Niamey. Emmanuel Macron ha annunciato l’invio di 220 soldati di rinforzo in Sahel per rafforzare la missione Barkhane. Nella sua lotta contro l’ISIS, la Francia dispone anche di droni armati e tre di questi sono schierati in Niger.
Una delle basi dell’operazione Barkhane si trova proprio a Niamey, in Niger. Qui vivono alcune centinaia di militari francesi. Passano da due a quattro mesi in questo campo isolato; l’accesso è limitato, e causa dei combattimenti, i militari schierati alla base partono per bombardare i gruppi armati nel Sahel. I droni, che effettuavano missioni di ricognizione, sono ora pesantemente armati.
Il drone ha due bombe agganciate sotto le sue ali; sono bombe da 250 chilogrammi a guida laser. Un cambio di dottrina e di strategia per la Francia, che ha esitato a lungo prima di utilizzare i droni.
Questa arma è spesso accusata di violare l’etica e disumanizzare la guerra. Il drone è pilotato da un hangar metallico chiuso, al riparo da occhi indiscreti. Piloti, analisti, in totale, sono quattro. Il drone armato è stato utilizzato durante diverse operazioni per neutralizzare i jihadisti in Mali.
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