Russia: Mosca offre all’India il l caccia di quinta generazione Sukhoi Su-57. Intanto Nuova Dehli si appresta a presentare il suo Advanced Medium Combat Aircraft (AMCA), sviluppato interamente in casa

Di Giuseppe Gagliano

MOSCA L’offerta russa all’India del caccia di quinta generazione Sukhoi Su-57 non è soltanto una questione commerciale o industriale, ma un tassello di un più ampio mosaico geopolitico e militare.

Un Sukhoi Su-57 in volo

 

Mosca cerca di consolidare la propria influenza in Asia meridionale, in un momento in cui Nuova Delhi sta rafforzando sempre più i legami con gli Stati Uniti e l’Occidente.

Il contesto è quello di un’India che da tempo persegue una strategia di autonomia nella difesa, cercando di bilanciare le relazioni con le grandi potenze per non diventare ostaggio di alcun blocco.

L’offerta russa arriva in un momento cruciale, proprio mentre l’India si appresta a presentare il suo Advanced Medium Combat Aircraft (AMCA), un caccia di quinta generazione sviluppato interamente in casa.

L’Advanced Medium Combat Aircraft (AMCA) indiano

Questo significa che Mosca non solo vuole inserirsi nel mercato militare indiano, ma anche dimostrare di essere ancora un attore rilevante nell’industria aerospaziale, nonostante le difficoltà economiche e tecnologiche imposte dalle sanzioni occidentali.

Il Su-57 Felon, nonostante le sue capacità avanzate, non ha mai avuto un grande successo commerciale, nemmeno tra gli alleati più fedeli della Russia.

Il tentativo di rilanciarlo in India è quindi una scommessa che ha obiettivi strategici ben precisi: mantenere l’India nella sfera d’influenza russa, limitare l’influenza americana e creare una collaborazione industriale che possa garantire alla Russia nuove risorse finanziarie e tecnologiche per sviluppare la sua aviazione da combattimento.

Sul piano strettamente militare, il Su-57 rappresenta il tentativo russo di contrastare i F-35 americani e i J-20 cinesi, ma il programma ha mostrato diversi problemi di sviluppo, tra cui ritardi nella produzione in serie, difficoltà con la tecnologia stealth e un numero limitato di esemplari operativi nelle Forze Aerospaziali russe.

Offrire il caccia all’India non è solo un’operazione di vendita, ma un tentativo di coinvolgere un partner con capacità industriali avanzate per risolvere alcune di queste criticità.

L’India, dal canto suo, si trova di fronte a un bivio. Da un lato, ha bisogno di rafforzare la sua Aviazione con velivoli di nuova generazione per tenere testa alla Cina e al Pakistan, entrambi dotati di una forza aerea in espansione.

Dall’altro, ha già investito enormemente nello sviluppo dell’AMCA, e accettare la proposta russa significherebbe mettere in discussione il progetto nazionale, che rappresenta un tassello fondamentale dell’indipendenza tecnologica indiana.

C’è poi l’aspetto diplomatico. Accettare l’offerta russa potrebbe irritare Washington, che sta cercando di trasformare l’India in un pilastro della strategia Indo-Pacifico, soprattutto nell’ottica di contenere la Cina.

Al contrario, un’eventuale collaborazione con Mosca potrebbe rafforzare i legami tra i due Paesi, mantenendo l’India in una posizione di equilibrio tra i due blocchi, senza legarsi eccessivamente agli Stati Uniti.

Il salone aeronautico di Aero India 2025 sarà quindi un banco di prova non solo per le capacità commerciali di Mosca, ma anche per la strategia di Nuova Delhi, che dovrà decidere se aprire la porta al Su-57 o se proseguire per la sua strada.

Per la Russia, questa operazione è più di una semplice vendita: è un tentativo di riaffermarsi come partner strategico dell’India, in un’epoca in cui la guerra in Ucraina e le sanzioni occidentali stanno ridisegnando gli equilibri globali.

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