Roma. L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) ha pubblicato i dati relativi al 2016 del Rapporto Rifiuti Urbani.
La produzione nazionale dei rifiuti urbani è stata di oltre 30 milioni di tonnellate (http://www.catasto-rifiuti.isprambiente.it/index.php?pg=nazione&aa=2016).
L’Istituto ha pubblicato anche il Rapporto Rifiuti Speciali 2018 dove fornisce un quadro di informazioni in particolare degli scarti di lavorazione industriale. Mentre il Rapporto Rifiuti Urbani (edizione 2017) forniva i dati, aggiornati al 2016, sulla produzione, raccolta differenziata, gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti di imballaggio, compreso l’import/export, a livello nazionale, regionale e provinciale.
Sempre in merito ai rifiuti urbani in un anno la produzione pro capite é stata calcolata in 497 chilogrammi per abitante. Una produzione in aumento percentuale più rilevante nel Nord Italia (+3,2%), più contenuta nel Mezzogiorno (+1,1%) e nel Centro (+0,9%).
In valore assoluto il quantitativo di rifiuti urbani prodotti nel 2016 è pari a quasi 14,2 milioni di tonnellate al Nord (in testa la Lombardia con 4,7 milioni di tonnellate), 6,6 milioni di tonnellate al Centro (in testa il Lazio con 3 milioni di tonnellate) e circa 9,4 milioni di tonnellate al Sud (Campania a 2,6 milioni di tonnellate).
Quanto alla gestione, lo smaltimento in discarica interessa il 25% (-5% rispetto al 2015) dei rifiuti urbani prodotti.
Il riciclaggio delle diverse frazioni provenienti dalla raccolta differenziata o dagli impianti di trattamento meccanico biologico dei rifiuti urbani raggiunge il 45% della produzione. Il 19% è costituito dal recupero di materia della frazione organica da RD (umido+verde) e oltre il 26% dal recupero delle altre frazioni merceologiche.
Il 18% dei rifiuti urbani prodotti è incenerito, evidenzia ancora il dossier dell’ISPRA, mentre circa il 2% viene inviato ad impianti produttivi come cementifici, centrali termoelettriche ed altro ancora per essere utilizzato all’interno del ciclo produttivo e per produrre energia. Solo l’1% viene utilizzato, dopo un adeguato trattamento, per la ricopertura delle discariche.
Il 3% è costituito da rifiuti derivanti dagli impianti per il trattamento meccanico-biologico (Tmb) e viene inviato ad ulteriori trattamenti quali la raffinazione per la produzione di combustibile solido secondario o la biostabilizzazione. Un 1% è esportato (433 mila tonnellate) e la stessa quota viene gestita direttamente dai cittadini attraverso il compostaggio domestico.
Il restante 5% è nella voce ”altro” (rifiuti che rimangono in giacenza alla fine dell”anno presso gli impianti di trattamento, le perdite di processo ed altro ancora.
PER APPROFONDIRE
Il protocollo firmato ieri a Caserta dal Governo per la gestione dei rifiuti in Campania
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