Di Chiara Cavalieri
MASCATE (OMAN). L’Iran e gli Stati Uniti si incontreranno, sabato prossimo, per colloqui indiretti ad alto livello, come confermato dal ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi.

I negoziati, facilitati dal Sultanato dell’Oman, segnano un potenziale punto di svolta nei rapporti tra i due Paesi, da anni congelati a causa delle tensioni nucleari e delle sanzioni internazionali.

Durante una conferenza stampa, Fatemeh Mohajerani, portavoce del Governo iraniano ha dichiarato:: “I negoziati inizieranno indirettamente ad alto livello e i colloqui devono iniziare a vedere dove porteranno”, mantenendo un tono cauto ma aperto alla possibilità di un dialogo futuro.
Ha poi aggiunto: “Ci auguriamo che i colloqui siano intelligenti e servano a tutelare gli interessi del popolo iraniano”, rimarcando che l’Iran non accetterà compromessi che mettano a rischio la propria sovranità o sicurezza.
A commentare la situazione è intervenuto anche il Portavoce delle Nazioni Unite,Stéphane Dujarric, che ha definito l’iniziativa: “Un’importante opportunità per ridurre le tensioni”, sottolineando la rilevanza globale dei colloqui per la stabilità del Medio Oriente.

Un contesto carico di tensione
I colloqui arrivano in un momento di forte pressione geopolitica.
- L’Iran ha intensificato le misure difensive attorno ai propri siti nucleari in risposta a minacce esterne
- Gli Stati Uniti, nonostante l’assenza di relazioni diplomatiche formali, hanno fatto recapitare una lettera al Leader Supremo Ali Khamenei tramite funzionari emiratini, segnalando interesse per un nuovo patto sul nucleare.
- Teheran, da parte sua, ribadisce che non negozierà “sotto coercizione”, ma è pronta a esplorare soluzioni tramite canali indiretti, come già avvenuto con il JCPOA nel 2015.

Possibili scenari futuri
- Ruolo dell’Oman: Ancora una volta, il Sultanato si propone come mediatore discreto e credibile, dopo aver avuto un ruolo chiave nel dialogo nucleare del passato
- Temi caldi: Oltre alla questione nucleare, il tavolo dei colloqui potrebbe includere anche la sicurezza regionale, il conflitto in Yemen e le tensioni con Israele.
Gli esiti sono, dunque, incerti:
Un eventuale fallimento delle trattative potrebbe portare a una nuova escalation, con l’Iran pronto ad accelerare il suo programma nucleare e gli Stati Uniti a rafforzare le sanzioni o il supporto ad azioni militari alleate.
L’incontro di sabato in Oman potrebbe rappresentare una rara occasione per evitare lo scontro diretto e riaprire uno spiraglio verso la diplomazia.
Tuttavia, le divergenze restano profonde e il clima di sfiducia reciproca impone un approccio estremamente cauto.
Il vertice di sabato rappresenta molto più di un semplice scambio di posizioni. È un banco di prova per la diplomazia multilaterale, un’occasione per scongiurare un conflitto aperto e ricostruire canali di comunicazione interrotti.
Con lo sguardo della comunità internazionale puntato su Mascate, resta da vedere se questa fragile apertura porterà a un cambiamento duraturo o si tradurrà in un’altra occasione mancata
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