ROMA. Si sono aperti ieri, presso la Scuola Superiore di Polizia, con l’intervento del Prefetto Vittorio Rizzi, Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Direttore Centrale della Polizia Criminale, i lavori del 17° Meeting degli esperti Internazionali della Sicurezza informatica, che costituiscono il gruppo di supporto dell’agenzia dell’unione europea EU-LISA, preposta alla gestione operativa dei sistemi IT su larga scala nello spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia.
Gli esperti, rappresentanti di ben 31 Paesi, stanno lavorando insieme per garantire la sicurezza dei sistemi informativi dell’area Giustizia ed Affari Interni, che verranno resi interoperabili, rispettando i cronoprogrammi europei di implementazione. Non si può infatti prescindere dal tema della sicurezza.
Nei mesi scorsi, è stato raggiunto un risultato epocale per l’Europa.
L’avvio del Sistema Informativo Schengen adeguato, il SIS recast, è la pietra angolare del complesso progetto dell’Interoperabilità dei sistemi informativi dell’Unione Europea in tema di visti, immigrazione e sicurezza.
Ventisette Paesi dell’Unione Europea, quattro Paesi associati e tre agenzie europee compongono ora un territorio virtuale che travalica i confini dell’Unione.
La vulnerabilità di un solo Paese potrebbe mettere in crisi l’intero sistema, vanificando tutte le iniziative, gli investimenti e gli sforzi fatti.
Il Prefetto Rizzi ha sottolineato nel suo intervento come “sia indispensabile procedere con un approccio olistico, con la costruzione di efficaci e condivise procedure per una attenta ed approfondita analisi delle minacce per individuare le più idonee capacità di risposta, il tutto al fine di garantire la sicurezza a 360 ° gradi dei sistemi informativi interconnessi a difesa delle nostre comunità”.
Infatti, nei prossimi giorni si svolgerà una esercitazione utile a testare l’efficacia delle misure di difesa adottate e le capacità di risposta al verificarsi di attacco informatico ad una postazione del sistema informativo nazionale, che metterà a dura prova il sistema di controllo della Cyber Security Operations Center (C-SOC) in seno alla Direzione Centrale della Polizia Criminale.
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