San Pietroburgo, arrestati sei centro asiatici accusati di reclutare giovani

Mosca. Sei persone, provenienti da Paesi centro asiatici, sono stati arrestati dopo l’attentato di lunedì nella metropolitana di San Pietroburgo.

La magistratura russa li considera attivi nel reclutamento di giovani da destinare poi al jihadismo per DAESH o per il Fronte al Nusra. Ancora non è stato dimostrato, da parte degli inquirenti, se questi arrestati sono stati collegati o meno con Akbarzhón Dzhalílov, il 22enne khirghiso che si ha compiuto l’attentato uccidendo 14 morti e provocando il ferimento di oltre 40 persone.

L’attentatore della metro di San Pietroburgo.

Una perquisizione minuziosa è stata fatta nell’abitazione di Dzhalílov a San Pietroburgo.

Nell’appartamento però nn sono state trovate né armi né esplosivi, ma soli libri di carattere islamista radicale e diverso materiale che può essere utile alle indagini.

Secondo le dichiarazioni degli investigatori, Dzhalílov rappresenta il caso tipico del “lupo solitario” o quello di un terrorista che si muove autonomamente. Era cittadino russo dal 2011 e lavorava in un officina di riparazione di autoveicoli.

Portava con sé la bomba, hanno spiegato gli investigatori, che poi lasciò tra le stazioni di Tejnologuícheski Institut u Sénnaya Plóshad. Un’altra era stata collocata, dentro un estintore, nella stazione di Plóshad Vosstania. Quest’ultima è stata disattivata in tempo.

Delle 40 persone che sono ancora in ospedale, sei sono in condizioni critico ed altre 4 in condizioni molto più grave. Notizie non ancora certe sul numero dei morti.

Intanto, come riferisce il quotidiano russo Kommersant il Cremlino sta organizzando una manifestazione contro il terrorismo. Non c’è ancora una data certa, ma si conosce solo lo slogan: Uniti contro il terrorismo.

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