Di Fabrizio Scarinci
WASHINGTON/MOSCA. Secondo quanto riferito da fonti ufficiali di Russia e Stati Uniti, la telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin avutasi nel pomeriggio sarebbe andata molto bene.

Il Presidente statunitense Donald Trump e quello della Federazione Russa Vladimir Putin
I dettegli disponibili sono, al momento, ancora molto pochi, ma, stando a quanto si è avuto modo di apprendere, nel corso del colloquio, durato circa due ore e mezza, i due leader avrebbero trovato alcuni significativi punti di convergenza.
Primo fra tutti quello per cui in Ucraina sarebbe necessario costruire le basi per una pace duratura.
Certo, a molti la credibilità di Putin a riguardo non apparirà proprio elevatissima; cosa, peraltro, più che giustificata soprattutto se considera l’inaffidabilità da egli mostrata nel corso dell’ultimo decennio, nonché il fatto che, da diversi mesi a questa parte, le truppe di Mosca starebbero riuscendo a porre in essere una lenta ma inesorabile offensiva verso occidente (una situazione che, almeno in teoria, dovrebbe portare il Cremlino a tirarla il più possibile per le lunghe).
Nondimeno, bisogna anche considerare come, dall’inizio della guerra in poi, oltre a mancare il loro obiettivo iniziale (consistente in un cambio di regime a Kiev), i russi avrebbero subìto circa mezzo milione di vittime tra morti e feriti e sarebbero stati costretti ad avvicinarsi alla Repubblica Popolare Cinese ben più di quanto, forse, avrebbero voluto.

Forze russe impegnate in Ucraina
In presenza di tali circostanze, appare quindi, piuttosto logico che essi non vogliano, ora, lasciarsi sfuggire l’occasione di ottenere una pace non del tutto disonorevole sul piano militare, nonché un più generale disgelo con la superpotenza a stelle e strisce.
Di conseguenza, malgrado Putin sia tornato a chiedere la totale cessazione degli aiuti militari a Kiev (cosa che potrebbe certamente complicare le trattative), nel corso della telefonata i due Presidenti avrebbero comunque ribadito la necessità di intraprendere un percorso volto al congelamento del conflitto.
Un percorso che dovrebbe partire, in modo particolare, da un cessate il fuoco sulle infrastrutture e sugli impianti energetici da accompagnare con un negoziato tecnico per il conseguimento di una pausa delle azioni militari sul Mar Nero.
L’obiettivo finale da essi dichiarato è quello di un cessate il fuoco permanente.
Stando a quanto affermato da Vladimir Putin, inoltre, già domani dovrebbe avvenire uno scambio di prigionieri con Kiev (175 per 175), mentre nei prossimi giorni, come segno di buona volontà, la Russia si impegnerà a consegnare 23 militari ucraini gravemente feriti.
Quanto alla sorte dei militari ucraini presenti nella regione di Kursk, ormai quasi completamente accerchiati ed accusati dal Cremlino di aver compiuto crimini di guerra, Trump sarebbe riuscito ad ottenere per loro un trattamento dignitoso, anche se, anche a tale riguardo, i dettagli sono ancora molto pochi.
Nel corso del colloquio sarebbero state, inoltre, trattate anche le spinose tematiche legate alla complessa situazione mediorientale, dove gli USA hanno lanciato, nei giorni scorsi, un pesante attacco aereo contro i miliziani Houthi dello Yemen, e gli israeliani hanno ripreso, durante la scorsa notte, le loro azioni militari contro le forze di Hamas presenti nella Striscia di Gaza.
Riguardo alla gestione delle dinamiche di tale regione, entrambi hanno convenuto che all’Iran (importante partner di Mosca) non dovrebbe mai essere permesso di dotarsi degli “strumenti per distruggere Israele”.
Più in generale, entrambi avrebbero, poi, concordato sul fatto che USA e Russia dovrebbero impegnarsi al fine di arrestare la proliferazione nucleare e a sviluppare relazioni maggiormente improntate alla cooperazione.
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