Reggio Calabria, la Guardia di Finanza confisca beni per 2,5 milioni di euro

REGGIO CALABRIA – Un patrimonio di circa 2,5 milioni di euro riconducibili a Giuseppe Stefano Tito Liuzzo è stato confiscato dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia. Al provvedimento di confisca emesso dalla DDA reggina si arriva dopo un’attività investigativa eseguita nell’ambito dell’operazione “Araba Fenice”, condotta dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziario di Reggio Calabria. In quell’operazione furono eseguiti 47 arresti tra cui il Liuzzo e il sequestro di beni per circa 90 milioni di euro.
Le indagini condotte dai militari delle Fiamme Gialle, confermavano l’appartenenza di Giuseppe Stefano Tito Liuzzo alla ‘ndrangheta reggina curando illeciti interessi economici nelle attività riguardanti l’edilizia privata. Questa circostanza – sempre secondo le indagini della Guardia di Finanza e della DDA – viene confermata anche da alcuni collaboratori di giustizia. Nel dettaglio, il proposto – secondo gli investigatori – aveva coordinato la “equa” spartizione mafiosa dei lavori di completamento di un complesso immobiliare costruito nel quartiere reggino di Ravagnese, nonché partecipato al summit relativo alla predetta spartizione e conseguente assegnazione dei citati lavori alle imprese riconducibili alle famiglie di ‘ndrangheta dei “Condello”, “Rosmini”, “Ficareddi”, “Ficara-Latella”, “Nicolò-Serraino”, “Fontana-Saraceno” e “Musolino”.

militari del gico della guardia di finanza

 

I Finanzieri del G.I.C.O. (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata) – avevano concentrato l’attività investigativa sulla ricostruzione della capacità reddituale e del complesso dei beni di cui LIUZZO Giuseppe Stefano Tito e i suoi congiunti erano risultati poter disporre, direttamente o indirettamente, dall’anno 2005, accertando la notevole sproporzione degli investimenti rispetto alle risorse lecite, nella formazione del patrimonio a loro riconducibile. Le investigazioni a carattere patrimoniale hanno consentito, altresì, di acquisire concreti e solidi elementi in ordine alla volontaria e consapevole intestazione fittizia di beni (imprese, fabbricati, terreni e autovetture) riconducibili al citato LIUZZO – reale dominus – ma formalmente attribuiti a soggetti terzi. Dopo gli accertamenti effettuati la Sezione Misure di Prevenzione del locale Tribunale con il provvedimento in esecuzione, ha ora disposto la confisca di prevenzione del patrimonio riconducibile al Liuzzo costituito da un’impresa individuale esercente l’attività di commercio all’ingrosso di materiale da costruzione, 6 immobili, 2 veicoli, rapporti bancari/assicurativi e disponibilità finanziarie (di importo complessivo superiore a 110.000 euro), per un valore stimato in circa € 2,5 milioni.
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