Brasilia. E’ stato arrestato, nei giorni scorsi, in Brasile, Massimo Iacozza, latitante da circa 4 anni, a seguito un’intensa attività investigativa condotta dalla Polizia di Stato e la Polizia Federale Brasiliana, sotto il coordinamento della Procura Generale presso la Corte d´Appello di Roma.
Le indagini sono state portate avanti da un pool di agenti della Sezione Antidroga della Squadra Mobile di Latina e della Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Fondi (Latina), in collaborazione con personale del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato.
In particolare, tra ottobre e novembre 2019, il gruppo investigatori iniziava le ricerche, anche attraverso attività di intercettazione telefonica ed ambientale, finalizzate alla cattura di Iacozza, latitante dal maggio del 2017, a seguito una sentenza che lo condannava a una pena detentiva di circa anni 9, per reati in materia di stupefacenti.
Le risultanze hanno confermato come il ricercato avesse lasciato il territorio nazionale, e si fosse allontanato definitivamente da Fondi, di cui era originario.
I successivi approfondimenti investigativi permettevano a distanza di un anno di localizzare, in Brasile, Massimo Iacozza, il quale si era perfettamente integrato all’estero svolgendo lavori per un’impresa di costruzioni.
In questi mesi, nonostante le difficoltà imposte dalla emergenza sanitaria pandemica, le indagini sono proseguite, oltre Oceano, senza soluzione di continuità, e permettevano di localizzare il latitante nella periferia di San Paolo, dove veniva catturato e ristretto in carcere, in attesa di essere estradato.
Iacozza, con precedenti di Polizia per reati in materia di armi e stupefacenti, è conosciuto negli ambienti criminali con il soprannome di “Varenne” (nome del cavallo considerato nel mondo delle corse come il migliore trottatore) per la sua abilità e capacità di correre a bordo di autovetture durante l´attività di pusher, ed anche per questo può essere considerato uomo di fiducia del clan Zizzo.
Nell´anno 2011 fu arrestato insieme ad Elvio Gentili e Giovanni De Salvo, i quali nascondevano in un edificio rurale, in provincia di Roma, 295 chili di hashish, e numerose cartucce di vario calibro.
Secondo le indagini, lo spessore criminale di Iacozza che intrattiene rapporti con personaggi del calibro di Gentili e De Salvo.
Quest’ultimo fu arrestato per un omicidio, proprio insieme al capoclan Michele Senese.
Nel 2012 fu arrestato nel’ambito dell’Operazione “San Magno”, unitamente ad altre 30 persone.
Proprio in questa predetta attività investigativa, si ipotizza l´appartenenza dello Iacozza al gruppo criminale capeggiato da Carlo Zizzo e suo fratello Alfiero, i quali vengono con i loro sodali, indagati per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti e detenzione abusiva di armi.
Nel contempo, Iacozza fu individuato come facente parte di un più vasto gruppo criminale dedito allo spaccio di droga anche in ambito internazionale ed inserito nelle risultanze dell’Operazione denominata convenzionalmente “Castillos”, la quale aveva portato al sequestro di 500 chili di hashish attraverso indagini che documentavano l’esistenza di due agguerriti gruppi criminali guidati l’uno dal leader degli ultrà della Lazio Fabrizio Piscitelli e l’altro da Paolo Diana.
Dopo due circa due anni trascorsi in carcere, Iacozza fu scarcerato e posto agli arresti domiciliari presso la sua abitazione di Fondi per un ulteriore anno.
In seguito per ulteriori 3 anni, gli vennero imposti degli obblighi di dimora e di presentazione alla Polizia Giudiziaria, Iacozza prima della emissione della sentenza definitiva di condanna, emessa dalla Suprema Corte di Cassazione nel maggio del 2017 che lo condannava a una pena detentiva di 9 anni, 1 mesi e 12 di reclusione, faceva perdere le proprie tracce, lasciando il territorio nazionale.
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