Di Fabrizio Scarinci
KIEV. L’escalation che, nel corso degli ultimi mesi, ha caratterizzato l’andamento del conflitto russo-ucraino non accenna a fermarsi.
Nelle ultime settimane, infatti, i russi hanno accelerato la loro avanzata verso Ovest sul fronte del Donbass e intensificato le loro azioni volte a riprendere i territori persi in agosto nella regione di Kursk, dove, secondo il Pentagono, sarebbe entrata in azione anche una parte del contingente inviato da Pyongyang in aiuto di Mosca.
Il tutto sostenuto da attacchi di droni e missili particolarmente intensi, che si sarebbero concentrati soprattutto sull’infrastruttura energetica dell’Ucraina.

Dal canto loro, le forze ucraine avrebbero, invece, lanciato diversi attacchi in profondità contro il territorio russo, sia mediante l’utilizzo di sistemi missilistici, tra cui anche gli ATACMS e gli Storm Shadow/SCALP ricevuti dall’Occidente, sia mediante l’utilizzo di droni, che sarebbero arrivati a colpire anche la stessa Mosca e la città di Kazan, situata ad oltre 1.000 km di distanza dalla linea del fronte.
In tale contesto sarebbe, poi, giunta, ieri, anche la notizia secondo cui gli ucraini avrebbero lanciato una nuova azione offensiva nella regione di Kursk.
Di questo attacco, a dire il vero, non si sa moltissimo e la maggior parte delle informazioni arriva da fonti russe.
Nello specifico, secondo quanto reso noto dal Ministero della Difesa di Mosca, un distaccamento d’assalto ucraino composto da due carri armati, un veicolo del genio militare e dodici AFV (ossia veicoli corazzati da combattimento) avrebbe attaccato nei pressi del villaggio di Berdin intorno alle ore 9.00.

Sempre secondo fonti russe, nelle ore successive le forze di Mosca avrebbero distrutto entrambi i carri, il veicolo del Genio e 7 dei veicoli corazzati da combattimento utilizzati nell’azione, anche se gli scontri sarebbero comunque continuati.
Se le cose stessero effettivamente così non si tratterebbe, dunque, di un’azione “in grande stile” ma di una mossa, tutto sommato, localizzata.
Una mossa che sembrerebbe, tuttavia, inserirsi nell’ambito dei più ampi obiettivi strategici di Kiev, che, non diversamente da Mosca, mira a sedersi nella più vantaggiosa condizione possibile ad un eventuale tavolo delle trattative mediato dal Presidente statunitense Donald Trump.
In tal senso, riuscire a conservare il controllo di una porzione di territorio russo risulta senz’altro un elemento di notevole importanza.
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