Di Antonio Aricò*
ROMA. L’Italia, come molti altri Paesi, si trova a confrontarsi con un crescente aumento di azioni violente verso le persone, gli oggetti, i beni istituzionali e privati (mobili e immobili) e, come spesso capita, anche ai danni delle Forze dell’Ordine.
Nella maggior parte dei casi, queste azioni sono perpetrate perlopiù da soggetti armati di coltello o di altri oggetti utilizzati per arrecare il massimo danno, indistintamente se sono persone e/o beni.
In questo contesto, la necessità da parte delle Istituzioni, di ricercare degli strumenti atti a contrastare questi scenari violenti e di garantire, al contempo, la sicurezza del personale delle Forze dell’Ordine per procedere al meglio nel loro lavoro, sta diventando una priorità assoluta. Per questo, i tempi sono maturi per parlare della cosiddetta pistola “Pepper-ball TCP” (Tactical Compact Pistol), conosciuta già a livello internazionale.
Oggi, in Italia, oltre alle tradizionali strumentazioni letali, viene data in dotazione alle Forze dell’Ordine una strumentazione considerata “non letale”, quale il Taser e lo Spray al peperoncino.
Queste ultime, seppur efficaci, oggigiorno presentano dei grossi limiti sia nell’immediato loro utilizzo sia nella portata di azione che questi hanno nei confronti della minaccia.
Di contro, questa nuova pistola (TCP) è da considerarsi innovativa, in quanto sarebbe il “prodotto finale” di tutte le dotazioni fin’ora detenute dal personale d’Ordine Pubblico, perché sintesi di tutte quelle caratteristiche positive, considerate “punti di forza”, dell’equipaggiamento già conosciuto.
Ma come funziona effettivamente, nella forma pratica, la pistola Pepper-ball?
Si parla di una vera e propria pistola semiautomatica, che agisce come tale, con la particolarità che il munizionamento utilizzato, dalla parola stessa che lo compone, è caricato con un prodotto naturale al peperoncino.
Una volta esploso il colpo e raggiunto il bersaglio, lo stesso proiettile, entrando in impatto con l’elemento mirato, si disintegra, rilasciando una nube di peperoncino che agisce direttamente sugli occhi, sulla bocca e sul naso, inibendo così i sensi dell’individuo colpito in maniera temporanea. Questa procedura porta come risultato un enorme vantaggio di deterrenza, in quanto il suo raggio di azione è pari a 30 metri circa.
È adatta al contesto urbano quanto in luoghi chiusi, anche in presenza di più minacce presenti nello stesso momento.
Non è pericolosa né invasiva come una scossa elettrica (per esempio nei casi cardiopatici e portatori di pacemaker) e può essere quindi di immediato utilizzo senza una preventiva procedura, e quindi sarebbe anche facile da usare per il personale “operativo”, in quanto lo stesso avrebbe già un addestramento all’utilizzo di una pistola tradizionale.
L’introduzione in Italia di questa arma non letale, come invece già in uso a Washington, in Oklahoma e in Wisconsin, rappresenterebbe una svolta indispensabile nella gestione della minaccia e una risposta forte e concreta alle esigenze delle Forze di Polizia che si trovano a operare in un contesto sempre più complesso e pericoloso.
La sua totale efficacia ed efficienza è misurabile sopratutto in situazione di minaccia multipla, e garantirebbe al personale in servizio una forza di difesa e neutralizzazione superiore rispetto a quella del Taser e dello Spray al peperoncino.
Questa caratteristica aiuterebbe ad evitare anche eventuali potenziali scontri fisici, limitando qualsivoglia danno e rendendo soprattutto commisurata la legittima difesa da parte delle Autorità di Pubblica Sicurezza Territoriali.
Per questo motivo, il Carabiniere e/o il Poliziotto di turno non avrebbero remore all’utilizzo della nuova “arma” in quanto la difesa e l’azione sono da considerarsi SEMPRE proporzionati all’offesa.
In conclusione, quindi, oltre a garantire un’azione più performante, lo stesso Pubblico Ufficiale avrà più tranquillità di agire e completare più facilmente la procedura di arresto del criminale o di colui che svolge azioni lesive, senza alcuna ripercussione di natura legale.
*Ufficiale dei Carabinieri (in riserva), esperto in Security e Protezione degli Asset Aziendali
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