Di Antonella Casazza
BARI. I finanzieri del Comando Provinciale di Bari, sotto il coordinamento con la locale Procura della Repubblica ed in collaborazione con l’Agenzia dell’Entrate e l’Ispettorato del Lavoro, hanno condotto una complessa ed articolata indagine che ha interessato soggetti economici operanti in diversi settori commerciali, costituiti in forma di cooperative, di consorzi o di società di capitali.

Si tratta di una ricorrente fenomenologia evasiva che si avvale di compagini societarie “apri e chiudi”, oltre che dei classici “prestanome”, attraverso i quali stipulare contratti d’appalto fittizi nel settore della prestazione di servizi e somministrazioni irregolari di manodopera a favore di committenti più o meno conniventi; stratagemmi per mezzo dei quali massimizzare i guadagni ed evadere le imposte dirette ed indirette, oltre che le ritenute da lavoro dipendente e nonché i contributi previdenziali ed assicurativi.
Modus operandi che le indagini condotte dalla GDF barese hanno consentito di far emergere in tutte le loro caratteristiche, come quello delle c.d. “società serbatoio” (spesso costituite in forma di cooperativa o di società di capitali), che si avvicendano nel tempo trasferendosi di continuo manodopera e che in maniera sistematica omettono i versamenti IVA, peraltro con la possibile erosione della base imponibile contributiva che viene ad essere manipolata sulle buste-paga dei dipendenti.
Tutto ciò consente a tali imprese di abbattere i propri prezzi, il che determina una evidente alterazione del mercato ma che diviene particolarmente vantaggiosa per altre compagini tecnicamente definite “società-filtro”.
In questo caso si tratta di realtà societarie (in larga parte consorzi privi di maestranze o con un numero esiguo di dipendenti) che rifatturano le prestazioni ai committenti finali, come ad ulteriori “filtri” inseriti nel meccanismo frodatorio con l’unico scopo di allungare la catena commerciale, oltre che di rendere più difficoltosi i controlli dell’Amministrazione Finanziaria.
Un meccanismo che consente, dunque, a queste società di ottenere un indebito vantaggio derivante dalla materiale disponibilità di lavoratori dipendenti, senza però l’assunzione dei relativi oneri e sempre con la possibilità di praticare tariffe inferiori a quelle normalmente presenti sul mercato, circostanza questa che determina effetti distorsivi durante l’aggiudicazione di nuovi contratti di fornitura, a tutto discapito delle aziende concorrenti che operano nel rispetto delle regole.
In estrema sintesi, si tratta dunque di un modello fraudolento che, oltre a realizzare gravi condotte legate allo sfruttamento dei lavoratori e concorrenza sleale, si materializza con reati tributari come la dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti e l’emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.
Un quadro senza dubbio inquietante quello qui descritto – oltre che pericoloso per il Fisco – nel quale si inserisce a pieno titolo l’odierna operazione della Guardia di Finanza di Bari che ha consentito il sequestro preventivo, emesso dal GIP del Tribunale barese su richiesta della Procura della Repubblica, di beni per circa 60 milioni di euro nei confronti di un consorzio attivo nei servizi logistici relativi alla distribuzione delle merci e di tre società cooperative operanti nel medesimo settore.
Per l’Autorità Giudiziaria inquirente si tratta di beni derivanti da reati di dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti realizzati tra il 2016 e il 2021, nonché dall’omesso versamento dell’IVA risultante dalle dichiarazioni annuali.
Nella descritta vicenda va in ogni caso rilevato come il descritto provvedimento di sequestro giunga nella fase delle indagini preliminari, che necessita dunque di successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa e che, in ogni caso, non preclude la presunzione di non colpevolezza degli indagati in presenza di addebiti di natura penale, sin quando nei loro confronti sarà intervenuta una eventuale e definitiva sentenza di condanna.
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