Di Assunta Romano
Dubai. La scienza e la tecnologia puntano alla prossima missione sulla Luna.

L’allunaggio del 1969
Tra queste, ci sono le tecnologie per l’esplorazione, l’estrazione e il recupero di risorse e potenziali soluzioni per creare sul suolo lunare un habitat sostenibile.
Con questi obiettivi l’Italia, insieme alla NASA e all’ESA (Agenzia Spaziale Europea) è parte del progetto “ARTEMIS” che vedrà a breve il ritorno dell’uomo su questo che è l’unico satellite naturale, dopo oltre 50 anni dalla missione di Apollo 17.

Un momento della missione Apollo 17
Nella settimana dedicata all’esplorazione spaziale, nei giorni scorsi Dubai, si è svolto nel Padiglione Italia dell’EXPO 2020 un convegno organizzato da Leonardo” sul tema “ The lunar space economy. The first step towards an interplanetary generation”.
Organizzato in collaborazione con il coordinamento tecnico scientifico di SDA Bocconi , la giornata di studio ha focalizzato l’attenzione sui vantaggi che la scienza e la tecnologia possono ricavare dalla prossima missione sulla Luna.
“Le nostre ambizioni collettive nello Spazio hanno importanti risvolti anche per il nostro pianeta “- ha dichiarato nel suo intervento l’Amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo -. Uno degli obiettivi del ritorno sulla Luna è rendere l’esplorazione interplanetaria più sostenibile utilizzando le risorse lunari. Ma ci sono ulteriori ricadute: migliorare la qualità della nostra vita sulla Terra”.
“Lo Spazio – ha aggiunto Profumo – potrebbe, infatti, offrire risorse fondamentali che saranno scarse o costose sul nostro pianeta. Si pensi alle terre rare utili per i dispositivi elettronici, per esempio”.
Contemporaneamente a migliaia di chilometri di distanza, presso il Kennedy Space Center in Florida è terminato l’assemblaggio dello Space Launch System (SLS), un razzo alto quasi 100 metri, alla cui sommità è stata fissata la navicella Orion.
Il lancio, previsto per febbraio del prossimo anno, darà il via ad “ARTEMIS I” con l’esplorazione attorno alla Luna, senza equipaggio a bordo.
Il test di lancio servirà a preparare la missione “ARTEMIS II” con equipaggio a bordo della “navicella Orion”.

La missione “ARTEMIS II” inizierà febbraio 2022
Prima del lancio di “ARTEMIS I” verranno eseguiti numerosi test (verifica dei singoli componenti e dei sistemi di comunicazione, simulazione del conto alla rovescia) per verificare il funzionamento della navicella in preparazione della fase successiva del progetto.
Con “ARTEMIS II”, i quattro astronauti a bordo viaggeranno nel sistema solare ben oltre i confini raggiunti dalle precedenti missioni spaziali.
Il lancio, previsto per il 2023, avverrà dal Kennedy Space Center in Florida.

Il Kennedy Space Center in Florida
La terza fase della missione “ARTEMIS III” porterà la prima donna e il primo uomo sulla Luna per un’esplorazione a lungo termine che aprirà la strada a future missioni nello Spazio, tra cui l’ atterraggio dell’uomo su Marte.
Nell’ambito del “progetto ARTEMIS” è prevista la costruzione sul suolo lunare di un campo base e la realizzazione di un’astronave che rimarrà nell’orbita lunare per più di 10 anni.
Compito della “navicella GATEWAY” sarà quello di supportare la missione a lungo termine degli astronauti e dei robot sia sul suolo che nell’orbita lunare.
“Secondo un recente studio di PricewaterhouseCoopers (PwC) – ha spiegato il direttore generale dell’ESA Joseph Aschbacher – i mercati dei beni e servizi lunari dovrebbero espandersi rapidamente fino a raggiungere un totale di 170 miliardi fino al 2040, un’ottima opportunità per l’Europa di essere tra i top player e di plasmare il corso degli eventi”.
FOTO DI COPERTINA: CREDIT SITO NASA
© RIPRODUZIONE RISERVATA