Relazioni Corea del Nord-Russia. Kim Jong-un e la nuova alleanza con Mosca

Di Giuseppe Gagliano*

PYONGYANG L’annuncio di Pyongyang sull’invio di oltre 10 mila soldati al fronte russo, insieme a munizioni, missili e sistemi di artiglieria, segna una svolta che va ben oltre la guerra in Ucraina.

Kim Jong-Un attorniato dai suoi Generali

Kim Jong-un ha esaltato il coraggio dei suoi uomini, definendo l’impegno militare “ciò che andava fatto”.

Non si tratta di un gesto isolato: Pyongyang aveva già firmato nel 2024 un patto di difesa reciproca con Mosca, trasformando una storica diffidenza in una cooperazione militare strutturata.

Dimensione militare: un supporto prezioso per Mosca

Per la Russia, l’arrivo di soldati nordcoreani rappresenta un sollievo strategico.

Non solo rafforza le linee logistiche e i fronti più esposti, ma l’integrazione di artiglieria e missili nordcoreani compensa in parte la superiorità tecnologica degli armamenti occidentali forniti a Kiev. È la risposta speculare al sostegno che gli Stati Uniti e l’Europa garantiscono all’Ucraina. Putin ha definito queste truppe “eroiche”, segno che il Cremlino intende valorizzare al massimo la loro presenza.

La stretta di mano tra Kim e Putin

 

Aspetto economico: la moneta di scambio

Dietro questa alleanza c’è anche la questione economica. Pyongyang, sotto sanzioni asfissianti da decenni, riceve in cambio risorse energetiche, cereali e tecnologie militari avanzate. La guerra, dunque, diventa un’occasione per Kim Jong-un di rompere l’isolamento e di assicurare al suo regime una sopravvivenza economica che altrimenti sarebbe insostenibile. Per Mosca, invece, la Corea del Nord è un fornitore a basso costo di forza militare ed equipaggiamento, funzionale a prolungare lo sforzo bellico.

Dimensione geopolitica: il triangolo Mosca-Pechino-Pyongyang

Il rafforzamento dei legami tra Russia e Corea del Nord non può essere letto senza considerare la Cina.

I due leader amici Xi Jinping e Kim Jong Un

Pechino, pur mantenendo una prudente distanza, beneficia di questa triangolazione: da un lato lascia a Pyongyang il ruolo di spina nel fianco per gli Stati Uniti, dall’altro permette a Mosca di drenare risorse occidentali verso il fronte europeo.

Si delinea così un asse euro-asiatico che riduce lo spazio di manovra dell’Occidente e ne moltiplica i fronti di crisi.

Dimensione geoeconomica: la sfida al blocco occidentale

Il patto Mosca-Pyongyang è anche un segnale geoeconomico: le sanzioni, utilizzate come arma primaria dall’Occidente, perdono efficacia quando emergono reti alternative di scambio.

Il carbone e i metalli rari nordcoreani, i fertilizzanti e i cereali russi, le tecnologie dual use condivise, vanno a costruire un circuito parallelo che sfida la supremazia finanziaria e commerciale di Stati Uniti ed Europa.

È un colpo al cuore della logica sanzionatoria e un precedente che potrebbe attrarre altri Paesi marginalizzati.

Test missilistici nord coreani

Prospettive e implicazioni

L’ingresso diretto della Corea del Nord nella guerra ucraina non è solo un episodio bellico: segna la trasformazione di un conflitto regionale in un laboratorio di alleanze globali.

Trump tenta, senza successo, di mediare un vertice tra Putin e Zelensky, ma il fronte orientale si consolida su nuove basi.

L’Occidente, che immaginava Mosca isolata, deve ora fronteggiare un’inedita solidarietà tra regimi autoritari pronti a resistere al sistema liberale. La guerra in Ucraina diventa così una cartina di tornasole del nuovo disordine globale.

*Presidente Centro Studi Cestudec

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