Di Gerardo Severino*
SUCRE (BOLIVIA) – nostro servizio particolare. Il 6 agosto del 1825, uno speciale Congresso riunito a Chuquisaca, oggi importante Dipartimento boliviano, proclamò l’indipendenza dell’Alto Perù, che da quel momento in avanti avrebbe assunto il nome di “Repubblica di Bolivia”, proprio in onore del suo fondatore, il Generale venezuelano Simón Bolívar, universalmente conosciuto col titolo di “El Libertador”, tanto che alla sua nobilissima figura sono stati dedicati, sia nel mondo che in Italia, non poche statue equestri e busti.

Nel formulare, ai tanti boliviani che vivono e lavorano in Italia, gli auguri più affettuosi per questo straordinario traguardo, offriamo ai nostri lettori un breve flash storico dedicato alle vicende che portarono alla nascita della citata Repubblica: l’ennesimo risultato strategico di colui che è stato uno dei Padri dell’Indipendenza dei popoli sudamericani, lo stesso uomo che avrebbe ardentemente voluto riunire quei popoli sotto forma di Repubbliche, nell’ambito di una sorta di Confederazione di Stati indipendenti, sul modello statunitense.

L’indipendenza dell’Alto Perù e la proclamazione della Repubblica di Bolivia (1810 – 1825)
Agli inizi dell’Ottocento, il territorio corrispondente all’attuale Bolivia era noto al mondo intero col nome di “Alto Perù”, una regione dell’America Latina la cui conquista, da parte spagnola, aveva avuto inizio nel lontanissimo 1538, allorquando anche quei territori, sin lì appartenuti agli Incas, furono assoggettati al Vicereame del Perù, rimanendovi alle dipendenze sino al 1776.
Passata al Vicereame del Río de la Plata (la Capitale era fissata in Buenos Aires), l’area geografica sarebbe stata interessata, a partire del fatidico 1810, da tutta una serie di eventi legati alle lotte indipendentiste che i popoli del Sud America avrebbero condotto contro la madrepatria spagnola.

In tale contesto storico, al fine di poter contenere l’avanzata da Sud degli indipendentisti delle neo costituite “Province Unite del Río de la Plata”, il Viceré del Perù, Don José Fernando de Abascal, con un apposito decreto ripristinò provvisoriamente la dipendenza della Real Audiencia di Charcas al Vicereame del Perù, dislocandovi così una forte guarnigione militare [1].
Tra il 1810 e il 1825, l’Alto Perù fu, quindi, teatro di duri combattimenti e battaglie tra i realisti peruviani e alto-peruviani e i patrioti argentini, ai quali si aggiunsero i patrioti del Perù e della Gran Colombia (della quale era Presidente lo stesso Bolivar), che cercavano di estendere l’indipendenza dalla Spagna a tutta l’America Latina.
In tale direzione, molto importante fu la vittoria che il Generale Bolivar riportò nel corso della Battaglia di Junín, un altipiano ad oltre 4000 metri di altitudine (Cordigliera Andina Centrale), il 6 agosto 1824.

Decisiva, invece, lo sarebbe stata la Battaglia di Ayacucho, nei pressi dell’omonima cittadina del Perù, dove, il 9 dicembre del 1824, il Generale Antonio José de Sucre, agli ordini di Simón Bolívar, sconfisse definitivamente l’esercito realista, posto al comando dello stesso Viceré del Perù, José de la Serna e Hinojosa e dal Generale José de Canterac, liberando dal loro dominio anche il territorio dell’Alto Perù [2].
Simón Bolívar, abile condottiero che aveva vissuto a lungo in Europa e che proprio nella nostra bellissima Roma aveva solennemente giurato di combattere per la libertà dei popoli sudamericani [3], coronava così il suo antico sogno, lo stesso che aveva portato alla liberazione del Venezuela (1817) e alla proclamazione della Repubblica della Gran Colombia (1819), alla quale fu poi annesso l’Ecuador (1822).
Il Generale venezuelano Simón Bolívar fu, quindi, il primo Presidente della Bolivia, anche se dopo pochi mesi nominò proprio il Generale Sucre come Presidente effettivo del neo Stato Andino, carica che l’ufficiale mantenne fino al 1828, quando dissidi politici e una serie di rivolte interne lo convinsero a rinunciarvi. Di lì in avanti, il popolo Boliviano avrebbe, purtroppo, assistito e sopportato alterne vicende, quasi sempre legate a colpi di Stato e a guerre con i vicini Stati.

La stessa “Confederazione degli Stati sudamericani” si rivelò, ben presto, un fallimento, dovuto purtroppo alle tendenze separatiste dei vari Paesi.
Ciò amareggiò fortemente “El Libertador”, il quale visse intensamente tale situazione di frustrazione emotiva, in quelli che sarebbero stati gli ultimi anni della sua fantastica vita.
Simón Bolívar, che era nato a Caracas il 24 luglio del 1783, si spense a San Pedro Alessandrino (Santa Marta), in Colombia, il 17 dicembre del 1830, appena quarantasettenne, in un’epoca nella quale anche in quel lembo del Mar dei Caraibi stavano giungendo dall’Europa, Penisola italiana compresa, le prime avanguardie migratorie [4].
*Colonnello (Aus) della Guardia di Finanza – Storico Militare. Membro del Comitato di Redazione di Report Difesa
NOTE
[1] La Real Audiencia de Charcas, ufficialmente conosciuta come Audiencia y Cancillería Real de La Plata de los Charcas aveva sede nella città di La Plata (oggi Sucre, in Bolivia). La Audiencia de Charcas aveva una giurisdizione che comprendeva gli attuali paesi dell’America del Sud.
[2] Cfr. Gerardo Severino, La battaglia di Ayacucho. L’indipendenza del Perù e il valore del Generale colombiano Córdova Muñoz, in www.giornidistoria.net, 20 novembre 2024.
[3] Cfr. Gerardo Severino, Il giuramento di Simon Bolivar, in rivista Il Finanziere, n. 12/2005.
[4] Cfr. Gerardo Severino, Italia-Colombia, un’amicizia che dura da 180 anni, speciale www.reportdifesa.it, 11 ottobre 2023.
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