

Le successive analisi effettuate dal personale del Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica hanno permesso di appurare l’elevato indice THC della sostanza che veniva venduta ad un prezzo che variava da 3,5 a 5 euro per grammo.

A conclusione dell’attività investigativa e raccolti gravi indizi di colpevolezza, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Pavia ha emesso le ordinanze di misure cautelari personali a carico dei predetti appartenenti al consesso criminale.

Sempre nella mattinata odierna sono state eseguite perquisizioni personali e locali a carico dei soggetti.

Concluse le formalità di rito, gli arrestati sono stati associati presso la Casa Circondariale di Pavia.

L’indagine è iniziata lo scorso mese di ottobre a seguito di una segnalazione circa una possibile coltivazione illegale di cannabis realizzata all’interno di un cascinale abbandonato nelle campagne di Villanterio (Pavia).

Ricevuta la segnalazione, i poliziotti della Squadra Mobile hanno avviato tempestivi accertamenti che hanno permesso di individuare l´immobile e ottenere i primi riscontri.

A seguito di mirati servizi di appostamento ed osservazione nei pressi della cascina, gli investigatori hanno avuto modo di accertare che al suo interno era stato costituito un vero e proprio vivaio professionale con centinaia di piante di marijuana.

La successiva attività investigativa ha permesso poi di individuare altri due capannoni industriali destinati alla realizzazione di altrettanti vivai per la coltivazione di cannabis: il primo sito sempre nel territorio del Comune di Villanterio.

Il secondo, invece, nel territorio del Comune di Pieve Emanuele (Milano).

Il gruppo criminale aveva realizzato un sistema produttivo di livello “industriale” per la coltivazione della marijuana: centinaia di lampade collegate abusivamente alla rete elettrica pubblica garantivano il riscaldamento delle piante; mentre attraverso delle cisterne veniva garantito l´approvvigionamento idrico.

Tutte le coltivazioni, infine, erano dotate di un sistema sofisticato di videosorveglianza con telecamere e foto trappole che permettevano al gruppo di controllare le coltivazioni anche da remoto.

Le produzioni avvenivano a ciclo continuativo, tanto da permettere al sodalizio di ottenere ogni mese ingenti quantitativi di sostanza stupefacente da immettere nel mercato tramite vendite all’ingrosso.

Le indagini ha permesso di identificare compiutamente i componenti del gruppo criminale.

Sono tutti cittadini di origine albanese, residenti nel Milanese e gravati da precedenti penali e di Polizia.

E’ stato scoperto che uno di loro era il  promotore ed organizzatore dell’attività criminale, si occupava di individuare e realizzare i vivai di cannabis.

I due fratelli provvedevano alla materiale e giornaliera gestione dei vivai, al raccolto, essiccazione e imbustamento delle infiorescenze che man mano maturavano.

Un 48 enne era impiegato per la gestione delle produzioni all’interno dei vivai.

Mentre una donna di 26 anni partecipava alle operazioni di imbustamento pesatura e conteggio dei profitti delle vendite, nonché al controllo delle coltivazioni mediante la visione da remoto delle telecamere di videosorveglianza e un ragazzo di 24 anni si occupava infine di procacciare i clienti, fornendo le dosi di prova ed effettuando le successive cessioni.

Le cessioni avvenivano sempre con il medesimo modus operandi: procacciati i potenziali clienti, veniva fornita una dose di prova e, ricevuto l’ordine, avveniva la cessione della droga per quantitativi superiori al chilogrammo.

Grazie alle indagini, supportata anche da servizi di natura tecnica, nei mesi scorsi sono stati effettuati 3 arresti in flagranza di reato di detenzione ai fini di spaccio di marijuana a carico di altrettanti soggetti, fermati nell’hinterland milanese e nel lodigiano, dopo aver acquistato la sostanza stupefacente prodotta dal gruppo criminale.

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