Polizia di Stato: il Corpo dedica un viaggio della memoria nella Fondazione Museo della Shoah

ROMA. In concomitanza con l’anniversario della morte di Giovanni Palatucci, la Polizia di Stato ha dedicato alla sua memoria un momento di formazione all’interno della Fondazione Museo della Shoah, in cui si sono recati i frequentatori del 111° corso Commissari presso la Scuola Superiore di Polizia.

Palatucci, già Questore di Fiume, morto il 10 febbraio del 1945 presso il campo di concentramento nazista di Dachau, è stato portatore di quei valori di giustizia e di servizio in favore dei cittadini che ispirano l’agire quotidiano degli uomini e delle donne della Polizia di Stato. È stato un uomo che ha cambiato le sorti di molte persone durante uno dei capitoli più bui della storia mondiale: l’olocausto.

Un momento di formazione all’interno della Fondazione Museo della Shoah

Per tale motivo nel 1990 Giovanni Palatucci è stato riconosciuto dallo Yad Vashem di Gerusalemme “Giusto tra le nazioni” e, nel 1995, è stato insignito della Medaglia d’Oro al Merito Civile con la seguente motivazione: “Funzionario di Polizia, reggente la Questura di Fiume, si prodigava in aiuto di migliaia di ebrei e di cittadini perseguitati, riuscendo ad impedirne l’arresto e la deportazione. Fedele all’impegno assunto e pur consapevole dei gravissimi rischi personali continuava, malgrado l’occupazione tedesca e le incalzanti incursioni dei partigiani slavi, la propria opera di dirigente, di patriota e di cristiano, fino all’arresto da parte della Gestapo e alla sua deportazione in un campo di sterminio, dove sacrificava la giovane vita”.

All’iniziativa hanno partecipato il Capo della Polizia Lamberto Giannini, la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, il Presidente della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia e del Prefetto Giuseppe Pecoraro, Coordinatore Nazionale per la Lotta contro l’Antisemitismo.

Toccante la testimonianza di Renata Conforty Orvieto, i cui genitori furono salvati da Giovanni Palatucci. Renata dice di essere nata grazie a Giovanni.  “I suoi genitori furono portati al confine: a Fiume e quando arrivarono i tedeschi, Palatucci gli fece avere i permessi per andare a Modena, dove altri funzionari di polizia li aiutarono”.

Fondazione Museo della Shoah

I Commissari della Polizia di Stato hanno poi visitato la mostra “L’Inferno nazista. I campi della morte di Belzec, Sobibor e Treblinka”, a cura di Marcello Pezzetti e ad accompagnarli in questo viaggio della memoria la storica della Fondazione Museo della Shoah Prof.ssa Isabella Insolvibile.

L’esposizione, inaugurata il 26 gennaio di quest’anno, è stata realizzata in occasione dell’ottantesimo anniversario della sollevazione del ghetto di Varsavia e delle rivolte avvenute nei campi di Sobibor e Treblinka, racconta un’operazione omicida, purtroppo quasi del tutto riuscita, che non ha alcun precedente in nessun tipo di civiltà. Si tratta dell’Aktion Reinhardt, ovvero l’uccisione della popolazione ebraica concentrata nei ghetti del Governatorato generale, il cuore dell’ex territorio della Polonia.

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