Serbia. Il 17 dicembre si vota per le elezioni politiche. In campo 3 blocchi. Jovan Palalic (segretario del Partito popolare): “Vogliamo essere liberi di fare una politica per il nostro popolo”

BELGRADO (dal nostro inviato). Jovan Palalic è un deputato al Parlamento della Serbia, segretario del Partito popolare serbo (https://srpskanarodnapartija.rs/en/) e presidente del gruppo parlamentare di amicizia di Serbia e Italia.

Jovan Palalic segretario del Partito popolare serbo

Il Partito è di orientamento nazional-conservatore, fondato nel 2014 in seguito ad una scissione dal Partito Democratico di Serbia.

Il prossimo 17 dicembre il Paese balcanico andrà all’elezioni politiche generali con un sistema proporzionale per eleggere i rappresentanti di una sola Camera.

Parteciperanno 3 grandi blocchi.

Il blocco uscente, attualmente al Governo, è quello che fa capo direttamente al Presidente della Repubblica Aleksandar Vučić (leader del Partito Progressista serbo – https://www.sns.org.rs). è anch’esso un partito nazional-conservatore nato nell’ottobre del 2008 ad opera di Tomislav Nikolić, dopo la scissione del Partito Radicale Serbo).

Il Presidente serbo Aleksandar Vučić

Sulla scheda gli elettori troveranno questa scritta: “Aleksandar Vučić, la Serbia non deve fermarsi”.

“C’è stata una grande evoluzione della nostra politica – spiega a Report Difesa, Jovan Palalic – per quanto riguarda i risultati ottenuti nello sviluppo economico e negli investimenti. Sono state costruite nuove autostrade. A Belgrado ci sarà, nel 2027, l’Expo. Un evento che prevede nuovi investimenti che possono contribuire ancora di più allo sviluppo del nostro Paese. Sono inoltre aumentati i salari e le pensioni. Abbiamo una situazione economica stabile”.

Il Partito di Palalic così come quello del Presidente Vučić punta ad una Serbia sovrana, neutrale. “Vogliamo essere liberi di fare una politica per il nostro popolo – sostiene con forza il deputato -: Non vogliamo una politica che abbia interessi con altri blocchi nel mondo”.

La compagine attualmente al potere nel Paese balcanico si definisce “di centro allargato”.

E a proposito della questione kosovara che, da secoli, tiene accese le tensioni, Palalic in questa frase racchiude tutto il pensiero serbo: “Il Kosovo è parte della Serbia”.

La mappa dell’area

Palalic, inoltre, evidenzia come sia importante per il suo Paese anche sostenere quei serbi che vivono nella Repubblica Serpska (ovvero la Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina) e quelli che vivono nei Balcani.

Contrapposto alla squadra che sostiene Vučić ci sarà un’altra rappresentata da Partiti di sinistra, ambientalisti e ultra liberali. Partiti che si definiscono “filo europeisti”..

“Vogliono seguire – spiega il deputato – la politica che viene decisa a Bruxelles” che si scontra con la posizione “eurorealista” di chi sostiene il Presidente della Repubblica serba.

E mentre Belgrado continua nel processo di adesione all’Unione Europea, i Partiti che lo sostengono ribadiscono la propria posizione: Bruxelles non può continuare a imporci il riconoscimento de facto del Kosovo.

Una posizione chei serbi definiscono inaccettabile perché, dice Palalic, “dobbiamo rispettare la nostra Costituzione”.

L’estrema destra rappresenta il terzo blocco che si presenterà alle elezioni del 17 dicembre. Con la UE, essa ha posizioni euroscettiche. Oltre ad essere filorussa.

E ii vista delle consultazioni elettorali, resta aperta ancora la questione dei serbi che vivono in Kosovo. I quali, ogni volta, che devono votare per i loro rappresentanti al Parlamento si scontrano con le autorità di Pristina.

Murales serbo a Mitrovica Nord

Palalic fa appello alla comunità internazionale perché, una volta e per tutte, si trovi una soluzione a questo, si facciano rispettare gli accordi firmati e si mettano in condizione i serbi di votare.

“Vogliamo – prosegue il deputato – che la comunità internazionale chiarisca le sue posizioni: sostiene o non sostiene il capo del Governo kosovaro, Albin Kurti? Rispetta o non rispetta gli accordi internazionali sottoscritti?”.

Il primo ministro kosovaro Albin Kurti

Sul nuovo Comandante della Kosovo Force (KFOR), il Maggior Generale turco Ozkan Ulutas, Jovan Palalic esprime la preoccupazione sua e dei suoi connazionali.

ll Maggior Generale turco Ozkan Ulutas, nuovo Comandante di KFOR

“Con i soldati italiani – evidenzia il deputato – ci sentivamo più sicuri. L’Italia è stata sempre obiettiva in KFOR. E’ l’unico Paese che vede cosa succede sul terreno e rispetta la realtà. Una realtà che dice che in Kosovo ci sono 1.300 monasteri ortodossi, patrimonio culturale mondiale. E che dice che la Serbia rispetta gli accordi internazionali. Ma se sulla questione non vengono introdotti anche i nostri interessi di popolo serbo, la situazione potrebbe essere esplosiva”.

Il popolo della Serbia, insomma, chiede di essere rispettato. Perché si ritiene un popolo europeo, un popolo occidentale, un popolo cristiano.

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