Sicurezza: a Roma la terza edizione di “Innovation Cybersecurity Summit”. Al centro del dibattito l’innovazione e la protezione dei dati informatici per le imprese, le infrastrutture e i siit critici

ROMA. Grande successo di pubblico e di contenuti in occasione della terza edizione dell’evento “Innovation Cybersecurity Summit”.

La platea dell’evento dedicato alla cybersicurezza

L’evento, tenutosi ieri a Roma, è stato promossa dall’ANGI (Associazione Nazionale Giovani Innovatori) punto di riferimento dell’innovazione e del digitale in Italia.

L’appuntamento è nato per evidenziare il ruolo dell’innovazione e della cybersicurezza come elementi fondamentali per il sostegno e la salvaguardia delle imprese, delle infrastrutture e dei siti critici dello stato all’insegna del digitale.

L’iniziativa ha ricevuto il plauso dalle istituzioni e si è svolta in collaborazione con gli Uffici del Parlamento europeo in Italia e con il patrocinio della Rappresentanza della Commissione Europea in Italia, di AIPSA, di Cyber 4,0 Cybersecurity Competer Center, di Cyber Area e con la partnership strategica di Women4Cyber Italia, con la quale è stato anche annunciato un importante protocollo d’intesa sui temi della cybersecurity.

In apertura dei lavori è stata letta la lettera ricevuta dall’ANGI da Alfredo Mantovano – Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e Autorità Delegata per la Sicurezza della Repubblica, il quale, nel portare il suo messaggio nel corso dei lavori, ha evidenziato come “il cyber spazio, a fronte di grandi opportunità, pone anche crescenti rischi per la sicurezza nazionale. Occorre quindi governare gli investimenti in ricerca e innovazione in cybersecurity nella direzione di costruire quelle capacità necessarie a proteggere il nostro Paese, rafforzando al contempo l’autonomia strategica e digitale italiana”.

“L’innovazione e la sicurezza cibernetica – ha detto il presidente dell’ANGI, Gabriele Ferrieri (già ForbesU30) – sono due assi portanti per lo sviluppo e la salvaguardia delle imprese, delle infrastrutture e dei siti critici dello stato. Siamo lieti oggi di aver potuto evidenziare, attraverso le testimonianze di alcune delle più importanti ed autorevoli voci delle istituzioni e delle imprese, la visione in termini di crescita e di investimenti che si stanno portando avanti nei cluster strategici del nostro ecosistema paese, sottolineando i punti e i temi chiave per quelli che saranno i pilastri del nostro manifesto per la cybersicurezza in Italia. Un ringraziamento particolare alle istituzioni europee, al Parlamento italiano, al DIS, all’ACN, alle Forze Armate e alla Polizia di Stato con i quali porteremo avanti il nostro percorso mettendo al centro l’innovazione e le future generazioni a sostegno dell’Italia”.

A fare il punto sulla visione europea circa il tema dell’innovazione e della cybersicurezza, il direttore degli Uffici del Parlamento europeo Carlo Corazza, il quale ha evidenziato come con l’invasione russa dell’Ucraina sia finita, in qualche modo, “l’età dell’innocenza dell’Unione Europea, e dovrebbe iniziare al più presto un’età di presa di consapevolezza e di assunzione di responsabilità”.

“In questo contesto – ha aggiunto – si inserisce perfettamente la cyber-sicurezza, quale uno dei termini fondamentali per l’assunzione di questa responsabilità. Il Parlamento come è noto, ha approvato diversi provvedimenti legislativi, a cominciare dal regolamento sul cyber-security act”.

A fare il punto sulla visione degli operatori della pubblica sicurezza e delle agenzie preposte, di grande rilevanza gli interventi del DIS, dell’ACN e della Polizia Postale.

“La condizione della crisi pandemica ha imposto una velocissima digitalizzazione – ha spiegato Alessandra Guidi, vice direttore Generale DIS (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza) – e quindi in qualche modo anche l’esigenza di tutelare uno spazio in cui si sono trovati ad essere ingaggiati soggetti che fino a poco tempo prima consideravano quello spazio un territorio di nicchia e oggi invece è paragonabile a tutti gli altri domini in cui si esercitano diritti fondamentali. Con questa consapevolezza dobbiamo approcciarci alla tutela di questo spazio, che appartiene ora a tutti”.

“La rivoluzione tecnologica non è veloce, è impetuosa – ha sostenuto nel suo intervento Nunzia Ciardi, vice direttore dell’ACN (Agenzia per la cybersicurezza nazionale) -. È molto complesso, anche a livello individuale, metabolizzare cambiamenti che normalmente, nella storia dell’umanità, sono avvenuti in periodi piuttosto lunghi; è stata per questo, a mio avviso, anche una rivoluzione antropologica cambiando il nostro rapporto con la realtà. Sintonizzarci con questo ecosistema non è cosa da poco e richiede un impegno trasversale, non solo istituzionale ma anche individuale.

Per Ivano Gabrielli, direttore della Polizia Postale.“Ormai non si può parlare di economia senza parlare di digitalizzazione dell’economia stessa, o di transazione economico-finanziaria, ma la nostra proiezione sociale nella rete ci implica in qualche modo il dover prendere coscienza del fatto che la dimensione umana si è arricchita di un’ulteriore dimensione”.

“Questo comporta – ha proseguito – quindi anche la difesa di questo dominio che si aggiunge a quelli che già conoscevamo. La criminalità cibernetica riesce ad oggi a muovere circa 10.5 trilioni di dollari, e in questo scenario, quindi, è calata un’altra componente, quale una struttura di law enforcement che è chiamata a fare prevenzione e contrasto”.

A fare il punto sulla visione parlamentare, di fondamentale importanza il contributo dei presidenti della commissione difesa di Senato e Camera.

In particolare, il presidente della Commissione Esteri e Difesa del Senato della Repubblica, Stefania Craxi, nella sua lettera di saluti ha posto in evidenzia come “sia importante ragionare sulle dinamiche stesse della sicurezza informatica, che vanno ripensate ponendo al centro le persone, l’infrastruttura umana con tutta la sua ricchezza in termini culturali e formativi. Serve però anche qualcos’altro, ovvero la capacità di innestare nel corpo dei nostri Stati, a partire dalle Istituzioni comunitarie, gli anticorpi necessari perché gli argini democratici resistano alla pressione dell’onda anomala e non ne vengano travolti. Tutto ciò significa quindi avere una buona politica, che è tale nelle scelte e nei modi del suo agire. E significa anche rivitalizzare il corredo democratico e le nostre Istituzioni, renderle partecipi, ancorarle alla società che cambia, alle aspettative, sempre più diversificate, dei cittadini”.

Altrettanto importante il contributo del presidente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati, Antonino Minardo, il quale ha dichiarato così nel suo messaggio: “L’Innovation Cybersecurity Summit è una iniziativa che non corrisponde solamente alla vocazione dell’Associazione di essere in prima fila nell’innovazione in tutte le sue declinazioni ma trova conforto nell’esigenza per le agenda nazionale ed internazionale di sviluppare in tempi brevi idonei e sempre più stringenti meccanismi di tutela cibernetica. La cybersicurezza deve essere una priorità in ogni ambito della vita del nostro Paese”.

“Ci sono settori come la Difesa – ha spiegato – dove il cyberspazio insieme al dominio spaziale sono ormai considerati non solo una priorità ma un vero e proprio cambio di paradigma culturale. La sfida, come ha recentemente ricordato il direttore dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale Bruno Frattasi, è di accrescere e sviluppare una cultura della sicurezza e della protezione dai rischi cyber. Un pericolo che riguarda ambiti nevralgici come la difesa e la sicurezza, ma anche la sanità, i trasporti e il mondo finanziario”.

Nel corso dei lavori sono intervenuti ulteriormente in rappresentanza delle istituzioni, della Pubblica Sicurezza e delle Forze Armate, Ettore Rosato (Segretario COPASIR), Massimo Pronio (responsabile della  Comunicazione della Rappresentanza Commissione Europea in Italia), Francesco Tufarelli (Segretario Generale del CNEL), Tenente Colonnello Giovanni Bottazzi (capo Centro Sicurezza Telematica dell’Arma dei Carabinieri), Generale di Brigata Aerea Vincenzo Falzarano (capo della 3^ Divisione per il Comando Logistico Aeronautica Militare) e Agostino Ghiglia (componente del Collegio dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali).

La manifestazione è stata occasione anche per presentare i dati dell’Osservatorio sullo stato della cybersicurezza in Italia, condotto da ANGI Ricerche in collaborazione con LAB21.01.

Generalmente gli italiani condividono dati riguardanti informazioni anagrafiche di base (58%); il 27% dati delle proprie carte di credito; il 12% documenti di identità personali e il 3% Pin e password personali.

“Rispetto allo scorso anno – spiega il professor Roberto Baldassari, direttore generale di LAB21.01 e direttore del Comitato Scientifico ANGI – crescono coloro che ritengono che ci debba essere un investimento maggiore da parte del Governo per la protezione in ambito cybersecurity (72% – +3% rispetto al 2022) mentre di contro diminuiscono coloro che ritengono che la cybersecurity debba essere insegnata come materia scolastica già nei cicli di studio primario (-2% rispetto al 2022)”.

Sono, invece, poco informati gli italiani su cosa sia realmente un attacco informatico e hanno poca anche la dimestichezza con termini tecnici manifestando, in maniera sincronica, l’esigenza che ci siano degli attori preposti al tema della Cybersecurity ponendo al primo posto le Agenzie governative dedicate (34%; +2% rispetto al 2022) seguite dal Ministero della Difesa (25%; +2% rispetto ad un anno fa).

Sono in crescita anche i Centri e gli Osservatori privati (17%; + 1%).

E’ in calo la Comunità Europea (19%; -2%), le singole aziende (3%; -2% rispetto al 2022) e i privati cittadini (2%; -1%).

“Infine – ha concluso Baldassari – 9 italiani su 10 non conoscono le “Polizze Cyber” e di conseguenza basso anche il livello di coloro che l’acquisterebbero preventivamente (7%) mentre molto interessati risultano i giovani professionisti che lavorano già in ambito sicurezza informatica e protezione dei dati personali (67% si dichiarano interessati all’acquisto di una polizza assicurativa RC professionale personalizzata).

Infine importanti le testimonianze delle imprese e dei tecnici d’area, tra cui sono intervenuti a portare la loro preziosa visione: Claudio De Paoli (Head of BIP CyberSec), Umberto Migliore (Partner & Chief Technical Officer Nexid & IT Governance Swag), Antonio Pisano (SVP Cyber & Information Security Leonardo), Luigi Maracino (General Manager Atlantica SpA), Mario Nicosia (Technology Software Country Leader Italy Oracle), Matteo Lucchetti (direttore Cybersecurity Competence Center Cyber 4.0), Selene Giupponi (Managing Director EU Resecurity Inc. & Segretario Generale Women4Cyber), Fabio Romani (CEO IPS SpA), Gianni Amato (Senior Cybersecurity Consultant CERT-AgID), Umberto Saccone (EY Leader Employee & Physical Assets -EPA),  Security Risk Management Adjunct Professor LUISS Business School, Avv. Stefano Mele, Partner Gianni & Origoni, Chair of Cybersecurity Law Practice & Co-Chair of Privacy Practice, Davide Panella (Responsabile Privacy & Data Protection Crédit Agricole), Marco Ancora – (DPO ING Italy), Daniel Kasper (CEO Qualrisk Cyber Insurance Center), Nicla Ivana Diomede (Direttore Dipartimento Cybersecurity Roma Capitale), Alessandro Marzi (CISO A2A), Massimo Ravenna (Head of Cyber Security Acea SpA), Mario Caligiuri (presidente Società Italiana di Intelligence – SOCINT), Angelo Tofalo (Direttore Comitato Scientifico Cyber Security Italy Foundation), Giovanni Mellini (Founder Cyber Saiyan & RomHack & CISO Satispay), Robert Hassan (presidente CyberArea Consortium e Alessandro Manfredini – presidente AIPSA).

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