Aeronautica Militare: riapertura del Museo Storico di Vigna di Valle. Diverse le novità in seguito alla riqualificazione

Di Fabrizio Scarinci

BRACCIANO (ROMA). Sarà presto riaperto al pubblico il Museo Storico dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle.

Un bombardiere Caproni Ca.36 risalente al primo conflitto mondiale. Anch’esso parte del numeroso parco mezzi osservabile presso il Museo di Vigna di Valle

Dopo circa 18 mesi, i lavori volti alla sua riqualificazione, altra importante iniziativa intrapresa dalla Forza Armata al fine di celebrare il centenario della sua costituzione, sono infatti terminati e, il 3 maggio scorso, alla presenza del Vicepresidente della Camera dei Deputati Giorgio Mulè, del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Generale di Squadra Aerea Luca Goretti, e di numerose altre autorità civili, militari e religiose, si è finalmente svolta la cerimonia di presentazione dei suoi rinnovati spazi espositivi, alcuni dei quali progettati in chiave moderna e multimediale.

Il Vicepresidente della Camera dei Deputati Giorgio Mulè e il Generale Luca Goretti mentre rispondono ad alcune domande della stampa

Incentrato su ben cinque diversi padiglioni, ognuno dei quali dedicato ad una diversa epoca storica, il Museo è stato arricchito con la presenza di nuovi velivoli e cimeli, che, con la sola eccezione di una riproduzione del “Flyer N. 4” dei fratelli Wright (con cui venne brevettato il primo pilota italiano), risultano tutti originali.

La riproduzione del Flyer N.4

Tra essi, proprio all’ingresso della struttura, figura anche il famoso “Ballon du Sacre”, innalzato a Parigi nel 1804 per celebrare l’incoronazione di Napoleone Bonaparte da parte di Papa Pio VII e sospinto da un forte vento proprio sul lago di Bracciano, dove sarebbe precipitato circa 22 ore dopo.

Il “Ballon du Sacre”

Accanto alla sua teca si trovano i primi due padiglioni, di cui uno dedicato ai primi anni dell’aviazione e al periodo della Grande Guerra, dove, tra le altre cose, è possibile osservare il già menzionato Flyer N.4, i biplani da combattimento SPAD S.VII su cui volarono Fulco Ruffo di Calabria ed Ernesto Cabruna, un Ansaldo S.V.A.5, un bombardiere Caproni Ca.36 ed alcuni importanti cimeli appartenuti all’asso Francesco Baracca (incluso il famoso stemma del cavallino rampante che sua madre avrebbe donato ad Enzo Ferrari), e l’altro incentrato sugli sviluppi tecnologici degli anni 20 e 30, dove sono presenti alcuni cimeli delle trasvolate artiche di Umberto Nobile, numerosi oggetti appartenuti ad Italo Balbo (inclusa la chiave della città di Chicago), diversi idrovolanti che presero parte alle famose coppe Schneider, due biplani da caccia di tipo FIAT CR. 42 (uno dei quali con le insegne dell’Aviazione Legionaria che combatté durante la guerra civile spagnola) e un esemplare del velivolo sperimentale Campini-Caproni CC.2, uno dei primi al mondo dotato di motore a reazione.

Il velivolo sperimentale Campini-Caproni CC.2

Superato quest’ultimo padiglione ci si ritrova poi immersi in quello dedicato al periodo della Seconda guerra mondiale, nel quale spicca la presenza di un bombardiere (nonché aerosilurante) Siai Marchetti S.M. 79 “Sparviero”, di un aereo da trasporto S.M. 82 PW “Marsupiale”, di un idrovolante CANT Z.506, di uno Spitfire ex britannico (utilizzato dalle nostre forze aeree nel secondo dopoguerra), di un P 51 Mustang ex statunitense (ceduto anch’esso all’Italia al termine del conflitto) e di vari caccia di fabbricazione italiana dell’epoca, tra cui un Macchi M.C. 202 “Folgore”, un M.C. 205 “Veltro” e l’unico esemplare di FIAT G 55 “Centauro” ancora esistente.

Il G 55 accanto all’S.M. 79. Le insegne presenti sulla fusoliera e sulla deriva del “Centauro” sono quelle dell’Aeronautica Nazionale Repubblicana (ovvero quella della RSI). L’entrata in servizio di questi caccia si ebbe, infatti, solo nel giugno del 1943 e, in seguito ai fatti dell’8 settembre, gli stabilimenti in cui era stata avviata la sua produzione sarebbero finiti sotto il controllo dei tedeschi

Nello spazio dedicato al secondo dopoguerra figurano invece, tra gli altri, un Aerfer “Sagittario II” (primo aereo italiano a superare la barriera del suono), un Aerfer “Ariete”, tre F-84 (per la precisione un Thunderjet, un Thunderflash e un Thunderstreak), due F 86 “Sabre” (uno dei quali della più moderna versione K), alcuni FIAT G-91 (tra cui un esemplare della Pattuglia Acrobatica Nazionale e uno appartenete alla variante Y), un de Havilland DH 100 Vampire, un F-104 G, un Tornado ADV (operativo tra il 1995 e il 2004) e diversi modelli di addestratori.

Il padiglione dedicato ai velivoli della seconda metà del XX secolo. In primo piano l’F-104G, appena dietro il Tornado ADV e, sullo sfondo, il de Havilland “Vampire”

Dopo questo padiglione il percorso prosegue con quello dedicato ai mezzi più recenti, in cui risultano presenti anche alcuni velivoli ancora in uso con la Forza Armata, tra cui un cacciabombardiere Tornado IDS (conservato con la livrea desertica utilizzata durante la Guerra del Golfo del 1991), un AMX e un MB 339 della Pattuglia Acrobatica Nazionale.

Il Tornado IDS conservato nel padiglione dedicato ai mezzi più recenti

Sempre all’interno di quest’ultimo spazio figurano, poi, anche un F-16A Block 15 ADF “Viper” (utilizzato dall’AM tra il 2003 e il 2012) e un aereo da guerra elettronica PD 808 (prodotto dalla Piaggio), a cui, nel prossimo futuro, dovrebbe affiancarsi un Eurofighter Typhoon.

L’F-16A Block 15 “Advanced Defense Fighter”.

Accanto si trova, inoltre, uno spazio espositivo dedicato all’ala rotante, in cui sono presenti due HH-3F, di cui uno in versione C/SAR e l’altro in configurazione da trasporto VIP, un AB-212 e almeno un paio di altri mezzi.

L’HH3F in configurazione C/SAR

In aggiunta al materiale presente nei padiglioni, anche la parte esterna della struttura ospita alcuni velivoli. Tra essi un aereo atisom Bréguet Br 1150 “Atlantic” (usato congiuntamente da Aeronautica e Marina fino a pochissimi anni fa) e uno dei C-47 “Dakota” appartenuti all’AM, a cui fa da sfondo anche la piacevole cornice del paesaggio circostante.

Il Bréguet Br 1150 “Atlantic” esposto nei pressi dei padiglioni

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